Corea del Nord: l'Onu chiede lo stop ai programmi nucleari
La riunione d'emergenza dopo il missile sul Giappone non aggiunge sanzioni e chiede a Pyongyang di abbandonare le armi nucleari. Prevalgono Cina e Russia
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, riunitosi il 29 agosto in emergenza dopo l'ultima provocazione militare della Corea del Nord che ha lanciato un missile sul Giappone, ''condanna fortemente'' e definisce "oltraggiosa" l'operazione ma non minaccia nuove sanzioni a Pyongyang.
Si limita a chiedere a tutti gli Stati membri di ''attuare pienamente, in modo rigoroso e veloce'' le sanzioni già imposte dalle Nazioni Unite e al regime di Kim Jong Un di abbandonare tutte le armi nucleari e i programmi nucleari esistenti in modo completo, verificabile, irreversibile, e di non condurre ulteriori test, oltre a rispettare le risoluzioni Onu.
Dal canto suo il presidente americano Donald Trump ha ribadito che "tutte le opzioni sono sul tavolo" per rispondere alle continue provocazioni del Nord, quella militare inclusa. "No", ha messo subito un freno la Cina, a prese di posizioni individuali.
La linea di Cina e Russia
Ed è stata proprio la linea di Russia e Cina a prevalere nel Palazzo di Vetro. Nelle ultime 24 ore, allarmate per la situazione, le due nazioni avevano ribadito l'inutilità di aggravare le sanzioni contro il Paese, una presa di posizione che non avrebbe assolutamente giovato alla risoluzione delle tensioni. "È chiaro a tutti che l'opzione delle sanzioni alla Corea del Nord si è ormai esaurita", ha detto il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov. "Maggiori sanzioni non risolveranno il problema. L'Onu deve passare una risoluzione che dica chiaramente no ad una soluzione militare e a sanzioni unilaterali fuori da quelle approvate dal Consiglio di Sicurezza".
La Cina, alleato storico di Pyongyang, ha criticato il Nord, invitando le parti all' "autocontrollo" e mettendo in guardia che l'inasprimento del pressing "non risolverà fondamentalmente il problema". Pechino "si oppone" alle mosse del Nord contro le risoluzioni dell'Onu, ha affermato Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri, rilevando il "momento critico" della situazione "altamente sensibile" per la quale tutti dovrebbero creare le condizioni per la ripresa del dialogo e i negoziati".
La risposta della Corea del Sud
Intanto Seul ha avviato manovre aeree con 4 caccia F-15 che hanno sganciato 8 bombe MK-84 usate per demolire i bunker sotterranei vicino al confine con il Nord. "Le nostre forze aeree spazzeranno via la leadership del regime nordcoreano con la forte capacità di attacco in caso sia a rischio con armi nucleari e missili la sicurezza del nostro popolo e dell'alleanza Usa-Corea del Sud", ha assicurato il maggiore Lee Kuk-no, a capo delle manovre.
Il presidente sudcoreano Moon Jae-in, confermando il duplice approccio della fermezza e del dialogo, ha sollecitato sforzi utili per aprire un canale. "Anche oggi la Corea del Nord ha compiuto una provocazione balistica, ma quello che dobbiamo fare e' lavorare piu' duramente per cambiare le relazioni tra Nord e Sud", ha detto Moon nel resoconto del portavoce Park Su-hyun.