La condanna di El-Fattah e il pugno duro di Al Sisi
I cinque anni di reclusione per l'ex leader di Piazza Tahir svela anche simbolicamente la natura autoritaria del nuovo regime egiziano
Condannato a cinque anni di reclusione per aver preso parte a una manifestazione non-autorizzata durante la quale furono compiuti, secondo i giudici, alcuni atti di vandalismo. Alaa Abd El-Fattah è uno dei più noti blogger egiziani nonché volto storico delle proteste del 2011 a piazza Tahir che portarono alla destituzione di Hosni Mubarak e al successivo colpo di Stato del generale Al Sisi.
Figlio di un avvocato impegnato nella difesa dei diritti umani (recentemente scomparso) e di una docente di matematica presso l'Università della capitale egiziana, anche lei in prima fila nella denuncia degli abusi del vecchio e del nuovo potere egiziano, El-Fattah rappresenta l'anima laica e progressista della rivolta che diede il via alla primavera araba in Egitto, nata tra grandi speranze popolari e soffocata sul nascere dal combinato disposto di rigurgiti islamisti e sanguinaria repressione da parte della giunta militare. Anche sua sorella è in carcere per avere preso parte a una manifestazione non autorizzata.
A poche settimane dai 230 ergastoli inflitti da un tribunale militare contro gli oppositori, la condanna dell'attivista di sinistra segna anche simbolicamente la fine delle illusioni di una possibile evoluzione democratica dello Stato egiziano, ormai stabilmente in mano all'esercito. Stati uniti e Europa hanno trovato un alleato nella guerra contro l'Isis, gli oppositori uno spietato dittatore che, secondo Amnesty International, rischia di far rimpiangere, nel più assoluto silenzio, persino la polizia di Hosni Mubarak.