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Contratti gas e luce, l'ultima truffa viaggia attraverso call center

Un'inchiesta del COSC di Milano svela come la criminalità cerca di impadronirsi dei nostri dati sensibili per guadagnare nel momento di transizione dal mercato tutelato a quello libero. Ecco come difendersi

La fase di transizione dal mercato tutelato al mercato libero per energia e gas sta attirando le attenzioni di truffatori e criminalità organizzata. Un assalto al portafogli degli italiani alle prese con la gestione delle nuove regole, con proventi milionari e il rischio di finire in qualche trappola. E' quanto racconta l'inchiesta condotta tra Padova e l'Albania dal COSC (Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica) di Milano dopo la denuncia di un sacerdote milanese vittima di una serie senza fine di telefonate da call center con la pretesa di pagamenti di somme per contratti luce e gas mai stipulati.

E' stato indagando su questa vicenda che gli investigatori si sono imbattuti in un'organizzazione ramificata, forse non l'unica, che in soli tre mesi nel 2023 è riuscita a produrre guadagni illeciti per 9 milioni di euro. Un meccanismo infernale per le sfortunate vittime, spesso tratte d'inganno perché convinte di essere al telefono con dipendenti dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) o di compagnie energetiche con cui avevano stipulato regolari contratti per la fornitura di luce e gas. Chiamate nelle quali, con un pretesto, venivano acquisiti dati personali. Un esempio? Fantomatici lavori stradali che avevano troncato i cavi elettrici o i tubi del gas e a causa dei quali era necessario attivare temporaneamente un nuovo contratto con un operatore “convenzionato”.

I presunti truffatori non si fermavano nemmeno davanti al diniego degli interlocutori. Nelle perquisizioni presso le due società della provincia di Padova fornitrici di luce e gas e nelle sedi di 12 call center, in parte dislocati a Tirana in Albania, gli uomini del COSC hanno rinvenuto contratti sottoscritti falsificando le firme degli ignari utenti oppure ottenuti attraverso la manipolazione della voce registrata nel corso della telefonata così da creare ad hoc un percorso di accettazione dell'apertura della nuova fornitura in realtà mai avvenuto.

Solo dopo alcuni mesi, le vittime, del tutto inconsapevoli, si vedevano recapitare salatissimi solleciti di pagamento per bollette non pagate. A quel punto iniziava il calvario delle innumerevoli telefonate, dai toni sempre più aggressivi e intimidatori, con cui sedicenti addetti al recupero crediti richiedevano il pagamento dell’insoluto.

In diversi casi, che secondo gli investigatori risultano accertati nel corso delle indagini, tali richieste si trasformavano in vere e proprie estorsioni. Il fraseggio minatorio, riferito dalle vittime, era sempre il medesimo: “intanto ti depotenziamo la fornitura elettrica e, se ancora non paghi, ti stacchiamo la corrente”. I toni delle telefonate erano tanto più aggressivi, quanto più le vittime si dimostravano vulnerabili, tra queste, un’anziana donna veneta di 87 anni.

Una storia tra tante. Il fenomeno del telemarketing selvaggio e spesso illegale è, però, molto più diffuso a maggior ragione in un momento di cambiamenti. Anche per questo le forze dell'ordine non perdono occasione per ricordare a tutti di operare con la massima prudenza quando contattati da un call center. La regola fondamentale è non fornire mai dati personali, nemmeno se si è convinti di avere a che fare con un operatore di fiducia. E pretendere copia cartacea della documentazione da poter analizzare con calma ed eventuale sottoscrivere solo in un secondo momento.

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Giovanni Capuano