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(Ansa)
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Attentato a Trump: le falle nel sistema di sicurezza

Sono molte le domande legate all'attentato contro l'ex presidente Usa in Pennsylvania dove, di sicuro, qualcosa di grosso non ha funzionato

L'attentato contro Donald Trump in Pennsylvania, come ogni altro attentato contro politici o personalità protette, ha al suo interno errori e lacune nel sistema di sicurezza.

In una conferenza stampa, Kevin Rojek, agente speciale dell'FBI responsabile dell'ufficio di Pittsburgh, ha affermato «che è sorprendente che l'uomo armato sia riuscito a sparare più colpi durante il comizio per l'ex presidente Donald Trump» poi ha aggiunto: «Stiamo ancora lavorando sull'apparato di sicurezza messo in atto dai servizi segreti per scoprire cosa potrebbe essere successo. Ci sarà una lunga indagine su cosa è successo esattamente e su come l'individuo è riuscito ad accedere al luogo, che tipo di arma aveva. Tutto ciò richiederà giorni, settimane e mesi di indagine». Mentre scriviamo Il tenente colonnello George Bivens della polizia di stato della Pennsylvania ha parlato dell’attentatore: «Abbiamo identificato provvisoriamente un tiratore, ma non ci fermeremo qui. Stiamo esaminando molte informazioni. Ci vorrà del tempo prima di poter rispondere in modo definitivo a tutte le domande», ad esempio se si è trattato di un lupo solitario che ad un certo punto a sparato piu’ colpi in direzione del palco. L’attentatore si chiamava Thomas Matthew Crooks, un ventenne della Pennsylvania conosciuto per le sue posizioni radicali di estrema destra ma nonostante fosse schedato si trovava proprio dove non doveva essere oltretutto armato. Perché?

L’analisi dei video mostra che qualcosa non ha funzionato nel servizio di sicurezza che doveva proteggere il candidato repubblicano e molto probabilmente, il corto circuito è avvenuto tra la polizia locale e gli uomini che si occupano della sicurezza di Trump.

Secondo quanto riferito alla CNN da fonti a conoscenza della questione, la protezione dell'ex presidente Donald Trump da parte dei servizi segreti è stata recentemente rafforzata. Trump ottenne per la prima volta la protezione dei servizi segreti nel novembre 2015 e all'epoca espresse sollievo. A proposito del tiratore appostato su un palazzo a 120-150 metri dal palco dove si svolgeva il comizio, non pare essere stato un cecchino particolarmente abile dato che non è riuscito a colpire un bersaglio quasi fermo in campo aperto e questo esclude che l’attentatore sia un ex appartenente alle forze armate Usa. L'uomo armato ha sparato diversi colpi da una «posizione elevata» fuori dal raduno, secondo il Secret Service e ha ucciso un partecipante al comizio e altre due persone sono rimaste gravemente ferite in seguito alla sparatoria. Premesso che occuparsi della sicurezza di comizio negli Stati Uniti dove circolano armi ed esplosivi di ogni genere è difficilissimo, secondo alcune testimonianze l’attentatore è stato visto salire sul tetto del palazzo ed in particolare un testimone ha detto alla BBC News di aver visto il sospettato sul tetto con un fucile e di aver provato ad avvisare la polizia prima dell'incidente. Premesso che tutte le testimonianze vanno vagliate perché in queste occasioni il rischio di essere ingannati da millantatori in cerca di visibilità è altissimo, non si comprende il perché il tiratore abbia avuto cosi’ tanto tempo per agire. Forse è stato scambiato per un cecchino dei servizi segreti? Possibile.

Cecchino dei servizi segreti spara ed uccide l'attentatore di Trump

Cecchino dei servizi segreti spara ed uccide l'attentatore di Trumpwww.panorama.it

Ecco le drammatiche immagini dell'attentato contro l'ex Presidente Usa Donald Trump, durante un comizio elettorale in Pennsylvania. Dopo lo sparo però, alle spalle del candidato repubblicano si vede appostato sul tetto un cecchino dei servizi segreti che spara a sua volta. Il colpo ucciderà l'attent...

Altro aspetto che colpisce è che Donald Trump personaggio comunque divisivo e polarizzante, abbia parlato in pubblico senza la protezione di un leggio antiproiettile e il fatto che non sia stato ucciso è pura fortuna dato che il cecchino ha mirato alla sua testa. Tanti gli errori di chi doveva evitare che tutto questo accadesse e c’è da sperare che si faccia luce presto sui fatti. Evidente che molte cose non hanno funzionato a Butler, in Pennsylvania ma il tentato assassinio di Donald Trump non è che un nuovo oscuro capitolo nella tormentata storia della violenza politica americana che sconvolge una nazione già profondamente divisa in uno dei periodi più difficili della sua storia moderna. Attaccare un ex presidente durante un comizio elettorale, a pochi giorni dall'accettazione della nomination repubblicana, è un assalto alla democrazia e al diritto di ogni americano di scegliere i propri leader.

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Stefano Piazza