Washington, stop soldi a Kiev, mentre Putin avanza
(DoD)
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Washington, stop soldi a Kiev, mentre Putin avanza

In America si rincorrono le voci di un prossimo stop agli aiuti all'Ucraina, mentre le truppe russe continuano la lenta offensiva nel Donbass. L'Europa non può permettersi di supportare l'Ucraina da sola.

Cambierà l’inquilino della Casa Bianca e sta già cambiando l’atteggiamento della politica statunitense verso il supporto all’Ucraina. Secondo il New York Times, nell’incontro tra i deputati repubblicani tenutosi a porte chiuse nella giornata di ieri, lo speaker della Camera Mike Johnson avrebbe riferito alla rappresentante Marjorie Taylor Greene, politica e imprenditrice eletta in Georgia dal 2021, che non saranno inviati altri soldi all'Ucraina. Dall'inizio della guerra, nel febbraio 2022, il Congresso degli Stati Uniti ha votato cinque progetti di legge per fornire alle truppe del presidente Zelensky aiuti continui, l'ultimo dei quali nell'aprile di quest’anno. La cifra totale dichiarata dalle tesorerie Usa è di 175 miliardi di dollari, dei quali 106 inviati direttamente e i restanti 69 utilizzati per produrre armi e munizioni destinate alla Difesa ucraina, salvo una piccola parte utilizzata per materiali d’aiuto per la gestione dei rifugiati e l’assistenza alla popolazione civile. Ciò senza contare quanto inviato da decine di altri Paesi, tra cui la maggior parte dei membri della Nato e di buona parte dei membri dell'Unione Europea. Sempre ieri, il portavoce del Pentagono, generale Pat Ryder, ha dichiarato che dell’ingente quantità di armi promesse da Biden a Zelensky è stato già consegnato l’83% delle munizioni, quasi il 70% delle difese aeree e il 60% delle armi la cui consegna è stata approvata soltanto sette mesi fa.

“Da aprile abbiamo consegnato centinaia di migliaia di proiettili d’artiglieria, migliaia di veicoli corazzati, di munizioni e armi anticarro, decine di obici, abbiamo fornito notevoli capacità di difesa aerea, una batteria Patriot, centinaia di effettori per intercettare missili e decine di altri sistemi. Le consegne del sistema di difesa aerea strategico che ci siamo impegnati a fornire ai nostri partner al vertice della Nato sono quasi completate”, ha potuto spiegare l’alto ufficiale, confermando anche che sono state prelevate dalle scorte statunitensi armi per 3,7 miliardi di dollari grazie alle dodici autorizzazioni presidenziali annunciate tra la fine di aprile e la metà di ottobre.

Sull’altro fronte il ministro delle Finanze ucraino, Serhiy Marchenko, ha spiegato che il sostegno monetario diretto degli Usa da febbraio 2022 ha raggiunto la quota di 28,2 miliardi di dollari, mentre Denys Shmyhal, primo ministro di Zelensky, ha pubblicato un post sul social Telegram nel quale dice che parte di quella cifra, poco più di 1,3 miliardi, Washington l’avrebbe data a fondo perduto, ma che sono soldi destinati ad aiuti umanitari, istruzione e servizi. Ora la possibile riduzione dell’impegno statunitense causa preoccupazioni all’interno della Commissione Europea, con l’alto rappresentante per gli Esteri dell’Unione, Joseph Borrell, che nella riunione plenaria del Parlamento europeo di Bruxelles, tenutasi sulle strategie delle relazioni Ue-Usa all’indomani delle elezioni ha sottolineato come Kiev desidera essere rassicurata sulle reazioni delle nazioni europee se Trump dovesse porre nuove condizioni per confermare il proprio appoggio militare all’Ucraina. Finora la Ue si è schierata per un appoggio continuo e quasi incondizionato all’Ucraina perché potesse difendersi, ma una riduzione delle risorse americane si tradurrebbe nella quasi impossibilità europea di poterle sostituire.

Secondo Borrell gli Usa hanno fornito circa il 25% in più rispetto agli europei, che se dovessero sostituirsi a Washington dovrebbero affrontare una spesa enorme. Ciò che Borrell non ha detto è che questo inevitabilmente ricadrebbe sui cittadini dell’Unione. La speranza ora è posta nei rapporti tra Donald Trump e Vladimir Putin; non appena rieletto, l’americano avrebbe parlato con il capo del Cremlino chiamandolo dalla sua residenza in Florida, consigliando al presidente russo di non intensificare la guerra in Ucraina e ricordandogli la considerevole presenza militare di Washington in Europa.

Purtroppo, da giovedì scorso, data della presunta telefonata, è accaduto esattamente l’opposto: l’avanzata dei russi nel Donbass si è intensificata nonostante ingenti perdite, soprattutto da parte russa, mentre nelle ultime notti si sono ripetuti attacchi con missili e droni fino sulla capitale Kiev. Secondo Zelensky nella regione russa di Kursk, attaccata dagli ucraini all’inizio di agosto, sono presenti circa 50.000 soldati tra russi e nordcoreani, fatto che impedirebbe all’esercito di Mosca di avanzare altrove. Sul fronte opposto, fonti russe dichiarano che Mosca ha raccolto quel numero di effettivi senza alcuna necessità di ritirare i suoi soldati dall'Ucraina. Così, il ritorno di Trump alla Casa Bianca è oggi l’unica concreta speranza di portare Zelensky verso un dialogo con Mosca. E l’Unione europea ad abbandonare l’ideologia per ritrovare realismo.

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Sergio Barlocchetti