Per Casaleggio sacrificare Di Maio val bene un governo
L'imprenditore proprietario del M5S punta a un esecutivo con il centrodestra, ma Forza Italia dovrà avere solo ministri tecnici. E il candidato premier? Si può cambiare
Luigi Di Maio giura e rigiura, sempreché non spergiuri, che Davide Casaleggio non si occupa di politica. In realtà chi ha partecipato al meeting annuale della Casaleggio associati a Ivrea, tra sponsor dichiarati e altri gelosi del proprio anonimato, si è reso conto che mentre nell'aula principale si parlava dei massimi sistemi, nel dietro le quinte gli uomini della piattaforma Rousseau parlavano del possibile terzo nome, quello che dovrebbe prendere il posto di Di Maio a Palazzo Chigi nel caso si arrivasse ad una coalizione con il Pd, ipotesi remota, o con il centrodestra, schema più verosimile.
Insomma, tra gli uomini di Casaleggio circolavano i nomi del tagliaspese Carlo Cottarelli, con alle spalle una carriera nel Fmi, dell'ex ministro della Giustizia ed ex presidente della Consulta Gian Maria Flick, e, ancor più quotato, del manager Franco Bernabè, che in questo momento ha la fiducia degli uomini di Vivendi in Telecom. Un nome, quest'ultimo, che è arrivato anche alle orecchie di Matteo Renzi, l'ex-arcinemico che, nelle sue acrobazie perenni, il vertice dei Cinque stelle ha cominciato, non fosse altro per ragioni tattiche, a corteggiare.
I buoni rapporti tra Casaleggio e Salvini
Ebbene, di questa linea che punta sul Pd per indurre Matteo Salvini a staccarsi da Silvio Berlusconi, l'erede del Profeta Gianroberto e presidente sia della Casaleggio Associati sia della Piattaforma Rousseau, è uno dei massimi ispiratori. Eh sì, perché il personaggio che il New York Times, ha indicato come "uno degli uomini più potenti d'Italia", e il Financial Times, come l'ospite più conteso tra le ambasciate occidentali, ha una preferenza per il leader della Lega, con il quale intrattiene un rapporto discreto, lontano dai riflettori.
"Se il rapporto di Di Maio con Salvini" racconta il professor Aldo Giannuli, ultimo dissidente 5 Stelle "ha come teatro Roma, quello di Casaleggio con il leader leghista si svolge nelle più confacenti brume del Nord. È proprio la mentalità nordista che unisce i due. Casaleggio accetta, ad esempio, la proposta del reddito di cittadinanza più per esigenza del movimento che non per convinzione. Non bisogna dimenticare che Davide è anche cittadino inglese. A volte gli chiedo per scherzo: "Cosa vogliono oggi gli agenti di Sua Maestà?". E lui sorride".
L'unica strada possibile secondo Casaleggio
E già, Casaleggio sorride, non parla mai. È freddo. Ma intanto se il candidato alla premiership Di Maio può essere cambiato (alla Casaleggio associati ormai lo danno come un passo obbligato e il Garante, Beppe Grillo, sul piano teorico pure) ebbene, con lo statuto approvato a pochi giorni dalla morte del Profeta Gianroberto, è più facile destituire un papa che non il presidente della Casaleggio associati e della piattaforma Rousseau.
Nella logica pragmatica dell'erede c'è un solo sbocco alla crisi: "Un governo tra noi e il centrodestra. Con Forza Italia presente con ministri tecnici d'area e senza sottosegretari. E con un premier terzo". E il candidato Di Maio? "Le trattative sono trattative" spiega Stefano Lucidi, già capogruppo al Senato e capolista grillino in Umbria. "È come nel suk. Lì, non c'è prezzo. Quando compri un tappeto, tra un tè e un caffè turco, prima ti sparano una cifra, poi ti accordi alla metà".
(Articolo pubblicato sul n° 17 di Panorama in edicola dal 12 aprile 2018 con il titolo di "Sacrificare Di Maio val bene un governo")