Corea del Nord: come fare a scappare dal Paese
Alcuni tentano seguendo il fiume Yalu, che passa il confine con la Cina fino a Dandong. Pochi raggiungono il Sud attraverso la zona demilitarizzata
Ogni anno più di mille persone tentano di fuggire dalla Corea del Nord e da Kim Jong-un. Alcune lo fanno attraverso la DMZ, ovvero la zona demilitarizzata a cavallo del 38º parallelo. Altri tentano di passare dal confine con la Cina.
In totale secondo Seul, sarebbero più di 30 mila nordcoreani che sono scappati dalla tregua proclamata dopo la guerra coreana del 1953.
Verso la Corea del Sud
Nella zona demilitarizzata di confine i soldati di entrambe le Coree stanno sull'attenti, gli uni di fronte gli altri, separati da un corridoio che divide il Nord dal Sud. Restano a guardia del confine 24 ore al giorno, con turni pesantissimi perché la minaccia di guerra costante fa sì che questi militari debbano essere sempre pronti al combattimento. E poi, ogni tanto c’è qualcuno che tenta di scappare. E qualcuno che ce la fa.
L’ultimo defector
È quello che è accaduto a un soldato, il quarto negli ultimi tre anni, a novembre. Secondo una dichiarazione rilasciata dalla Corea del Sud, il giovane lo ha fatto attraversando l'area di sicurezza comune (JSA) in zona Panmunjom, che è l'unica porzione demilitarizzata in cui entrambe le forze si trovano faccia a faccia. Una sorta di varco armato che rende possibile, anche se estremamente difficile la fuga.
La zona infatti è ancora difesa con le armi perché la Corea del Nord e la Corea del Sud sono tecnicamente ancora in guerra, dal momento che il conflitto tra loro si è concluso nel 1953 con una tregua e non con un trattato di pace formale.
Secondo i media sudcoreani, questa è solo la terza fuga avvenuta in tutta la JSA (zona di difesa congiunta) a partire dalla fine della guerra fredda. L'ultima volta che un soldato l’ha attraversata era il 2007, e prima era avvenuto nel 1998.
I fuggitivi nel 2017 dal confine cinese
Secondo i funzionari di Seul, da gennaio ad agosto 2017, invece sarebbero 780 le persone che sono fuggite dalla Corea del Nord. Anche se il numero è sceso del 13% rispetto al 2016.
La diminuzione di fuggitivi è anche il risultato di una sorveglianza più severa del governo e di una maggiore sicurezza delle frontiere da parte dell'esercito di Kim Jong-un.
C’è da dire che la maggioranza delle persone che scappano scelgono la via della Cina, che confinando per 1.420 chilometri con la Corea del Nord, è più facilmente attraversabile rispetto alla zona pesantemente protetta della DMZ. Al confine con la Cina, appunto, esistono due principali passaggi di frontiera sorvegliati da militari che sono ritenuti i più pericolosi da oltrepassare.
Molti infatti scelgono di attraversare il fiume Yalu, limen naturale che separa Pyongyang da Pechino, l’unica via di fuga possibile dalla dittatura di Kim Jong-un.
La città nordcoreana di Sinuiju e la città cinese di Dandong si trovano geograficamente una di fronte all'altra. Tra loro, il fiume Yalu, segna infatti il confine tra i due Paesi dove dalla parte nordcoreana i soldati si danno il cambio dalle torrette di legno aprendo il varco ai possibili scambi commerciali ma chiudendolo ai più temerari fuggitivi.