Crociere e camping on board: ecco come sbarcano i terroristi
Come possono arrivare nel nostro Paese i foreign fighter. I flussi degli elementi pericolosi sono ben diversi da quelli dei migranti sui barconi
L'Italia è un Paese "di passaggio". Il ministro dell'Intero, Angelino Alfano ha fornito un numero preciso dei foreign fighter che sono transitati nel nostro Paese: 53. Di questi, quattro solamente sono di nazionalità italiana.
"Abbiamo pronta una legge per contrastare meglio i foreign fighter- precisa Angelino Alfano – e intendiamo colpire chi vuole andare a combattere nei teatri di guerra, non solo i reclutatori. Vogliamo imporre un maggiore controllo di polizia su queste persone ed agire anche sul web, usato da chi si radicalizza".
Ma non viene monitorato con attenzione solo il web. Come sono entrati nel nostro Paese questi 53 foreign fighter? Sicuramente non utilizzando i barconi diLampedusae neppure quelle carrette di disperati che tentano di arrivare sulle coste della Puglia.
Le metodologie sono molto più sicure e lontane dai flussi migratori che l’opinione pubblica è portata a considerare ‘pericolosi’. Utilizzano i documenti Schengen oppure le crociere sulle tratte che collegano la Grecia e l’Albania con l’Italia
Panorama, mentre la maggior parte dei quotidiani concentrava la sua attenzione sull’isola siciliana, già nel settembre 2008 indicò la città di Veneziacome il ponte di ingresso dei terroristi in Europa. Dopo sei anni, nel 2014, gli arresti effettuati a fine agosto, hanno dimostrato il passaggio e lo stazionamento di gruppi estremisti nel territorio veneto.
Tre sono le tipologie di sbarchi che si verificano nella città lagunare ma anche in altre città e zone della costa adriatica e che, ormai da alcuni anni, destano allarme tra l'intelligence italiana e straniere, in primis Danimarca, Norvegia, Svezia, Germania, Francia e Usa. Sono sbarchi differenti rispetto a quelli che si verificano a Lampedusa, non solo per il numero di clandestini ma anche per le modalità di ingresso sul territorio italiano e per etnie.
La prima tipologia di sbarco, che si verifica da poco meno di una decina di anni e considerata la più pericolosa e anche la più difficile da individuare e controllare per le forze di polizia, è quella utilizzata dalle cellule terroristiche per introdurre in Italia denaro e soprattutto armi. Questi soggetti arrivano da soli o al massimo a coppia sul territorio italiano. Vengono lasciati a circa due miglia dalla nostra costa, da grossi yacht e trasferiti su piccoli gommoni o imbarcazioni di pochi metri che attraccano in porticcioli turistici molto piccoli e per questo meno controllati dalle forze dell’ordine.
La maggior parte di questi uomini sono di etnia afghana, irachena e siriana.
Alcuni di loro rimangono in Italia raggiungendo l'hinterland di Bologna poi paesini della periferia torinese e versante ligure. Quelli che sbarcano nell’area compresa tra Trieste e Venezia, solitamente raggiungono i Paesi del Nord Europa.
Poi c’è la seconda tipologia, altrettanto pericolosa e difficile da individuare per la polizia perché è usata non solo da soggetti vicini alle cellule terroristiche presenti in tutta Europa ma anche da qualche famiglia in cerca di fortuna. Da alcuni anni, infatti, esiste un flusso di clandestini arabi con passaporto falso che sbarcano nelle banchine dei porti, all’interno dell’area doganale riservata ai Paesi della Comunità europea. In che modo riescono ad accedervi? Arrivano a bordo di automobili che vengono imbarcate su navi passeggeri. I clandestini, così, risultano turisti della Comunità europea e ovviamente non vengono controllati.
Il fenomeno è stato per moltissimi mesi allo studio del Comitato Parlamentare di Controllo per i Servizi di Informazione e Sicurezza e per il Segreto di Stato. Questi soggetti, infatti, sono in possesso di visti falsificati, così come i permessi di soggiorno ovviamente falsi dei Paesi di Schengen.
Molti di questi clandestini risalgono il continente europeo in direzione Nord ma molti altri si “rifugiano” nel Centro e Nord Italia creando gruppi terroristici e nuove interazioni con cellule sparse in Medio Oriente, Usa, Paesi scandinavi, Germania e Austria.
Ma sono proprio le crociere ad essere diventate il nuovo punto di osservazione per lo sbarco dei terroristi. In sostanza, il mezzo di trasporto preferito dai combattenti.
La tratta 'più gettonata' dalle cellule terroristiche è quella coperta anche dal traghetto andato a fuoco a fine 2014, la Norman Atlantic, ovvero Grecia- Italia, e l’altro metodo utilizzato, il terzo, è quello dei camper.
Soggetti legati alle cellule terroristiche riescono a attraversare l’Adriatico sfruttando una delle pratiche pericolosissime per la navigazione ma autorizzate dagli stessi armatori che è quella del camping on board.
Questi soggetti, talvolta con la complicità di alcuni camperisti, riescono ad imbarcarsi senza essere identificati e a sbarcare sul nostro territorio senza essere censiti. Durante tutta la traversata campeggiano all’interno della stiva, dentro i camper. Mangiano, dormono senza che nessuno chieda loro un documento di riconoscimento.
Una volta raggiunto il territorio si sganciano e raggiungono le località di destinazione. Stessa cosa accade anche in senso opposto.
I foreign fighter si imbarcano clandestinamente dai porti di Venezia, Ancona, Brindisi per raggiungere l’Iraq e la Siria senza lasciare dietro di sé tracce della loro partenza.