I genitori di Renzi arrestati ai domiciliari per reati amministrativi
Il papà e la mamma dell'ex segretario del Pd ai domiciliari da poche ore con l'accusa di bancarotta fraudolenta
Babbo Tiziano Renzi e sua moglie Laura Bovoli, padre e madre dell’ex premier Pd, da ieri sera sono agli arresti domiciliari. L’accusa di bancarotta fraudolenta è condita da una serie di capi d'imputazione per reati tributari. Tutto è cominciato con il fallimento pilotato di due cooperative, la Delivery service e la Europe service e con la richiesta di fallimento della Marmodiv, tutte società collegate alla Eventi 6 dei Renzi. Il giudice che li ha privati della libertà, Angela Fantechi, ritiene che «il modus operandi adottato da Tiziano Renzi e Laura Bovoli affinché Eventi 6 potesse avere a disposizione manodopera senza essere gravata di oneri previdenziali ed erariali, è consistito nel costituire e nell’avvalersi delle cooperative Delivery Service, Europe Service e Marmodiv poi destinandole all’abbandono non appena essere raggiungevano uno stato di difficoltà economica, difficoltà economica più che prevedibile in considerazione che sulle stesse gravava l’onere previdenziale, e con riferimento a Marmodiv anche l’onere fiscale derivante dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti al fine di consentire evasione di imposta a Eventi 6».
Nel caso della Delivery Service, poi, i genitori di Matteo Renzi e Mariano Massone (vicepresidente della coop, anche lui agli arresti domiciliari) «hanno ritenuto, fin da poco la costituzione della cooperativa, di omettere sistematicamente il versamento di oneri previdenziali e di imposte».
Secondo il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo era concreto il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Una valutazione, questa, che ha fatto anche il gip: «Sussiste il concreto ed attuale pericolo che gli indagati commettano reati della stessa specie di quelli per cui si procede (tributari e fallimentari), ciò emerge dalla circostanza che i fatti per cui si procede non sono occasionali e si inseriscono in un unico programma criminoso in corso da molto tempo, realizzato in modo professionale con il coinvolgimento di numerosi soggetti nei cui confronti non e stata avanzata richiesta cautelare pervicacemente portato avanti anche dopo l'inizio delle indagini. Attualmente, e in corso di compimento, da parte di Renzi Tiziano e Bovoli Laura, la fase dell’abbandono della Marmodiv ed è del tutto verosimile ritenere che, ove non si intervenga conl'adozione delle richieste misure cautelari, essi proseguiranno nell'utilizzo di tale modus operandi criminogeno, coinvolgendo altre cooperative».
I magheggi finanziari, ha ricostruito l'accusa, non erano realizzati per fronteggiare una crisi d'impresa, quanto piuttosto, scrive il gip, erano «condotte imprenditoriali finalizzate a massimizzare il proprio profitto personale con ricorso a strategie di impresa che non potevano non contemplare il fallimento delle cooperative». I giudici ricavano questa valutazione da un dato: «I fatti non sono occasionali e si inseriscono in un unico programma criminoso in corso da molto tempo, realizzato in modo professionale con il coinvolgimento di numerosi soggetti, nei cui confronti non è stata avanzata richiesta cautelare, pervicacemente portato avanti anche dopo l’inizio delle indagini».
Tra gli indagati, a vario titolo, infatti, ci sono molti nomi noti della galassia di babbo Renzi, tra i quali, ad esempio, il regista e fotografo Pier Giovanni Spiteri, l'autista del camper di Matteo Renzi, Roberto Bargilli, Gianfranco Massone, papà di Mariano, l'avvocato dei Renzi, Luca Mirco e Paolo Terreni (nipote di Laura Bovoli).
Questa la difesa ed il commento di Matteo Renzi affidati ad un post sulla sua pagina fb