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Clima: rispettare gli accordi di Parigi fa risparmiare trilioni di dollari

I costi per la salute crollerebbero e così le morti premature. Intanto il prezzo delle energie rinnovabili è in continuo calo

Il 2017 è stato l'anno più verde nella storia del Regno Unito. Il paese dove ha avuto inizio la rivoluzione industriale, in seguito alla quale la Terra ha cominciato il suo lento surriscaldamento, ha infatti per la prima volta generato più elettricità dal vento che dal carbone. E negli Stati Uniti, l'energia solare ed eolica hanno costituito quasi il 95% nei nuovi impianti di generazione di energia. Un nuovo rapporto dell'Agenzia Internazionale delle Energie Rinnovabili (IRENA) sostiene che il costo delle energie rinnovabili calerà notevolmente entro il 2020, portandolo alla pari se non al di sotto del costo delle fonti fossili.

Tagliare le emissioni conviene

L'energia generata da combustibili fossili costa oggi tra 5 e 17 centesimi di dollaro per kilowattora nei paesi del G20. Entro il 2020, tuttavia, si prevede che le energie rinnovabili costino tra i 3 e i 10 centesimi per kilowattora. Tutto questo per dire che tagliare drasticamente le emissioni comincia a sembrare un obiettivo raggiungibile anche perché non più economicamente proibitivo, ma anzi conviene. Se a essere determinante è la volontà politica dei governi, certo le questioni di natura economica sono centrali nello spostare l'opinione dei decisori.

E se i costi dell'energia pulita la renderanno finalmente concorrenziale, spingendo sempre più massicciamente per la sua adozione, anche i risparmi conseguibili in termini di spese sanitarie potrebbero rappresentare una variabile determinante. Lo sostiene uno studio appena pubblicato su The Lancet Planetary Health, secondo il quale investire nella riduzione delle emissioni di gas serra sarebbe molto più economico che pagare i costi sanitari associati all'aria inquinata e comporterebbe milioni di morti premature in meno.

Raggiungere gli obiettivi dell'accordo sui cambiamenti climatici di Parigi investendo in tecnologie a basse emissioni potrebbe far risparmiare ai governi circa 54 trilioni di dollari in costi per la sanità entro la metà del secolo. "Rimuovere i sussidi per i combustibili fossili e imporre tasse sul carbonio potrebbe, se fatto in maniera adeguata, migliorare la salute, ridurre le emissioni di gas serra, ridistribuire la ricchezza e stimolare l'occupazione", affermano gli autori del rapporto.

Risparmio in salute

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, nell'80% delle città del mondo i livelli di inquinamento superano il limite di sicurezza fissato dall'Oms stessa. Questo vuol dire che miliardi di persone sul pianeta sono esposte a un inquinamento che le mette a rischio di contrarre malattie e morire prematuramente. E in effetti sei milioni e mezzo di persone muoiono ogni anno nel mondo per cause legate alla cattiva qualità dell'aria.

"La buona notizia", sostiene Phillip J Landrigan, epidemiologo americano che si occupa di salute infantile, tra gli autori del rapporto del Lancet, "è che l'inquinamento atmosferico ambientale può essere controllato e le malattie che causa possono essere prevenute. L'inquinamento atmosferico ambientale non è la conseguenza inevitabile della crescita economica moderna".

"Le città e i paesi dovranno passare a fonti di energia non inquinanti, incoraggiare il pendolarismo attivo, migliorare le loro reti di trasporto, ridisegnare i processi industriali per eliminare gli sprechi e allontanarsi dal modello di crescita economica cosiddetto "prendi-costruisci-usa-getta" per andare verso un modello economico circolare, pulito e sostenibile".

I benefici superano i costi

"L'accordo di Parigi collega esplicitamente l'azione per il clima a un ambiente più sano - dall'aria più pulita,  ai rischi ridotti di ondate di calore estreme fino al tenere sotto controllo la diffusione delle malattie. Oggi dobbiamo pensare in modo diverso al rapporto tra salute del clima e salute umana ", afferma la segretaria esecutiva della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, Patricia Espinosa.

A livello globale, sostengono gli autori del rapporto, il valore dei co-benefici per la salute è maggiore del costo per raggiungere l'obiettivo di mitigazione delle emissioni in tutti gli scenari considerati. In pratica agire per abbattere le emissioni costerà comunque meno che non fare niente e lasciare le cose come stanno. Se non è un incentivo questo...

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Marta Buonadonna