Abu Omar
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Caso Abu Omar: definitiva la condanna dell'Italia. Le tappe della vicenda

Nessun ricorso contro la sentenza della Corte Europea dei diritti umani, che aveva condannato l'Italia per rapimento e detenzione illegale dell'ex imam

È definitiva la sentenza di condanna emessa il 23 febbraio scorso dalla Corte europea dei diritti umani nei confronti dell'Italia per il sequestro, i maltrattamenti, la detenzione illegale di Abu Omar, l'ex imam di Milano, e per le sofferenze che ha subito sua moglie.

Né governo né Abu Omar hanno fatto appello e sono scaduti i 3 mesi per chiedere l'esame della Grande Camera, come previsto dall' art. 43 della Convenzione europea dei diritti umani.

23 febbraio 2016

La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per il rapimento e la detenzione illegale dell'ex imam Abu Omar. L'Italia dovrà pagare 70mila euro a Nasr e 15mila a sua moglie per danni morali. L'ex imam di Milano, Abu Omar, il cui vero nome è Mustafa Osama Nasr Hassn, attualmente 53enne, era arrivato in Italia  nel 1998 e nel 2001 aveva ottenuto lo status di rifugiato. Fu prelevato a Milano nel febbraio 2003 e trasferito nella base militare di Aviano da dove un aereo militare lo trasportò al Cairo. In Egitto fu torturato, interrogato e liberato nell'aprile 2004 in cambio dell'impegno a tacere sulle sue condizioni.    

È questo l'ultimo atto di una vicenda che si trascina da 13 anni e che ha coinvolto la Cia e il Sismi in un'operazione di "extraordinary rendition". Ecco i momenti principali della vicenda iniziata il 17 febbraio 2013.

17 febbraio 2003

Scompare da Milano Hassan Mustafa Osama Nasr, noto come Abu Omar (43 anni), egiziano, già imam della moschea di via Quaranta, indagato nell'inchiesta antiterrorismo. Abu Omar riappare tempo dopo in un carcere egiziano dove, secondo alcune fonti, sarebbe stato sottoposto a duri interrogatori e torturato.   

Maggio 2004 - Il sospetto sequestro

Nascono sospetti che Abu Omar sia stato sequestrato da agenti dei servizi segreti, trasferito prima in basi americane (si parlerà in seguito di Aviano e Ramstein in Germania) quindi nel carcere di Tora in Egitto.

Giugno 2005 - Il coinvolgimento italiano

Il 15 giugno del 2005 Abu Omar, poco dopo essere stato liberato, viene nuovamente arrestato in Egitto mentre il 24 giugno su ordine della magistratura italiana, 13 agenti della Cia sono ricercati, con l'accusa di sequestro di persona. Il 25 luglio salgono a 19 gli ordini di custodia cautelare per agenti Cia. Il 22 ottobre diventano 22 gli agenti della Cia ricercati. Il governo italiano smentisce ogni coinvolgimento.   

11 novembre 2005 - L'estradizione non richiesta

La procura di Milano presenta al ministero della Giustizia una richiesta di estradizione per 22 agenti della Cia. Dopo cinque mesi di polemiche, il 12 aprile 2006 il guardasigilli Castelli decide che non inoltrerà a Washington la richiesta.  

23 dicembre 2005 - I mandati d'arresto per la CIA

La magistratura milanese emette 22 mandati d'arresto europeo nei confronti di altrettanti agenti della Cia accusati di aver rapito e portato in Egitto Abu Omar.  

5 luglio 2006 - Arresti al Sismi

Arrestati gli alti dirigenti del Sismi Marco Mancini e Gustavo Pignero.

Febbraio 2007 - Rinvio a giudizio per Pollari e Mancini

Il 15 febbraio Abu Omar liberato, torna nella sua casa di Alessandria d'Egitto. Il giorno seguente viene rinviato a giudizio, per concorso nel sequestro, il generale Nicolò Pollari, ex capo del Sismi. Con lui a giudizio anche Marco Mancini, altri funzionari e 26 agenti della Cia.

18 marzo 2009

La Corte Costituzionale accoglie in parte i ricorsi dei governi Prodi e Berlusconi contro la magistratura di Milano, per violazione del segreto di Stato nelle indagini.

