Cosa ha detto Sergio Mattarella nel discorso di fine anno
Il Presidente della Repubblica ha messo al centro le prossime elezioni, la responsabilità dei partiti di guardare al futuro e dei giovani al primo voto
Le elezioni si avvicinano e il voto del 4 marzo deve essere visto come "una pagina bianca": ora la penna passa prima agli elettori, anche ai giovani diciottenni che votano per la prima volta. E alle forze politiche che devono riempire di "contenuti realistici" i programmi elettorali superando "la trappola dell'eterno presente", obbligati a recuperare "l'orizzonte del futuro".
Il Presidente della RepubblicaSergio Mattarella compare alle 20.30 del 31 dicembre sugli schermi degli italiani dallo studio "alla vetrata", quello famoso per le consultazioni sulla formazione dei nuovi governi, quasi a voler rimarcare il taglio istituzionale del suo intervento.
Il discorso di fine anno di Mattarella | video
Non è infatti un discorso di routine per il presidente della Repubblica all'interno di una campagna elettorale che si annuncia incandescente. "Non sarò io a dettare l'agenda", chiarisce subito Mattarella in un discorso brevissimo di appena 10 minuti. Vola alto e richiama i cittadini ad uscire dal torpore, a non avere paura del domani perché "le difficoltà sono superabili".
A non cadere "preda del risentimento" e soprattutto a partecipare tutti al voto perché le elezioni sono "il vertice assoluto della democrazia".
Il capo dello Stato non vive con lo sguardo rivolto al passato, del quale pure bisogna nutrirsi (ad esempio con la Costituzione), ma cerca di scuotere una politica che sembra indietro rispetto alla folle corsa dei tempi: "bisogna interpretare, e comprendere, le cose nuove. La velocità delle innovazioni è incalzante; e ci conduce in una nuova era, che già cominciamo a vivere"
Mattarella invita al "coraggio perché l'autentica missione della politica consiste proprio nella capacità di misurarsi con le novità, guidando i processi di mutamento". Ma soprattutto i partiti hanno "il dovere di fornire ai cittadini proposte adeguate, proposte realistiche e concrete".
Un dovere "fortemente richiesto dalla dimensione dei problemi del nostro Paese". Tra tutti quello del lavoro che manca resta "il primo, ed è certamente la più grave questione sociale" che chiunque vincerà le elezioni dovrà affrontare. "Anzitutto per i giovani, ma non soltanto per loro", aggiunge.
C'è tanto altro nel seppur breve discorso di Mattarella che non manca di cucire presente e passato per ricordare a tutti le conquiste della storia, il benessere portato dall'Unione europea. E lo fa parlando dei "ragazzi del '99 con un ricordo ai ragazzi di cento anni fa che morirono nelle trincee per l'Italia e un rimando ai ragazzi di oggi che per la prima volta si apprestano al voto in un clima di pace e libertà senza precedenti per l'Europa. "In questi mesi di un secolo fa - ricorda il presidente - i diciottenni di allora vennero mandati in guerra. Molti vi morirono. Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica. Propongo questa riflessione perché, talvolta, corriamo il rischio di dimenticare che, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, viviamo nel più lungo periodo di pace del nostro Paese e dell'Europa. Non avviene lo stesso in tanti luoghi del mondo".