bobby sands
Murales dedicato a Bobby Sands a Belfast (Ansa)
Dal Mondo

Quarant'anni fa la morte di Bobby Sands

Il militante dell'IRA morì in carcere per lo sciopero della fame e segnò una svolta nella dolorosa questione dell'Ulster. La storia e le foto

Dopo sessantasei giorni di sciopero della fame il 5 maggio 1981 moriva Bobby Sands, uno dei principali leader dell'indipendenza dell'Irlanda del Nord e membro del gruppo paramilitare dell'IRA (Irish Republican Army). La sua morte porterà la questione irlandese agli occhi di tutto il mondo e farà da propulsore al braccio politico dell'indipendentismo, il Sinn Fein.


Bobby Sands era nato nel 1954 in un sobborgo a nord di Belfast a maggioranza protestante e lealista. Di famiglia cattolica, fu costretto in giovane età a spostarsi con i genitori ed i fratelli a causa delle continue minacce e vessazioni a Rathcoole, periferia della capitale dell'Ulster con una popolazione cattolica al 30%. Dalla metà degli anni sessanta, le violenze tra le due comunità religiose si acuirono fortemente e il giovane Sands, apprendista meccanico, fu emarginato e minacciato anche dai compagni di lavoro che esibivano le insegne unioniste. Allontanato dal lavoro, maturò la decisione di imbracciare le armi quando la casa di famiglia fu devastata nel 1972 da un raid lealista e fu costretta nuovamente alla fuga in un altro quartiere. A 18 anni entra nella "Provisional IRA", e lo stesso anno sarà arrestato per la prima volta per possesso illegale di armi, scontando tre anni di reclusione dal 1973 al 1976. Rilasciato e ripresa l'attività paramilitare con l'IRA, sarà arrestato nuovamente lo stesso giorno dell'attacco dinamitardo a un magazzino di mobili di Dunmurry dopo un violento scontro con gli uomini del Royal Ulster Constabulary, la forza di Polizia dell'Irlanda del Nord. La condanna sarà pesante: quattordici anni di reclusione, durante i quali sarà sottoposto ad un regime carcerario di estrema durezza, dapprima in isolamento alla prigione di Crumlin Road e poi nel carcere speciale che diventerà il simbolo dei membri dell'IRA, la Maze Prison (letteralmente "prigione labirinto") costruita sul terreno di un'ex base della Royal Air Force. La struttura era costituita da blocchi a forma di lettera "H" (o H-blocks) dove al centro erano situati i carcerieri.
Proprio il 1976, anno di incarcerazione di Bobby Sands, fu un anno cruciale negli "Ulster troubles", perché Londra (sotto il governo di Harold Wilson) inasprì le condizioni dei carcerati appartenenti ai rami dell'IRA, cancellando lo status precedente di "prigioniero politico" che includeva alcune concessioni nelle visite e nel vestiario. Proprio l'imposizione della divisa da detenuto comune, che i membri dell'esercito d'indipendenza rifiutarono, diede il via ad una serie di gesti simbolici, come la "blanket protest" (o protesta delle coperte) che prevedeva il rifiuto di vestire la divisa carceraria per i membri dell'IRA, che decisero di coprirsi solo con le coperte presenti nelle celle. Quel gesto simbolico, tuttavia, non ebbe gli effetti sperati né sull'opinione pubblica né tantomeno sul governo. All'interno della Maze, anzi, la protesta generò solamente una crescita di violenza da parte delle guardie che erano solite picchiare i prigionieri nel momento in cui si recavano al bagno. Il secondo step fu rappresentato da un'altra forma di protesta da parte dei detenuti dell'IRA, che passò alla storia come "dirty protest" durante la quale gli occupanti imbrattavano i muri delle celle con i propri escrementi. Anche questa formula, purché estrema, lasciò indifferente il mondo esterno mentre il Regno Unito si affacciava all'era della "Lady di Ferro" Margaret Thatcher, ancora più dura nei confronti dopo la lunga serie di attentati che insanguinò il Paese alla vigilia degli anni ottanta.


Fu in questo frangente che Bobby Sands assieme ad un gruppo di carcerati dell'IRA giocò la carta dello sciopero della fame. Il primo durò 53 giorni e portò alcuni dei partecipanti molto vicino alla morte, quando dalle istituzioni venne un appello alla distensione accompagnato dalla promessa di alcune concessioni smentite tuttavia poco più tardi. Il secondo grande sciopero della fame iniziò con Bobby Sands come primo volontario il 1 marzo 1981, data simbolica in quanto anniversario della revoca dello status di prigioniero politico. Durante i lunghi giorni di digiuno di Sands, avvenne un fatto che significherà una svolta nella questione dell'Ulster: Bobby fu candidato alle elezioni per volontà di uno dei fondatori del partito Sinn Fein, Jim Gibney, e fu eletto al Parlamento di Londra mentre le sue condizioni fisiche peggioravano rapidamente. Per l'Irlanda del Nord si trattava di un'evento inedito, che avrebbe spostato negli anni lo scontro frontale verso la lotta politica. Il 5 maggio 1981 Bobby Sands moriva nell'infermeria del carcere, mentre alla diffusione della notizia a Belfast esplodevano gravissimi disordini. Il suo funerale fu seguito da oltre centomila persone, fatto che impressionò non poco la pur inflessibile Thatcher, che anche dopo la morte di Sands si limitò a dichiarare che "un crimine è un crimine" e che con lo sciopero della fame "i terroristi avevano deliberatamente scelto di giocare l'ultima carta". La Thatcher puntava il dito inoltre contro i vertici dell'IRA che in quagli anni venivano finanziati e armati dal leader libico Muhammad Gheddafi. Dall'altra parte la "Lady di Ferro" fu sottoposta alla pressione dell'opinione pubblica britannica ed internazionale, in particolare modo per voce dei cittadini e dei politici americani di origini irlandesi che ebbero notevole influenza su Washington. La morte di Sands fu seguita poco dopo dal compagno di carcere Joe McDonnell, morto l'8 luglio 1981 e da altri otto compagni di carcere fino al 20 agosto successivo. La gravità della situazione impose l'intervento di Downing Street e Margaret Thatcher inviò a Belfast un mediatore, James Prior, che poco dopo la fine del drammatico secondo sciopero della fame, allentò le restrizioni del regime carcerario per i membri dell'IRA concedendo gran parte delle richieste pagate con la morte di Sands e di altri nove. Un mese dopo la morte del ventisettenne il Sinn Fein iniziava la propria azione politica con lo slogan "The armalite and the ballot box", ossia il fucile d'assalto (Armalite AR-18 usato dall'IRA) e l'urna elettorale, che avrebbe caratterizzato la politica dell'indipendentismo dell'Ulster per i 15 anni a venire.

Belfast blindata nei giorni seguenti la morte di Bobby Sands (Getty Images)

I più letti

avatar-icon

Edoardo Frittoli