Non solo tecnologia e batterie: la Cina prima al mondo anche per mele e pere
Produzione record di mele, pere e uva. Pechino riscrive le regole del mercato frutticolo mondiale, lasciando Europa e Stati Uniti a rincorrere.
Quando pensiamo alla Cina, il nostro primo pensiero va probabilmente alle auto elettriche, ai pannelli solari o alle economie di scala che fanno sembrare le nostre produzioni occidentali come piccole botteghe artigianali. Ma la vera sorpresa è che, oltre a dominare nei settori più tecnologici, la Cina è anche l'indiscussa regina delle mele, delle pere e... dell'uva. Ecco, infatti, che la produzione di frutta sembra seguire la stessa logica: se non riesci a battere la Cina, unisciti a lei. E come se non bastasse, lo fa a suon di numeri da capogiro.
Partiamo dalle mele. Il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) prevede che la produzione mondiale di mele per il 2024/25 subisca un piccolo calo, perdendo circa 350.000 tonnellate, con un risultato finale di 84 milioni di tonnellate. In Europa, negli Stati Uniti, in Turchia e in Russia i raccolti non sono stati all'altezza delle aspettative, ma il vero shock arriva da Pechino, dove la produzione di mele è destinata a crescere di 1,5 milioni di tonnellate, arrivando a un totale di ben 48 milioni. Praticamente, la Cina da sola produrrà più mele di quante ne produca l'intera Unione Europea (11 milioni, per la precisione). E nonostante l'irriducibile calo delle esportazioni dagli Stati Uniti e dall'Iran, le esportazioni cinesi reggeranno comunque, con una crescita che fa impallidire chiunque osi competere nel mercato delle mele. Buona fortuna, Europa!
Ma le mele non sono l'unica frutta sotto il dominio cinese. Le pere, infatti, sembrano seguire lo stesso destino: la Cina è destinata a produrre 350.000 tonnellate in più nel 2024/25, portando il suo raccolto a un impressionante 20,2 milioni di tonnellate. Una crescita che arriva nonostante il progressivo invecchiamento degli agricoltori cinesi (cosa che non frena minimamente l'industria frutticola), le politiche agricole che preferiscono i cereali, e l’ormai tradizionale calo delle terre coltivate. E dire che l’Europa, con la sua produzione che aumenta di un modesto 60.000 tonnellate (per un totale di 1,9 milioni), pensa di avere una speranza. Ma di fronte a una Cina che sta raccogliendo quasi il 90% delle pere del mondo, come si fa a competere?
E non finisce qui. L'Usda ha anche analizzato le prospettive per l'uva da tavola. I numeri parlano chiaro: la produzione mondiale di uva salirà di quasi un milione di tonnellate, raggiungendo i 28,9 milioni di tonnellate, ma con la Cina che guida il balletto con un incremento di 700.000 tonnellate, portando la sua produzione a 14,2 milioni. In Europa, invece, la produzione di uva è destinata a crollare di 200.000 tonnellate, con l'Italia che soffre per il caldo e la Grecia che si è bevuta un’estate di siccità. A questo punto, forse le uniche cose che possiamo esportare sono i rimpianti.
Insomma, la Cina non è solo il paese delle fabbriche e dei gadget high-tech, ma anche il più grande mercato di frutta del pianeta. Da Pechino arrivano mele, pere e uva in quantità che fanno impallidire le economie di tutti gli altri, con una tale potenza produttiva che sembra quasi che i cinesi abbiano trovato il segreto per non solo "fare i compiti" ma addirittura per riscrivere le regole del gioco. E mentre noi continuiamo a lottare con gelate primaverili e frutti che non riescono nemmeno a superare la fase di impollinazione, la Cina colleziona successi su ogni fronte, frutticolo e non.
Cosa ci riserva il futuro? Con ogni probabilità, un mondo in cui la Cina sarà leader non solo nel dominio tecnologico, ma anche nel nostro cesto della spesa. E noi, con i nostri miseri 11 milioni di mele, staremo a guardare.