Boris Johnson attacca Francia e Germania sull'Ucraina
Secondo l'ex premier britannico Macron negava la possibilità reale dell'attacco mentre Scholz voleva abbandonare Kiev al suo destino
Boris Johnson è tornato a farsi sentire sulla crisi ucraina. Parlando alla Cnn, l’ex premier britannico ha pronunciato parole fortemente critiche nei confronti di Parigi e Berlino. In particolare, ha detto che la Francia aveva negato l’eventualità di un’invasione russa, giudicando inoltre troppo blando l’atteggiamento tedesco. “Questa cosa è stata un enorme shock... abbiamo potuto vedere i gruppi tattici del battaglione russo ammassarsi, ma vari Paesi avevano prospettive molto diverse”, ha affermato Johnson.
“L'opinione tedesca a un certo punto era che se fosse successo, il che sarebbe stato un disastro, allora sarebbe stato meglio che tutto finisse rapidamente e che l'Ucraina si piegasse”, ha proseguito, per poi aggiungere: “Senza dubbio i francesi hanno negato fino all’ultimo momento”. Johnson non ha risparmiato una frecciata neppure a Mario Draghi, sostenendo che l’allora presidente del Consiglio italiano “a un certo punto stava semplicemente dicendo che non sarebbe stato in grado di sostenere la posizione che stavamo assumendo” a causa della dipendenza energetica di Roma da Mosca. “Dopo tutte le mie ansie rendo omaggio al modo in cui l'Ue ha agito. Sono stati uniti. Le sanzioni sono state dure”, ha concluso Johnson, definendo inoltre la leadership del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, come “assolutamente eccezionale”.
Le parole dell’ex premier non sono esattamente una sorpresa. All’interno della Nato, Londra ha sempre sposato una linea particolarmente energica nei confronti della Russia, spalleggiando le posizioni della Polonia e dei Paesi baltici. Una linea, per intenderci, piuttosto lontana da quella dell’asse franco-tedesco, che ha invece cercato un approccio più morbido: un approccio a cui, pur con sfumature magari differenti, si era associato lo stesso Draghi a partire dal suo viaggio a Washington lo scorso maggio.
Ai tempi di Angela Merkel, la Germania aveva incrementato la propria dipendenza energetica dal gas russo. Tutto questo, mentre Emmanuel Macron punta da sempre a un’egemonia francese in seno all’Unione europea: un progetto che l’inquilino dell’Eliseo sta perseguendo da anni, cercando di allontanare il più possibile Bruxelles tanto da Londra quanto da Washington. Fu d’altronde Macron a definire nel 2019 la Nato come “cerebralmente morta”. Sempre lui, nello stesso anno, spalleggiò inoltre il filorusso Khalifa Haftar in Libia. È dunque per questo che le parole critiche di Johnson non stupiscono più di tanto, visto che – in un certo senso – riflettono i differenti equilibri emersi nel campo occidentale a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Tuttavia, anziché sul passato, questa intervista potrebbe svolgere un ruolo per il futuro. Chissà che l’ex premier britannico non stia (nuovamente) pensando a un ritorno in campo.
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