Corea del Nord, cosa sono gli attacchi a impulsi elettromagnetici (Emp)
L'ipotesi di alcuni scienziati: piccole bombe all'idrogeno che provocherebbero effetti molto più catastrofici di quanto ipotizzato finora
Che la probabile guerra tra Corea del Nord e Stati Uniti si giocherà su un campo di battaglia prettamente digitale è un dato di fatto. Da anni, gli hacker di entrambe le fazioni tentano di intrufolarsi in reti e strutture nemiche, per rubare documenti segreti e cercare di sabotare centrali e sistemi di gestione della produttività su larga scala.
Se il bruco di Kim Jong-un è già dentro la mela, come ha spiegato di recente il Dipartimento di sicurezza USA, i timori di un’offensiva da lontano, senza necessità che l’esercito nordcoreano si avvicini al suolo statunitense, crescono di giorno in giorno.
Nelle ultime settimane Washington ha puntato l’attenzione sull’eventualità di un attacco a impulsi elettromagnetici o Emp (ectromagnetic pulse), figlio dei test missilistici svolti da Pyongyang. Si tratta di un tipo di minaccia di cui finora si è parlato poco, perché offuscato dalla più conosciuta bomba nucleare.
Cos’è l’Emp
Senza scendere troppo nei dettagli, l’effetto di un impulso elettromagnetico si può avere in due modi: in seguito allo scoppio di un ordigno atomico oppure di uno a idrogeno. Il secondo caso è quello potenzialmente più distruttivo, perché porterebbe con sé sia le conseguenza di un’esplosione localizzata e ampia (non a caso viene definita arma nucleare “a due stadi”) che della diffusione di raggi Emp, in grado di bloccare la quasi totalità delle operazioni necessarie alla vita quotidiana.
Il lavoro ingegneristico della Corea del Nord potrebbe rivolgersi alla realizzazione di tante piccole bombe all’idrogeno, mirate più alla diffusione di impulsi elettromagnetici che di danni nucleari.
Quali sono gli effetti
Perché tanta paura intorno all’Emp?
Consideriamo un ordigno a idrogeno come una bolla d’acqua, esplosa a un’altezza elevata. Subito dopo lo scoppio, anche se da una certa distanza, le goccioline raggiungono comunque il terreno, coprendo una zona ampia. Allo stesso modo, una bomba Emp pensata per diffondere impulsi elettromagnetici, in gergo High Altitude Electromagnetic Pulse, può esplodere pure a 30 km da terra disperdendo nell’ambiente i suddetti fasci.
L’effetto sarebbe devastante, simile a quello di una tempesta solare: tutte le attività che usano l’elettricità, entro un determinato spazio, andrebbero in blackout.
Stando al Dipartimento di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, la Corea del Nord in questo modo potrebbe causare la morte del 90% degli americani, a seguito degli effetti sul breve e medio periodo di una bomba atomica-nucleare con innesco di impulsi elettromagnetici.
Il raggio di azione di una bomba Emp sugli USADaily Mail
Quotidianità azzerata
Nel complesso: niente più comunicazioni satellitari, nessun coordinamento tra forze dell’ordine e centrali, server e data center bloccati, assenza di operazioni di rifornimento e smistamento di beni di prima necessità, come acqua e cibo e, peggio di tutto il resto, arresto totale e immediato dei mezzi di trasporto terra-aria-mare: problemi per gli aerei (senza rotta aggiornata il rischio di collisione è evidente), treni, metropolitane. Insomma, un’interruzione senza precedenti, che riporterebbe la prima potenza al mondo negli anni ’30.
La difesa con gli Nke
Nonostante gli sviluppi di un’arma Emp si conoscano da tempo, molte delle infrastrutture degli States non sembrano pronte a fronteggiare l’attacco. L’esercito però ha intenzione di estendere la fornitura, almeno nei dintorni delle aree più sensibili, di scudi Nke, ovvero non-kinect effects, che dovrebbero mitigare i danni, depotenziando gli impulsi. Ad oggi non si hanno molte notizie su tale forma difensiva, probabilmente per non svelare a Kim Jong-Un dove è già presente.
Attacco reale
C’è da dire che le stime numeriche sugli effetti distruttivi degli impulsi elettromagnetici e la percentuale di cittadini a rischio sono frutto di valutazioni sulla carta. Di certo i test nucleari svolti dalla Corea del Nord in tempi recenti non sono solo uno svago del dittatore. Dietro alle operazioni sperimentali c’è sicuramente tanta propaganda ma anche un fine: capire dove Pyongyang può realmente arrivare in considerazione di uno scontro con la U.S. Army.
Possibile o no, il pericolo c’è
Alcuni esperti, tra cui Peter Pry, già membro del Congresso e a capo della commissione che ha studiato l’Emp come minaccia bellica, sono convinti della possibilità di un attacco a impulsi che ha il potere di colpire l’intero Nord America, mettendolo fuori gioco. Altri, come Philip Coyle, un ex del Pentagono, e Sharon Burke, assistente nell’amministrazione Obama, scelgono una via più cauta, ricordando che l’esercito ha già analizzato negli anni ’80 rischi del genere, dotando i suoi militari, nel periodo della Guerra Fredda, di strumenti idonei a contrastare i campi elettromagnetici.
Ma decenni di simulazioni e procedure sorpassate di certo non assicurano oggi una copertura completa contro il pericolo Emp, tantomeno se prende di mira obiettivi che trent'anni fa nemmeno esistevano.
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