Chi è Valeria Fedeli, nuovo ministro dell’Istruzione e della Ricerca
Vicepresidente del Senato ed ex sindacalista, trova sulla scrivania dossier che scottano: primo fra tutti quello dei decreti attuativi della Buona scuola
Valeria Fedeli è il nuovo ministro dell'Istruzione, dell'Universita e della Ricerca. È stata scelta dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per sostituire Stefania Giannini, “colpevole” di aver voluto e sostenuto una riforma di grande impopolarità fra gli insegnanti.
Fedeli, (nata a Treviglio, in provincia di Bergamo, nel 1949) è un’ex sindacalista (Cgil, nel settore pubblico e in quello tessile), senatrice del Partito Democratico e vicepresidente del Senato.
Laureata in Scienze sociali a Milano, inizia l'attività sindacale nel Consiglio dei delegati del Comune di Milano, in rappresentanza delle insegnanti di scuola materna, e alla fine degli anni '70 ha il primo incarico in Cgil, e dal 1982 si trasferisce a Roma per assumere incarichi nella segreteria della Funzione Pubblica.
Dal 1984 assume in segreteria della Funzione Pubblica la carica di Responsabile dell'Organizzazione che mantiene fino al 1994 quando diviene responsabile del sindacato dei Lavoratori della Comunicazione. Nel 1996 entra in segreteria nazionale della Filtea, segretaria generale dal 2000 al 2010, diventa vice segretaria della Filctem nel 2012 e vicepresidente nazionale di Federconsumatori fino all'elezione in Senato di cui diviene uno dei vicepresidenti. È infine capolista del Pd in Toscana per il Senato alle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013.
"Onorata di ricoprire un ruolo così importante per il Paese. Lavorerò per una scuola di tutte e di tutti" - sono le prime parole di Valeria Fedeli da ministro. "La scuola è il luogo dove si costruisce il futuro dell'Italia, è una responsabilità che cercherò di assolvere con impegno e dedizione, ascoltando e coinvolgendo le migliori forze di quel mondo: gli studenti, i genitori, i lavoratori ed i loro rappresentanti. C'è tanto da fare, da domani sarà al lavoro, ringrazio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni per la fiducia".
Fedeli trova ad aspettarla nel suo nuovo ufficio a viale Trastevere parecchie questioni aperte. E alcune di queste sono assai spinose.
Deleghe Buona scuola
Innanzitutto le deleghe attuative della riforma della Buona scuola, uno dei cavalli di battaglia del governo Renzi. Ma anche i correttivi alla stessa riforma su cui l'Esecutivo proprio nelle ultime settimane aveva deciso di trattare con i sindacati. Per quanto riguarda le deleghe della Buona scuola scade a meta' gennaio il termine ultimo, previsto dalla legge 107, per approvare i decreti legislativi delegati. Sono nove le deleghe previste, tra cui, in particolare, quelle relative al sistema integrato 0-6 per nidi e scuole dell'infanzia e alla revisione della valutazione nel I ciclo e nell'esame di maturità.
Ferma anche la revisione della formazione tecnica e professionale e il reclutamento dei docenti, con le relative pendenze per sanare le graduatorie a esaurimento non ancora svuotate. Una delle primissime pagine da affrontare, nel dossier scuola, riguarda senz'altro la mobilità degli insegnanti (sulla questione è stata aperta una contrattazione con i sindacati e la scorsa settimana c'e' stato un incontro 'politico' con l'idea da parte del Miur di chiudere prima di Natale) e la controversa questione della "chiamata diretta".
Sul tappeto anche la trasformazione dell'organico di fatto in organico di diritto (una norma in proposito era stata inserita nella legge di stabilita' e viale Trastevere ha avviato una trattativa con il Mef avanzando la richiesta per 25.000 persone), il decreto per la sperimentazione del Liceo in 4 anni e naturalmente l'attuazione dell'accordo sui contratti.
C’è poi da portare a termine il concorso per docenti (ormai alle battute finali) e da far partire quelli, attesi da tempo, per dirigenti scolastici (pronto il regolamento e la lettera per il Mef) e Direttori dei servizi generali e amministrativi. Sul fronte Università in sospeso l'assegnazione della quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario e le famose "Cattedre Natta" contro cui si sono mobilitati nei mesi scorsi associazioni studentesche e sindacati. Da attuare, infine, il Programma nazionale della ricerca.
(Ansa)