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Crepet: «Giovani, la cosa più erotica è la vita»

Giovani, genitori, educazione, sesso, Dialogo con il noto psicologo con un occhio di riguardo ai ragazzi di oggi

“Smettiamola di rincorrere la normalità. Non siamo normali per la sola ragione di essere unici. Democrazia vuol dire avere tutti gli stessi diritti senza essere uguali. Un adolescente che non sia inquieto è inquietante, però noi li vogliamo tranquilli…”. Tutti in fila per Paolo Crepet, psichiatra e sociologo. Il professore pungola, scuote e sollecita il pubblico a non rincorrere la normalità. Parla di nonni consulenti che insegnano ai nipoti a usare la macchinetta del caffè senza dare l’opportunità di arrangiarsi da soli. Parla di genitori che preparano lo zainetto anche quando non c’è più bisogno perché i figli hanno raggiunto l’età giusta per essere autonomi. Crepet sollecita a mordere la vita e ritiene che l’educazione e la formazione siano il primo passo per occuparsi del futuro dei giovani.

Già a 12 anni si fa sesso sul talamo di mamma e papà…

Se si pensa che OnlyFans è open, allora è colpa nostra se succede questo ai ragazzi. E se OnlyFans lo vede il papà e la mamma, poi lo possono vedere anche i ragazzi. Non è assolutamente una cosa geniale fare sesso a 12 anni e mezzo. Oggi, da parte dei genitori non c’è apertura, ma menefreghismo. Il problema non è quello del fare sesso, ma piuttosto è quello che bruci. Il problema è capire se poi a 30 anni la persona vorrà ancora cercare erotismo da qualche parte. E non parlo di cose genitali, ma della vita. L’erotismo è la vita.

Cosa pensa della ragazzina di 12 anni stuprata qualche giorno fa a Parigi da tre suoi coetanei?

Il caso è importante, è preoccupante. Non sto sottovalutando assolutamente. Sono impressionato. Non posso dire molto, so solo che bisogna capire cosa c’è dietro a un comportamento così violento. Bisogna capire da dove viene.

Quali sono le bestemmie dei giovani?

Soldi, raccomandazione e fortuna: sono le tre bestemmie dei giovani. I soldi non fanno sognare, ma sono le idee che sono importanti. Sono i sogni che producono soldi.

Cosa significa educare un figlio?

Educare significa togliere e non aggiungere. Se hai bisogno del cartolaio in città, allora è bene che il figlio se lo vada a cercare e non che i genitore lo cerchi per lui.

Come sono i nonni di oggi?

Sono dei “rincoglioniti”, banali. Non sono esplosivi. Si pensa solo a cose negative. E’ molto difficile invecchiare sereni.

Quando un padre incita la propria figlia già quando è all’asilo a essere migliore di un maschietto e poi magari la incita a menare il suo compagno. Cosa pensa?

Ripetere la storia non è mai interessante. Bisogna reinventarla. Fare come i nostri antenati che menavano, non mi sembra un granché. Fai piuttosto come qualcuno di antenato che ha scoperto qualcosa e non che ha menato qualcuno.

Che cos’è l’amore?

L’amore è difficile per definizione. Lo devi conquistare tutti i giorni. Si chiama anche rispetto di chi fugge. Significa amare chi ha più coraggio di te. L’amore è anche una scelta e non è una dipendenza. L’amore del lucchetto e del buttare via la chiave, quello del te ed io uniti per sempre non va bene. Quello è possesso. Il possesso piace viverlo quando nessuno ti ha insegnato il valore dell’indipendenza e dell’autonomia. I genitori dovrebbero lasciar vivere i ragazzi per renderli autonomi. Dovrebbero lasciarli in pace anche quando sono in crisi d’amore, dovrebbe fare due o tre passi indietro rispetto a loro. Non c’è bisogno di essere sempre presenti nella vita degli adolescenti perché s’impara a vincere solo allenandosi a perdere.

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Rosita Stella Brienza

Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università Lumsa di Roma; Master in Business e Comunicazione all'Istao di Ancona. Giornalista dal 2008 per Repubblica, La Nuova del Sud e Panorama.it. Dal 2015 collaboratrice a Radio Laser

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