Consiglio Ue, lo stop di Polonia e Ungheria sui migranti fa saltare l'intesa
Il premier ungherese Viktor Orbán ha riassunto in un'intervista a Kossuth Radio la lunga trattativa dei leader sovranisti al Consiglio europeo, dichiarando: «Era in corso una guerra sull'immigrazione»
Giovedì è stata la prima giornata di riunione del Consiglio europeo, segnata dal veto di Budapest e Varsavia sul capitolo delle conclusioni dedicate alla migrazione. L'incontro è perdurato fino a tarda notte e l’intesa sui migranti è saltata. Viktor Orban e Mateusz Morawieski, presidenti di Ungheria e Polonia dicono no al patto sui migranti, vogliono cambiare le regole, sono contrari alla norma che prevede la ricollocazione obbligatoria o una compensazione economica a carico dei Paesi che si oppongono. «Era in corso una guerra sull'immigrazione», così il premier ungherese Viktor Orbán ha riassunto in un'intervista a Kossuth Radio la lunga trattativa dei leader sovranisti al Consiglio europeo. I lavori vengono così aggiornati a oggi.
In tutto questo la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, si è trovata in una posizione complicata: nelle istituzioni europee Meloni è sempre stata una storica alleata del cosiddetto “fronte conservatore” composto da Ungheria e Polonia con i rispettivi primi ministri, Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki, ma al momento si dice soddisfatta dell’accordo raggiunto sulla riforma del regolamento di Dublino.
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