La Cina di Xi Jinping fa affari con l'Arabia Saudita
Cosa c'è dietro la firma di una serie accordi al termine dell'ultima visita del presidente cinese al re Salman bin Abdulaziz al-Saud: un giro d'affari superiore ai 60 miliardi di dollari
L'8 dicembre, il presidente cinese Xi Jinping e il re Salman bin Abdulaziz al-Saud hanno firmato un «accordo di partenariato strategico globale» al termine di una cerimonia avvenuta all’interno del palazzo al-Yamamah, dove il principe ereditario Mohammed Bin Salman (MBS) ha offerto ricevimento definito dai presenti e dalla stampa «sontuoso». L’agenzia stampa saudita Saudi Press Agency ha riferito che Cina e Arabia Saudita hanno fin qui firmato «34 accordi di investimento, nell'ambito della visita del Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping nel Regno, alla presenza del ministro degli Investimenti, ing. Khalid bin Abdulaziz al-Falih e rappresentanti delle agenzie governative relative ai settori in cui sono stati firmati gli accordi».
Gli accordi riguardano «diversi settori nei settori dell'energia verde, dell'idrogeno verde, dell'energia fotovoltaica, dell'informatica, dei servizi cloud, dei trasporti, della logistica, delle industrie mediche, dell'edilizia abitativa e delle fabbriche». Quanto valgono? I sauditi non lo hanno specificato ma sono certamente superiori a 30 miliardi dollari prima tranche di un accordo complessivo che dovrebbe portare la cifra a 60 miliardi di dollari. Secondo al-Jazeera chi si è assicurato una grossa fetta dei contratti è Huawei Technologies che fornirà cloud computing, data center e complessi high-tech nelle città saudite. Il vertice si concluderà sabato 10 dicembre e oggi e domani ci sarà spazio per tutti i manager delle grandi imprese cinesi di proporre agli investitori sauditi compreso il Public Investment Fund una serie di contratti e partnership in molti settori strategici per entrambi.
Nel 2022, l'Arabia Saudita è stata il maggior destinatario di investimenti cinesi nella Nuova Via della Seta con una media di 5,5 miliardi di dollari di accordi, un fatto che mostra tutto l'impegno e le ambizioni a lungo termine di Pechino in Medio Oriente, soprattutto a seguito di una rimodulazione dagli investimenti in altri Paesi basata su considerazioni geopolitiche. Una circostanza che non piace affatto alla Casa Bianca che attende di conoscere se nelle pieghe degli accordi siglati ci siano anche forniture di armamenti, come paventato alla vigilia. Se così fosse Washington D.C reagirà e per i sauditi potrebbe non essere piacevole visto che gli USA sono da sempre il loro maggior protettore e partner in un’area nella quale Riyadh si deve guardare continuamente dall’Iran altro leader regionale nemico giurato degli al-Saud.
Ma il rafforzamento dei legami sino-sauditi non sono cosa di oggi visto che al fine di promuovere la Belt & Road Iniziative (BRI) e la cooperazione in termini di capacità industriale, i due Paesi hanno firmato nel gennaio 2016 sempre a Riyadh un memorandum d'intesa. Gli investimenti diretti esteri della Cina in Arabia Saudita (IDE) hanno mostrato un modello di crescita sostenuta negli anni successivi all'annuncio della BRI. Sebbene il flusso di IDE cinesi verso l'Arabia Saudita sia leggermente diminuito tra il 2016 e il 2017 (a causa delle riforme economiche saudite e dei cambiamenti normativi che hanno influenzato gli investimenti in uscita dalla Cina), gli investimenti hanno segnato un nuovo massimo nel 2019, raggiungendo i 654 milioni di dollari.
L'espansione della collaborazione tra le imprese cinesi e saudite si riflette nell'aumento degli investimenti e dei collegamenti commerciali. Questa collaborazione comprende non solo infrastrutture convenzionali e edifici pubblici, ma anche aree economiche emergenti come l'innovazione digitale e lo sviluppo di nuove energie. Le imprese cinesi hanno progressivamente aumentato la loro presenza nell'industria petrolchimica saudita, tuttavia, questa espansione è stata piuttosto lenta rispetto all'attività delle imprese saudite in Cina. Uno dei più grandi accordi tra Cina e Arabia Saudita sulla BRI è senza dubbio quello firmato tra la Saudi Arabian Oil Company (Saudi Aramco) e la China Petroleum & Chemical Corporation (Sinopec).
Secondo il protocollo d'intesa «le società valuteranno congiuntamente le opportunità di integrazione della raffinazione e del petrolchimico; ingegneria, approvvigionamento e costruzione; servizi petroliferi, tecnologie a monte e a valle e nei settori della cattura del carbonio e dei processi dell'idrogeno». Secondo il National Bureau of Statistics cinese, Pechino è il principale partner commerciale dell'Arabia Saudita: «Il commercio bilaterale ha raggiunto un totale di 87,31 miliardi di dollari. Questo è stato un tasso di crescita anno su anno del 30,1%. Di questi, le esportazioni cinesi verso l'Arabia Saudita hanno raggiunto i 30,32 miliardi di dollari, con un aumento del 7,9% su base annua, mentre le importazioni cinesi dall'Arabia Saudita hanno raggiunto i 56,99 miliardi di dollari, con un aumento del 46% su base annua». La maggior parte delle importazioni dall'Arabia Saudita è costituita da petrolio greggio e prodotti petrolchimici. L'Arabia Saudita rimane il principale fornitore cinese di greggio e nel 2021 la Cina ha importato 87,57 milioni di tonnellate di greggio dal regno, con un aumento anno su anno del 3,1%.
Il valore totale delle esportazioni saudite di combustibili minerali, oli e prodotti derivati ha raggiunto i 44,87 miliardi di dollari nel 2021, secondo l’ITC Trade Map. Nel frattempo, le principali esportazioni cinesi verso l'Arabia Saudita sono state macchinari e componenti elettrici, prodotti siderurgici, abbigliamento e tessuti. Nel 2021, la Cina ha esportato in Arabia Saudita macchinari e apparecchiature elettriche per un valore totale di 7,79 miliardi di dollari. Anche il commercio non petrolifero tra i due Paesi è cresciuto e secondo i dati dell'Autorità generale saudita per le statistiche «le esportazioni non petrolifere del Paese sono cresciute del 27,5% rispetto allo stesso mese del 2021, raggiungendo i 24,1 miliardi di SAR (6,4 miliardi di dollari)». La principale merce non petrolifera dell'Arabia Saudita sono gli articoli in plastica e gomma e nel 2021 la Cina ha importato questa merce per un valore di 4,8 miliardi di dollari. Un vertice quello in corso a Riyadh che è importantissimo perché mira anche a ridisegnare alleanze e zone di influenza nel Golfo Persico mai mutate nel corso dei decenni. Oggi e domani spazio al Vertice arabo-cinese per la cooperazione e lo sviluppo e alle aziende cinesi a caccia di investimenti dei Paesi del Golfo Persico. Da lunedì si potrà fare un bilancio di quanto accaduto in Arabia Saudita e non solo negli Stati Uniti.