Cercasi croupier, possibilmente italiani
Genting, titolare di catene di resort e casinò, ha inaugurato la sesta sala da gioco a Londra: il personale è quasi tutto italiano e si è formato al Centro formazione croupiers di Padova
di Alessandro Luongo
Sabato 23 marzo il gruppo asiatico Genting, titolare di catene di resort e casinò in tutto il mondo, ha inaugurato la sesta sala da gioco a Londra, tra Piccadilly Circus e Leicester Square; elegante e lussuosa. Anche in quest’occasione il personale è quasi tutto italiano. Addestrato al Centro formazione croupiers di Padova, unica scuola riconosciuta a livello internazionale e guidata da Stefano Melani, 42 anni, padovano e londinese di adozione.
Niko Ricciuti, Chiara Biba Ianni, Paolo Montalto, Tommaso Magnani, Giulia Benedetti, sono alcuni delle centinaia di ragazzi, dai 20 ai 35 anni, che già prima della fine del corso (1512 euro per 120 ore) hanno trovato lavoro nei casinò inglesi, svizzeri e spagnoli, asiatici o australiani, e sulle navi da crociera. E l’offerta di giovani croupiers e dealers (specialisti del poxer texano) non è nemmeno sufficiente a coprire la domanda crescente di personale oltre confine. “Vogliono solo italiani perché sono più tecnici, gentili, predisposti all’accoglienza, pazienti con i giocatori spigolosi” spiega l’amministratore delegato del Cfc. “A differenza dei loro colleghi inglesi, i nostri offrono un ottimo servizio alla clientela, sanno affrontare le situazioni più difficili con il sorriso e svolgono le procedure ai tavoli in maniera impeccabile. Di conseguenza quando sorgono problemi con i giocatori perdenti nessuno si può lamentare perché è stato svolto tutto correttamente”.
I professionisti dell’Est Europa, invece, “sono molto rudi con la clientela, e un po’ ingrati verso il datore di lavoro. Noi italiani siamo sempre umili e questo è apprezzato”.
Le più apprezzate sono tuttavia le donne. “Sono preferite” prosegue Melani “perché manca una figura capace di addolcire i rapporti fra clienti e casa da gioco. Non devono essere invece, attraenti o modelle, anche se la gradevolezza aiuta; l’importante è che siano gentili e preparate”.
Giulia Benedetti, 26 anni, di Milano, con una laurea in Economia e commercio in tasca, voleva cambiare vita, girare il mondo, ma era scettica e diffidente del mondo delle roulette. “Dopo averne parlato con una mia amica che aveva frequentato il corso, ho capito che era l’unica scuola in Europa che poteva offrirmi un posto di lavoro e una carriera nel tempo; l’unica che inserisce i propri allievi. Ora sono a Londra e fra due mesi la compagnia mi trasferirà in Spagna, come richiesto”. Quali i momenti più difficili del suo lavoro? “L’ambiente è molto professionale e corretto, ma a volte bisogna essere pazienti e sorridenti anche quando si è stanchi e di cattivo umore. Queste sono però le regole”.
Regole che s’imparano a scuola a Milano (la sede più affollata, dove è pure attivo il primo Casinò show room d’Italia, con veri tavoli da gioco come roulette, black jack, poker), Torino, Abano Terme, Roma. Il corso (a numero chiuso) prevede lezioni teoriche e pratiche. Fra le materie: regole dei giochi e procedure; controllo dei tavoli; responsabilità sociali; norme antiriciclaggio e usura; concetto sociale; tecniche antibaro e molto customer service.
I requisiti? Cultura media, fedina penale pulita, capacità di concentrazione e logica, carattere sereno e conoscenza di una lingua straniera, e un’età dai 21 ai 40 anni. I docenti sono professionisti in piena attività e con esperienza consolidata. Sfornano circa 1500 fra croupiers e dealers l’anno, tutti collocati direttamente perché la scuola (www.croupiers.com . ) riceve richieste continue da ogni parte del globo e collabora ufficialmente nel reclutamento con le maggiori holding di casinò internazionali. Lo scorso marzo, ad esempio, il Cfc ha concluso a Milano un accordo in esclusiva per inviare quest’anno 1500 giovani a bordo delle navi da crociera Caribbean International e Celebrity Cruises. Ma il personale sembra non bastare mai.
“Una società svizzera e un’importante compagnia di navigazione hanno selezionato di recente 60 profili; ma la richiesta era di 200. Non è difatti un lavoro facile o per tutti. Si è impegnati di notte, il fine settimana e i giorni festivi”. Ma per chi vuole cambiare vita e svolgere una professione gratificante e remunerata le possibilità non mancano. A Londra, ad esempio, la paga iniziale si aggira sulle 18.000 sterline l’anno (circa 21mila euro), mance escluse. E si può fare carriera. Come testimonia la storia di Saverio Angel, 22 anni, della Valchiavenna (Sondrio). “Il Centro formazione croupiers mi ha inserito nel mondo del gioco d’azzardo. Mi ha seguito nei miei anni di esperienza e portato a Las Vegas nel 2011, dove ho iniziato un’esperienza lavorativa come Marketing & Sales Executive nella compagnia Abbiati Casino Equipment, primaria azienda internazionale nel settore nell’equipaggiamento nei casinò di tutto il mondo. Ora sono qui al Casinò di St. Moritz, ed è una bella soddisfazione”.
Una professione antica, basata sulla competenza e merito, in cui spiccano i nostri connazionali ma non riconosciuta proprio da noi. I quattro casinò presenti nel nostro Paese sono difatti municipalizzati, e i croupiers sono assimilati a impiegati generici. “Solo l’Italia non è al passo con le leggi europee e continua a monopolizzare giochi e lotterie automatiche, ma sono molto più elevate le probabilità di vincere nei casinò rispetto al Lotto o al Gratta e vinci. Una sala da gioco è poi completamente controllata da telecamere e microfoni, e tutto è registrato”. Migliaia di disoccupati, anche laureati e con master potrebbero pertanto trovare piena occupazione se fossero aperti in Italia i casinò privatizzati. “Ci sarebbe molto lavoro in più per tutti e meno gioco illegale” termina il responsabile- formatore.
Intanto Nicola Finazzer, 35 anni, ex albergatore della Val di Fassa, in Trentino, di base a Londra, gira il mondo sulle navi da crociera, stipendiato, e con tanto di vitto e alloggio. “E’ un lavoro emozionante e sei impegnato solo di sera; durante il giorno siamo liberi di andare a visitare i posti e le città dove attracchiamo”. Tutto gratuitamente. Sempre meglio che lavorare, no?