Christine Quinn: New York potrebbe avere la sua regina
Tra i favoriti nella corsa a sindaco c'è la Quinn, presidente del consiglio cittadino. Se vincesse sarebbe il 1° "primo cittadino" donna e gay della Grande Mela
Non è solo l’assonanza del nome regale, ma Christine Quinn ha molte risorse per diventare la regina di New York, il primo sindaco donna (e dichiaratamente lesbica) della Grande Mela.
Per sette anni presidente del Consiglio comunale della città, la Quinn ha lavorato in grande armonia con il sindaco Bloomberg, il quale non ha mai nascosto la sua preferenza per la rossa democratica come suo erede, e sebbene la partita delle elezioni si giocherà il prossimo novembre in molti già danno la Quinn come vincitrice.
A partire dalla sua storia politica fino alla sua inconfondibile chioma rossa, tutto di lei è eloquente: al pari di Obama, la Quinn si è aperta la strada della politica lavorando come community organizer, aiutando i cittadini meno abbienti a non perdere le proprie case e incentivando i programmi di edilizia popolare. Entra a far parte del consiglio comunale nel 1999 -come rappresentante del terzo distretto che raggruppa i quartieri gay friendly di Chelsea, Greenwich Village e Hell's Kitchen- e nel 2009 ne diventa capo.
Messa accanto a Bloomberg, con la sua stazza imponente e la sua oratoria svelta e decisa, quasi lo mette in ombra. Ma il loro -a dispetto delle cariche antagoniste- è un sodalizio collaudato da tempo. Soprattutto da quando, grazie anche all’aiuto della Quinn, il sindaco è riuscito a far passare una legge per essere rieletto a un terzo mandato (di solito sono due). Un particolare questo è stato vissuto come un tradimento dall’elettorato newyorchese e di riflesso ha abbassato la stima nei confronti della stessa Quinn che, sebbene al 23% di gradimento nei sondaggi, dovrà scrollarsi di dosso quest’ombra.
L’Huffinghton Post ha definito la carriera di Christine Quinn come quella di un’outsider, una “progressista” che è poi riuscita a diventare una delle persone più potenti della città. Anni prima di approdare alla giunta comunale, la Quinn era un personaggio noto alle forze dell’ordine per il suo attivismo. Fu arrestata per disobbedienza civile almeno una dozzina di volte. Tra queste, quando cercò di boicottare la festa di San Patrizio, che tradizionalmente non ammette gay nel corteo che si snoda sulla Fifth Avenue.
L’impeto e l’energia –ammette lei stessa- non le mancano; li ha ereditati dalla nonna irlandese, una donna coraggiosa, e molto fortunata, che attraversò l’Atlantico a bordo del Titanic e fu ultima a salire sull’ultima scialuppa di salvataggio della nave.
La Quinn sa ben dosare il lato emotivo e quello decisionista del suo carattere, comunicando empatia attraverso il sorriso che, insieme al caschetto rosso rame, è un suo segno distintivo. Un sorriso empatico che è entrato nel cuore delle persone soprattutto dopo che le sue nozze con la compagnia Kim Catullo sono stati ripresi da tutte le tv e i giornali, avvicinando ulteriormente la dimensione privata della candidata al suo elettorato.
In una recente intervista Christine Quinn ha dichiarato che la cosa più coraggiosa che abbia mai fatto in vita sua è stato rivelare al papà di essere omosessuale, ma anche decidere di iniziare la corsa a sindaco di New York che, è come fare "bungee jumping", dice.
Si preparino quindi in velocità gli altri aspiranti sindaci -l’afroamericano William Thompson Jr., il cinese John Liu e l’italo americano Bill de Blasio -, una serie di uomini che potrebbe venire seriamente messi in difficoltà dalla rossa "Quinn".