Il boom dell'e-commerce grazie al Coronavirus
(Ansa)
Tecnologia

Il boom dell'e-commerce grazie al Coronavirus

Sono milioni gli italiani che hanno fatto acquisti online come migliaia le aziende che si sono riconvertite o buttate per la prima volta sulla vendita online

Ci sarebbero voluti 10 anni per arrivare dove siamo oggi. E invece il lockdown dovuto al Coronavirus ha accelerato in maniera esponenziale lo sviluppo dell'e-commerce in Italia che negli ultimi due mesi ha avuto il 75% in più di nuovi utenti , persone che non avevano mai comprato nulla online e che hanno iniziato a muoversi nel mondo dell'acquisto digital.

I dati più recenti arrivano dal Netcom Forum, il più grande evento italiano dedicato al commercio digitale. Da febbraio in Italia sono aumentati di 2 milioni i consumatori che ricorrono abitualmente all'e-commerce. A fine gennaio erano 27 milioni e oggi sono 29 milioni.

Confrontando i dati con quelli dello stesso periodo del 2029 si scopre che tra gennaio e maggio dello scorso anno i nuovi utenti e-commerce sono stati solo 700.000 questo significa che sono quintuplicati e l'intero comparto prevede una crescita del 55% nel 2020.

Online si compra tanto, si compra di tutto. Nei due mesi di lockdown, ad esempio, la crescita della vendita tramite sito o app di cibo per animali è stata del 154% e il settore food&beverage ha visto le proprie vendite online aumentare del 130%. Bene anche i prodotti per la cura della casa il cui acquisto con un clic è cresciuto del 126% e i prodotti per la cura della persona le cui vendite sono aumentare del 93%.

Di sicuro in questo periodo l'e-commerce è stata la scelta che - giocoforza - si è dovuta fare a causa dell'impossibilità di uscire di casa con la conseguente chiusura di tutti i locali commerciali, ma gli esperti del settore assicurano che la tendenza alla fideizzazione dell'acquisto virtuale sarà costante e progressiva.

Molte aziende, grandi e piccole, lo hanno già capito riconvertendo il proprio commercio online o unendo all'offerta tradizionale quella digital. Al momento il ricorso all'e-commerce è l'estremo tentativo di salvarsi da parte di aziende e commercianti ma anche l'unica possibilità di comprare da parte dei clienti. E' un dato di fatto, ma è proprio da questa crisi gnoseologica del concetto stesso di vendita che avrà luogo una rivoluzione senza precedenti.

Comprare online è facile, veloce e sicuro e se fino a ieri questa modalità di vendita veniva messa a disposizione solo dalle grandi catene oggi anche le boutique sotto casa, i bar di quartiere o i ristoranti si stanno attrezzando per l'acquisto virtuale con la consegna a domicilio.

In gergo tecnico si chiama "e-commerce di prossimità" e funziona utilizzando un account Whatsapp o una pagina Facebook del negozio. Il cliente chiama il locale di fiducia, ordina a in breve il commerciante porta a domicilio la spesa: che sia cibo, bevande, vestiti, materiale di cancelleria, lenti a contatto o cibo per animali non importa, il concetto di "compra e ritira" funziona.

Il comparto del delivery in due mesi è cresciuto del 349% e il trend è destinato a crescere. La domanda andrà via via ampliandosi e modificandosi: rispetto all'acquisto di alimenti, ad esempio, con l'allungarsi delle chiusure è probabile che la gente si rivolga maggiormente alle applicazioni per la consegna di pasti pronti.

Per il settore food & beverage, infattim funziona molto bene l'idea che il ristorante o il cocktail bar di fiducia porti a casa gli ingredienti per creare la ricetta o il drink con sorte di "kit" già organizzati e l'aggiunta della spiegazione per preparare il prodotto finale e lasciare al cliente il piacere di cucinare un piatto di pasta gourmet o versare il cocktail preferito.

Si tratta di un settore che è cresciuto del 130% in questo periodo e secondo gli analisti gli esercenti che saranno in grado di riconvertire il proprio commercio nell'online in breve riconquistando le perdite di fatturato causate dal traffico limitato o nullo dei negozi. In alcuni settori, come quello food & beverage, alcune aziende italiane hanno avuto in questo periodo un aumento percentuale del +400% delle net revenue generate, grazie al servizio di segmentazione avanzato.

Inoltrel'impoverimento dello stile di vita ha avuto come conseguenza quello della volontà di ricreare le proprie abitudini all'interno delle mura domestiche sia perché fino a ora non si poteva uscire di casa sia perché, nonostante l'avvio della fase 2, le tasche degli italiani sono vuote. Per questo l'idea stessa che la pizzeria sotto casa, il ristorante di fiducia o il pub che si frequentava fino a poco tempo possano garantire l'illusione della normalità con il delivery service dei kit food&drink è confortante per l'utente e permette la sopravvivenza dell'esercente.

Ma non si tratta di un fenomeno che riguarda solo il food&beverage.

Accanto ai beni di largo consumo, con il passare dei giorni, cresce un'altra tipologia di domanda questa volta legata prevalentemente all'apprendimento in modalità e-learning e all'home entertainment, con la fruizione di contenuti on demand. In aumento anche la domanda di tecnologia, sia per l'uso privato che lavorativo: dispositivi, applicazioni e siti per la comunicazione digitale, richiesti per gestire le proprie relazioni a distanza.

La tendenza globale, dunque, è quella alla riconversione digitale delle competenze e quindi quando si uscirà dall'emergenza prima sanitaria e poi economica coloro che saranno stati in grado di cavalcare l'onda digital resteranno a galla, gli altri sono destinati inevitabilmente a sparire.

Il Coronavirus ha decretato la fine del piccolo commercio al dettaglio? Del piacere di una pizza tra amici? Della confidenza della bottega sotto casa? E' possibile, come è anche possibile che quella fideizzazione di prossimità si stia solo spostando e che trovi nel mercato virtuale l'essenza di una realtà tutta da scoprire in una futuristica prospettiva fino a ieri lontanissima e oggi quanto mai a portata di mano.

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Barbara Massaro