Non è un Mondiale per giovani
Diario di Qatar 2022, giorno 12 - La resurrezione dell'Argentina di Messi, il salvataggio di Lewandowski e l'attesa per gli ultimi balli di Ronaldo: in Qatar si fatica a vedere qualche stella del futuro - QATAR 2022, TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA
Quella tra Argentina e Polonia è stata una delle partite più brutte viste fin qui nel mondiale qatarino. Non per la qualità espressa dall'albiceleste, che è tornata di prepotenza tra le favorite per la vittoria finale (ammesso che fosse mai uscita dal lotto), ma per la resilienza auto imposta dei polacchi che hanno rischiato fino all'ultimo secondo di salutare il Qatar. Sarebbe bastato un gol in più del Messico contro l'Arabia Saudita per ribaltare la differenza reti e mandare avanti i centramericani che se lo sarebbero pure meritato e che certamente non avrebbero meritato la beffa dell'eliminazione causa numero di cartellini gialli. Almeno quella evitata.
Leo Messi prosegue nella sua corsa anche se ha sbagliato un rigore. Si è trattato in realtà di un miracolo di Szczesny che sta vivendo un torneo da assoluto protagonista, silenzioso ed efficace. La super parata è stata anche un atto di giustizia visto che il penalty fa parte del calcio del futuro, quello in cui l'occhio della telecamera scova dettagli non visibili da noi umani e li offre alla rivalutazione dell'arbitro: tutto bello, a patto che accada sempre e invece questa uniformità manca e mancherà sempre.
Va avanti anche Robert Lewandowski, si potrebbe dire nonostante la Polonia. Il centravanti scippato del Pallone d'Oro nel 2020 ha passeggiato sconsolato per tutta la partita mentre i compagni rinculavano in difesa senza recapitargli lo straccio di un pallone giocabile. Ora se la vedrà con la Francia e rischia di essere una mattanza uguale: peccato. Lui come Ibrahimovic con la Svezia e, temiamo, Haaland con la Norvegia: talenti enormi senza sbocco nelle competizioni nazionali perché nati nel contesto sbagliato (calcisticamente parlando, si intende).
Oggi tocca a Cristiano Ronaldo inseguire la sua qualificazione. Al Portogallo basta non fare pasticci e, dunque, è prevedibile che anche CR7 arriverà alla terza settimana del Mondiale, poi si vedrà. Ha l'atteggiamento del corpo di chi sa di essere all'ultimo ballo della carriera e anche la faccia di chi ha per le mani l'affare della vita: se davvero dovesse firmare con l'Al-Nassr il contratto da 200 milioni a stagione per due anni e mezzo di cui si ventila (mezzo miliardo in 30 mesi) sfonderebbe ogni classifica di guadagni dei calciatori. Ci sarebbe tanto da discutere sull'eticità dell'eventuale scelta, soprattutto in settimane in cui la Fifa è stata giustamente messa al muro per questo Mondiale nel mezzo del deserto; siccome, però, siamo sazi di populismo e polemiche preferiamo glissare per una volta...