Caso Cucchi, via a una seconda inchiesta
ANSA/ANGELO CARCONI
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Caso Cucchi, via a una seconda inchiesta

Un carabiniere indagato per falsa testimonianza è il primo atto della nuova indagine sulla morte del geometra, morto dopo essere stato arrestato

L'iscrizione nel registro degli indagati di un maresciallo dei carabinieri per falsa testimonianza rappresenta il primo passo dell'inchiesta-bis della Procura di Roma sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra deceduto nell'ottobre 2009 ad una settimana dall'arresto per spaccio di sostanza stupefacenti.

Il procedimento è stato affidato dal procuratore capo Giuseppe Pignatone al pm Giovanni Musarò, dopo un esposto presentato dalla famiglia e dopo quanto scritto nelle motivazioni dalla corte d'appello. Al momento gli inquirenti stanno svolgendo attività istruttoria nuova che mira a chiarire il comportamento dei carabinieri che "trattarono" Cucchi prima del suo arrivo nelle celle del tribunale per il processo per direttissima.

Nella nuova indagine, oltre a lavorare sulle vecchie perizie, i pm hanno avviato anche una serie di accertamenti raccogliendo testimonianze che avrebbero fornito nuovi spunti investigativi. Aspetti che erano stati messi in luce anche nella motivazione della sentenza con cui erano stati assolti dal reato di lesioni tre agenti della polizia penitenziaria e da quello di omicidio colposo nove persone tra medici e paramedici dell'ospedale "Sandro Pertini".

La corte d'appello aveva sollecitato alla procura, inviando una serie di atti, approfondimenti "al fine di accertare eventuali responsabilità di persone diverse". Il presidente Mario Lucio D'Andria, nelle motivazioni, si spinse a dire che Cucchi "fu sottoposto ad una azione di percosse e non può essere definita una 'astratta congettura' l'ipotesi prospettata in primo grado, secondo cui l'azione violenta sarebbe stata commessa dai carabinieri che lo hanno avuto in custodia nella fase successiva alla perquisizione domiciliare".

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Redazione