L'Europa condanna le carceri italiane
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L'Europa condanna le carceri italiane

Le parole della Corte europea sono una vera debacle per la nostra giustizia. Troppi detenuti (il 40% in attesa di giudizio)

Se sette detenuti (un albanese, due marocchini e tre italiani) riescono a ottenere dalla Corte europea dei diritti dell’uomo un risarcimento di 99.600 euro per le «condizioni degradanti e inumane» che hanno dovuto sopportare in cella, quanto costerà domani all’Italia il vergognoso disastro delle sue carceri sovraffollate?

In questo momento, calcola la Corte, i ricorsi provenienti dalle carceri del nostro Paese, e attualmente pendenti a Strasburgo, sono 550. Se ognuno di loro dovesse ottenere un risarcimento di circa 14.000 euro, la cifra sarebbe di quasi 8 milioni. Poco, per chi ha subito sofferenze ingiuste (che su questo blog sono state spesso raccontate). Tanto, per uno Stato inadempiente e colpevole di averle tollerate. Ma i ricorsi, aggiungono a Strasburgo, «sono in forte, continuo, progressivo aumento».
Lanciata dall’Associazione per la giustizia Piero Calamandrei, un movimento vicino al Partito radicale, la meritoria campagna legale internazionale per il riconoscimento dei diritti (minimi) dei detenuti in Italia aveva già ottenuto una prima vittoria nel 2009. Ma questa nuova sentenza, arrivata ieri, è una vera debacle (non solo d’immagine) per la giustizia italiana e per il sistema carcerario.

La Corte, infatti, si è detta letteralmente «molto colpita» dalla scoperta (scoperta!) che nei 206 istituti penitenziari italiani, su 65.701 detenuti (attenzione, la capienza regolamentare sarebbe di appena 47 mila!), più del 40% sia in attesa di giudizio. In media, i reclusi in base a un ordine di custodia cautelare per una buona metà vengono poi prosciolti o assolti perché riconosciuti innocenti.

La Corte ha dato all’Italia un anno per ovviare alla drammatica situazione. Ma come si può ipotizzare che in 12 mesi si risolva un disastro che fa sì che, su 100 posti disponibili nelle prigioni, oggi siano ospitati 148 detenuti, con punte di 230?

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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