Carolina Tana: “Combatto contro l'alienazione parentale”
Da bambina accusò ingiustamente il padre di abusi sessuali, costretta dalla madre. Oggi lavora perché diventi un reato punibile dalla legge
Torna a parlare Carolina Tana, nei giorni in cui il tema dell’alienazione parentale scuote l’opinione pubblica in seguito alla denuncia dei fratelli De Sario che si sono pentiti di aver accusato ingiustamente il padre di pedofilia, trascinati dalle pressioni della madre, Angela. I fratelli De Sario, ormai maggiorenni, hanno chiesto scusa per aver costretto al carcere un genitore innocente, incriminato per il peggiore e infamante dei reati.
Dice Carolina: “Io non parlo più per chiedere scusa a mio padre, già l’ho fatto, e anche se il suo perdono non è mai arrivato, spero di poterlo incontrare un giorno privatamente. Oggi combatto con l’Avvocato Giulia Buongiorno, perché l’alienazione parentale diventi un reato punibile dalla legge, come lo stalking".
La storia
Carolina Tana, all’età di otto anni, accusò ingiustamente il padre Alberto, presidente degli Agenti di cambio di Roma, di abusi sessuali. Bambina, era plagiata dalla mamma Aurora Pereira Vaz, donna affascinante e spietata che dopo la separazione dal marito cercò di rovinarlo. Assolto alla fine degli anni novanta perché il fatto non sussisteva, Aurora (con il nuovo compagno Danilo Chemello) non contenta pagò due carabinieri corrotti e un detective, per gambizzare il marito davanti al circolo Canottieri Aniene di Roma.
La vicenda si concluse con l’arresto di Pereira Vaz e del compagno, a seguito della denuncia della figlia Carolina per maltrattamenti su due bambini, uno dei quali figlio dello stesso Chemello. I due vennero indagati anche per il rapimento della povera Madeleine Mc Cann, meglio conosciuta come la "piccola Maddy", della quale purtroppo si sono perse definitivamente le tracce da anni.
"Voglio liberarmi del mio passato"
"Non so che fine abbia fatto mia madre" continua Carolina, "non mi interessa, non so nemmeno se sia uscita dalla galera, l’unica cosa che mi importa è liberarmi del mio passato e combattere per i figli vittime di madri mostruose e vendicative”.
Carolina Tana, bambina ferita e donna coraggiosa, si ribella al male subito e a quello “inferto” inconsapevolmente, decidendo di dedicare un anno sabbatico alla sua lotta sociale, per i padri vittime di ingiurie e per i figli che vengono usati e costretti a mentire, spesso per questioni economiche o violente guerre relazionali tra genitori.
Carolina è una ragazza ancora trentenne, bellissima, desiderosa di gioire di una vita che le ha tolto molto. In alcuni momenti mostra la sua insofferenza e non comprende perché la sua storia le abbia riservato tanto dolore.
Ancora il padre non si decide a parlarle, non ne vuole sapere e dopo tutto, molti gli danno ragione: dicono che la paura che il passato ritorni è più forte dell’amore per una figlia.