Civati e Cavalli nella squadra di Ambrosoli
Il consigliere regionale e l'attore-capofila di Sel starebbero per salire sul carro dell'avvocato milanese
venerdì 9 novembre
Ore 11
Nella conferenza stampa che avrebbe dato il via di Giulio Cavalli (Sel) alla corsa alle primarie del centro-sinistra, il consigliere regionale annuncia che lui e Pippo Civati entreranno a far parte della squadra di Ambrosoli. Già la scorsa settimana c'era stato un incontro riservato tra i tre, mentre il pd s'esercitava nello stesso tentativo. Il retroscena è un regolamento di conti tra segreterie. Cavalli non è ben visto dentro il suo partito, che infatti si affretta a dichiarare l'apprezzamento per la discesa in campo di Ambrosoli, e Civati non avrebbe alcun sostegno dal Pd. Ma la cosa bizzarra di questo pre-corsa è che salire sul carro dell'avvocato non esclude, contemporaneamente, il mantenere in vita la candidatura di Cavalli per le primarie, qualora si facessero ugualmente. “Intanto io raccolgo le firme, non si sa mai”, sostiene lo stesso consigliere Sel.
Ore 14.30
Ambrosoli lunedì mattina avrebbe in agenda un incontro con le segreterie di partito (Sel, Idv e Pd) per trovare insieme una soluzione collaborativa sulla sua candidatura. L'ipotesi più probabile sarebbe quella di annullare le primarie e convergere sul sostegno alla corsa dell'avvocato. Diversamente, un uomo del suo staff rivela che non è esclusa la possibilità che Ambrosoli accetti di partecipare alle primarie del centro-sinistra. Scenario che muterebbe nuovamente la partita.
Giovedì 8 novembre
Colpo di scena. Umberto Ambrosoli, dopo una lunga attesa, si candida alla guida di Regione Lombardia, ma non corre alle primarie del centro-sinistra. Sgancia i partiti e scioglie la riserva in anticipo sui tempi previsti, pubblicando in serata, sulla sua bacheca facebook , una dichiarazione con cui offre la sua disponibilità.
“Renderò noto a breve l’ampio e qualificato elenco di coloro che -preliminarmente- mi hanno sollecitato con spirito civile a dichiarare disponibilità a candidarmi alla Presidenza della Regione Lombardia; per consentire un cambiamento vitale per le condizioni democratiche di questa istituzione. Si comprenderà che si tratta di istanze molto significative, cui si vanno aggiungendo figure rappresentative del quadro istituzionale soprattutto territoriale, in un arco di posizioni che appare fin da ora ampio, importante, plurale. Ampio anche più di ciò che ha fin qui rappresentato la connotazione tradizionale, cioè dei partiti, di “centro sinistra”. Comunque con il mio apprezzamento di ciò che nei partiti sta emergendo per promuovere rinnovamento. Dichiaro ora la mia disponibilità. Disponibilità ad assumere un’iniziativa politica. A verificare le condizioni di aggregazione di rappresentanze sociali e forze politiche in un nuovo patto civico. A presentare linee di programma che consentano ai più di convergere unitariamente”.
La notizia è che con questa mossa Ambrosoli mette all'angolo il Pd e sbaraglia la coalizione di centro-sinistra, che gli aveva chiesto di candidarsi, a più riprese. Una fonte a lui molto vicina rivela che l'avvocato ha speso l'ultima settimana nel sondare se vi fosse realmente quella “rete civica”, sciolta dalle segreterie di partito, con cui correre alla guida della Regione Lombardia. A poche ore dall'annuncio, sulla bacheca dell'avvocato si scatenano gli attestati di stima, gli incoraggiamenti e l'apprezzamento per il suo coraggio. A questo punto il cerino in mano rimane al PD, con una consultazione, come quella delle primarie, “strangolata in culla”. Dopo continui ripensamenti e successive smentite, l'ipotesi che si parta sembra sempre più lontana. Lo stesso segretario regionale Martina parla con formule dubitative della corsa.
Ambrosoli sfiderebbe, eventualmente, il candidato vincitore delle primarie, qualora rimanessero in piedi.
Alle sue spalle, sembra, un programma politico molto simile a quello di Gabriele Albertini – area centro-destra, ma in corsa con una lista civica “Onestà al potere” - e una macchina che può contare sull'appoggio di Rcs – Ambrosoli è nel cda di Rcs Mediagroup – su Piero Bassetti (presidente, a sua volta, della Regione Lombardia negli anni 70 e sostenitore del sindaco Pisapia nelle scorse amministrative) e sul noto finanziere Guido Roberto Vitale, vendoliano della prima ora e già azionista del Fatto quotidiano.