Bufera giudiziaria su Marine Le Pen: "Un complotto politico". Ma nei sondaggi vola
Un suo collaboratore in stato di fermo, l'altro incriminato per truffa e abuso d'ufficio. Eppure la leader del FN è forte come non mai
Impermeabile alle inchieste giudiziarie e ai sospetti di frode, Marine Le Pen è sempre più sola in testa nei sondaggi sulle presidenziali. Ieri, i magistrati hanno interrogato i due assistenti parlamentari a Strasburgo sulle cui mansioni è aperta l'inchiesta per truffa e abuso d'ufficio.
Una, l'ex cognata della presidente del Front National e sua capo gabinetto, è stata incriminata. "E' un complotto", è la reazione della leader, che ha attaccato i giudici. Il colpo sferrato oggi dai magistrati antifrode sarebbe stato da ko per chiunque, ma Marine Le Pen non fa una piega.
Anzi, un nuovo sondaggio pubblicato da Paris Match la vede guadagnare ancora mezzo punto: sale al 26,5% delle intenzioni di voto, lasciando al 19% sia Fillon sia Macron. Proprio quest'ultimo, fino alla settimana scorsa in grande ascesa, si è visto aprire una nuova strada, la creazione di un "grande centro", inedito in Francia.
Se la Quinta repubblica ha poggiato i suoi pilastri sull'alternanza destra-sinistra, l'offerta arrivata da Francois Bayrou, leader del MoDem, è di quelle che possono cambiare la storia di queste presidenziali: ha rinunciato a candidarsi per la quarta volta all'Eliseo, portando i suoi voti - attualmente attorno al 5-6% - a Macron. Che in tempo reale ha accettato e ringraziato.
La vicenda giudiziaria che scuote il FN
I due collaboratori della Le Pen - la sua guardia del corpo Thierry Le'gier e la sua ex cognata diventata capo di gabinetto, Catherine Griset - sono stati prima messi in stato di fermo e interrogati.
Poi, mentre Le'gier è stato rilasciato, la Griset - amica inseparabile della presidente del Fn, oltre che ex moglie del fratello del primo marito della Le Pen, Franck Iorio - è stata incriminata per complicità in abuso d'ufficio.
Le'gier e la Griset, oltre ai loro incarichi principali, erano stati impiegati dalla Le Pen come assistenti parlamentari all'Europarlamento. Ma Strasburgo ha ravvisato che, in realtà, i due continuavano a lavorare soltanto per il partito.
Nel marzo 2015 l'Europarlamento ricorse alla giustizia francese, che aprì un'inchiesta. Lo scorso dicembre le indagini si concentrarono sulle ipotesi di reato di abuso d'ufficio, truffa, falso e lavoro nero.
In totale, il Parlamento di Strasburgo chiede alla Le Pen il rimborso di 340.000 euro, somma che corrisponde agli stipendi versati a Le'gier e alla Griset, ma che la presidente del Fn ha rifiutato di pagare entro i termini.
Scandalo o complotto?
Ogni mese le vengono, per questo motivo, fatte delle trattenute sul suo stipendio di eurodeputata. Marine Le Pen ha gridato al "complotto politico": "I francesi sanno vedere la differenza tra gli scandali reali e i complotti politici".
In serata, ha attaccato i giudici in tv: "C'è un rischio molto pesante di strumentalizzazione della giustizia. Non siamo nella serenità, nell'imparzialità e nella necessaria indipendenza della giustizia". Sul piano politico, l'attesa discesa in campo di Francois Bayrou, che nel 2012 diventò il nemico giurato della destra preferendo appoggiare al ballottaggio Francois Hollande contro Nicolas Sarkozy, non c'è stata.
Il centrista fondatore 10 anni fa del MoDem non si candiderà per la quarta volta, la sua desistenza è in favore di Macron, per le "circostanze eccezionali" che rischiano di vedere la Francia finire in mano all'estrema destra. "E' una svolta della campagna presidenziale", ha detto Macron, incassando il sostegno e - potenzialmente - il 5-6% di voti centristi. In cambio, ha chiesto Bayrou, di una legge di "moralizzazione della politica".