4 novembre 2009 - Vince il segreto di stato

La sentenza dispone il ''non luogo a procedere per esistenza del segreto di Stato'' per Pollari e Mancini. Tre anni per Luciano Seno e Pio Pompa per favoreggiamento. Per sequestro di persona 23 agenti Cia, tra esecutori e ideatori, sono condannati a pene dagli otto ai cinque anni.

28 ottobre 2010

Nel processo milanese di appello, l'accusa chiede 12 anni di reclusione per Pollari e 10 anni per l'ex numero 2 del servizio segreto Mancini. Chiesti 12 anni di carcere anche per l'ex capo della Cia in Italia, Jeff Castelli. 

15 dicembre 2010

I giudici della corte di Appello di Milano confermano la sentenza di primo grado e dichiarano non giudicabili Pollari e Mancini per l'esistenza del segreto di Stato. Aumentate invece le pene inflitte dal Tribunale a 23 agenti della Cia: da cinque a otto anni sono passate a sette e nove anni di reclusione. Confermato il risarcimento di 1,5 milioni di euro, per l'ex Imam Abu Omar e per sua moglie.

19 settembre 2012 - La Cassazione annulla l'appello

La Cassazione annulla con rinvio la sentenza d'appello pronunciata nei confronti degli ex vertici del Sismi Nicolà Pollari e Marco Mancini che erano stati dichiarati non processabili per il segreto di stato. il 15 dicembre 2010. Inoltre i supremi giudici annullano la sentenza, con rinvio, anche nei confronti dei tre funzionari del Sismi - Giuseppe Ciorra, Luciano Di Gregori, Raffaele Di Troia - confermando invece definitivamente la condanna d'appello per i 23 agenti americani della Cia e per Pio Pompa e Luciano Seno, tutti per il reato di sequestro di persona. 

Febbraio-Aprile 2013 - Pollari e Mancini condannati

Il 12 febbraio la corte d'appello di Milano, quale giudice di rinvio, condanna Nicolò Pollari a 10 anni di reclusione e il suo numero due Marco Mancini a 9 anni, limitando l'ambito di applicazione del segreto di stato. La corte, inoltre, condanna a sei anni anche altri tre agenti del Sismi. Il 5 aprile 2014 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano concede la grazia al colonnello statunitense Joseph Romano, condannato a sette anni di reclusione (di cui tre condonati) con sentenza della Corte d'Appello di Milano del 15 dicembre 2010, divenuta irrevocabile il 19 settembre 2012.   

Gennaio-Febbraio 2014: tutti assolti

Il 14 gennaio 2014 la Consulta risolve un conflitto di attribuzione tra Governo e Cassazione-Corte d'appello, dando ragione all'esecutivo e dichiarando i fatti coperti da segreto di stato.  Il 24 febbraio la Corte di Cassazione, recependo la decisione della Corte costituzionale, annulla senza rinvio la sentenza di condanna e assolve definitivamente Nicolò Pollari, Marco Mancini e gli agenti Giuseppe Ciorra, Raffaele di Troia e Luciano di Gregori, poichè l'azione penale non poteva essere proseguita per l'esistenza del segreto di stato.   

23 dicembre 2015 - La grazia di Mattarella

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella concede la grazia a due agenti della Cia, Robert Seldon Lady e Betnie Medero. A Robert Seldon Lady il Presidente Mattarella riduce di due anni della pena (era stato condannato dalla Corte d'Appello di Milano a nove anni di reclusione, di cui tre coperti da indulto) poichè ritenuto dai magistrati la mente del sequestro e coordinatore dei rapporti con il Sismi. La grazia a Betnie Medero riguarda il residuo pena di tre anni di reclusione.

23 febbraio 2016

La Corte Europea di Strasburgo ha stabilito oggi che le autorità italiane erano consapevoli del fatto che Abu Omar fu vittima di un'operazione di "consegna straordinaria" che ha avuto inizio con il suo rapimento in Italia ed è proseguito con il trasferimento fuori dal territorio italiano. Inoltre il segreto di Stato "in tutta evidenza fu applicato dal potere esecutivo italiano per impedire che i responsabili dell'affaire rispondessero delle loro azioni". "L'inchiesta e il processo - proseguono i giudici- non hanno portato alla punizione dei responsabili cosicchè alla fine dei conti c'è stata un'impunità". 

La corte ha così stabilito che l'Italia dovrà pagare 70mila euro a Nasr e 15mila a sua moglie per danni morali.

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