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Maturità 2018: l'ultima volta per il "Quizzone"

Dal prossimo anno la più odiata tra le prove scritte va in pensione. Ecco perché così come concepita la terza prova ha fallito

O una farsa o un incubo. A discrezione di professori e commissari esterni il quizzone dalla fine degli anni '90 in poi è sempre stato questo. Perché le domande che compongono la terza prova di maturità da quando è stata introdotta nel 1997 dall'allora Ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer vengono stabilite la mattina stessa dell'esame (cioè, nello specifico oggi, 25 giugno o mercoledì per le scuole sede di ballottaggio elettorale) dai prof. in accordo con la commissione esterna.

Cos'è il quizzone

Si tratta di domande su ogni argomento in programma di 4 o 5 materie trattate nel corso dell'ultimo anno. In sostanza tutto lo scibile umano a portata di diciottenne. Vengono chieste o risposte sintetiche o a opzione multipla. Non più di due problemi a opzione rapida e una dimostrazione pratica di progetto per le scuole professionali. Due ore di lavoro e tutti a casa. 

Perché il quizzone non ha mai convinto del tutto

Il problema è che in questi anni il cosiddetto "quizzone" (il cui punteggio massimo assegnato è di 15 punti) è stato fonte di dibattiti e perplessità.

Sebbene, infatti, in teoria, le materie e gli argomenti oggetto d'esame debbano rimanere top secret fino alla mattina della prova, molti prof. per aiutare i propri studenti, davano indicazioni e suggerimenti di massima affinché lo studio fosse più direzionato. Questo, però, creava gravi differenze con le classi i cui professori erano meno collaborativi. In uno stesso istituto, così, c'erano intere sezioni con voti finali nettamente superiori alle altre. 

Come dovrebbe diventare la nuova maturità

Dal prossimo anno, però, si cambia. La vecchia maturità va in pensione grazie alle novità introdotte dal decreto della Buona scuola bis nel 2017 del governo Renzi.

In sede di esame le prove scritte saranno solo due cioè il tema di italiano e la prova d'indirizzo, più il colloquio orale. 

La terza prova verrà sostituita da un test Invalsi di italiano, matematica e inglese che, però, verrà fatto in classe via computer due mesi prima della fine della scuola e che costituirà un elemento di valutazione chiave al fine dell'ammissione agli esami di Stato. Oltre al test Invalsi e el rendimento scolastico, per poter accedere alla maturità, bisognerà anche avere una ottima valutazione disciplinare e aver condotto con successo le 200/400ore di Alternanza scuola - lavoro previste dalla legge 107.

Proprio l'introduzione al mondo del lavoro potrebbe avere un ruolo più centrale nella nuova maturità visto che all'orale potrebbe andare in pensione anche la tesina e venire sostituita da una relazione scritta sull'esito dell'esperienza di Alternanza scuola - lavoro. 

Al momento il nuovo Governo Conte non ha ancora messo in dubbio le novità in tema di maturità sostenendo, anzi, la validità della legge 107, ma l'anno è ancora lungo e i primi maturandi del nuovo millennio potrebbero trovarsi ad affrontare un esame di Stato del tutto rivoluzionato.

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Barbara Massaro