Milorad Dodik, il presidente secessionista che guiderà la Bosnia Erzegovina (per la parte serba)
MILAN RADULOVIC/AFP/Getty Images
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Chi è Milorad Dodik, il presidente separatista che guiderà la Bosnia

È il rappresentante della comunità serba, amico di Putin e considerato troppo spregiudicato perfino da Trump

La fragile tranquillità in territorio bosniaco sancita dalla firma degli accordi di Dayton (1995) potrebbe subire uno scossone.

A mettere in pericolo l'apparente pace politico istituzionale di una delle comunità più frammentate dei balcani è la svolta estremista-nazionalista che ha preso la Bosnia Erzegovina dopo il voto politico di domenica che ha visto la vittoria non solo del nazionalista islamico Sefik Dzaferovic per la parte musulmana, ma soprattutto del separatista serbo Milorad Dodik, che con il 56% delle preferenze siederà su una delle tre poltrone destinate ad altrettanti presidenti di uno dei paesi con il sistema costituzionale più complesso del mondo.

Come funziona il sistema costituzionale bosniaco

Al termine della guerra nella ex Jugoslavia, affinché la neonata Bosnia Erzegovina potesse essere rappresentata da uomini che rispecchiassero le tre etnie politico religiose presenti sul territorio (i bosgnacchi musulmani, i croati cattolici e i serbi ortodossi) le forze internazionali hanno stabilito una presidenza a rotazione a tre con altrettanti parlamenti che si dessero il cambio di 8 mesi in 8 mesi durante il mandato.

Milorad Dodik, presidente uscente della Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina, rappresentarà la comunità serbo-ortodossa del Paese.

Chi è Milarad Dodik

Amico di Putin e vicinissimo alle idee di Steve Bannon - l'ideologo della neodestra ultrasovranista scaricato anche da Donald Trump - Dodik ha sempre considerato la Bosnia un "Non paese". Ha anche detto che si tratta di "Un'invenzione" e di "Un concetto fallito" e ha aggiunto che "Sarajevo è territorio straniero". 

Ai tempi della sua presidenza della Repubblica serba aveva indetto un referendum poi definito incostituzionale attraverso cui avrebbe voluto rendere il 9 gennaio - data d'inizio della guerra civile serbo croata - festa nazionale. I sì avevano raggiunto il 99,8% dei consensi.

Dodik, antieuropeista e filorusso da sempre minaccia la secessione della parte serba della Bosnia Erzegovina visto che il Paese che ora guida, secondo la sua visione politica, sarebbe stato costruito a tavolino dai musulmani e quindi i serbi non avrebbero ragione di vivere lì.

Il vero vincitore è Putin

Secondo gli osservatori internazionali il vero vincitore delle elezioni, visto lo scenario che va costituendosi, è Vladimir Putin cui è inviso il riformismo europeista della Serbia e punta ad aizzare gli animi degli ultrà serbi di Bosnia per avere carta bianca sui trattati di pace col Kosovo.

Di sicuro la presenza di due estremisti alla guida del triumvirato bosniaco non sarà facile da gestire per l'unico moderato eletto dalla comunità cattolico-croata e cioè il centrista Željko Komšić.

A lui il compito di evitare che la profonda crepa etnico-culturale che esiste in Bosnia Erzegovina tra musulmani e ortodossi si trasformi in una polveriera pronta a espodere in un nuovo conflitto civile. 

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Barbara Massaro