La demonizzazione di Colombo che spacca gli Usa
Molti esponenti dem sono andati all'attacco del navigatore genovese, che è invece stato difeso dai repubblicani
Il Columbus Day divide ormai sempre più gli Stati Uniti. Negli scorsi giorni, svariati esponenti del Partito Democratico si sono espressi in modo fortemente critico nei confronti della figura storica del navigatore genovese.
La deputata Nydia Velázque ha per esempio definito Cristoforo Colombo un "maniaco genocida". "Oggi dovrebbe essere solo l'Indigenous People Day", ha twittato, "Eppure questo giorno è ancora condiviso con un maniaco genocida". "Dobbiamo prendere questo tempo per riflettere sulla brutale storia della violenza contro i popoli indigeni in America e riconoscere che c'è ancora molto lavoro per riparare questo danno", ha concluso. Un altro deputato dem, Hakeem Jeffries, si è espresso più o meno negli stessi termini. "Milioni di indigeni hanno perso la vita durante il genocidio commesso contro di loro nelle Americhe. Oggi ci fermiamo nel riconoscimento solenne di questa tragedia umana. E ci impegniamo a confortare gli abitanti originari di questa terra", ha twittato. Sulla stessa linea si è collocata la senatrice dem, Tammy Duckworth, che ha dichiarato: "Spero che la gente utilizzi questo tempo per riflettere e imparare dalla nostra storia. Gli indigeni erano qui molto prima che l'America fosse 'scoperta' e sono essenziali per la nostra futuro". In tutto questo, oltre 130 città e svariati Stati hanno celebrato la Giornata della popolazione indigena, in sostituzione o in concomitanza del Columbus Day. Tra l'altro, proprio quest'anno il presidente americano, Joe Biden, ha proclamato per la prima volta la commemorazione della Giornata della popolazione indigena: una mossa in netta rottura rispetto a Donald Trump che, l'anno scorso, si era espresso in tutt'altro modo sulla questione. Tra l'altro, alcuni parlamentari dem hanno recentemente introdotto delle proposte di legge per sostituire il Columbus Day.
La crescente critica nei confronti di Colombo si inserisce ovviamente nel più ampio fenomeno della Cancel Culture: un fenomeno che è ormai da tempo cavalcato soprattutto dalla sinistra del Partito Democratico. È anche in tal senso che, di contro, i repubblicani hanno difeso la figura del navigatore genovese. "Oggi celebriamo l'arrivo di Cristoforo Colombo nelle Americhe e l'alba della civiltà occidentale nel Nuovo Mondo. #ColumbusDay", ha twittato per esempio il senatore, Doug Mastriano. Sulla stessa linea si sono collocati il senatore Ted Cruz e l'intero gruppo dei parlamentari repubblicani della Camera. Non solo: proprio alla Camera due deputati, Andrew Garbarino e Mark Amodei, hanno introdotto pochi giorni fa una risoluzione per la difesa del Columbus Day. In questo contesto, una delle iniziative più incisive è stata sicuramente quella del governatore della Florida, l'italoamericano Ron DeSantis: costui ha infatti emesso lunedì scorso un proclama per celebrare la memoria di Colombo, definendo il navigatore "una figura unica nella civiltà occidentale che ha esemplificato il coraggio, l'assunzione di rischi e l'eroismo di fronte a enormi rischi come un visionario che ha visto le possibilità di esplorazione oltre l'Europa; e come un padre fondatore che ha posto le basi per quello che un giorno sarebbero diventati gli Stati Uniti d'America".
La contestazione di Colombo è soltanto un esempio del neo-puritanesimo iconoclasta che caratterizza strati sempre più larghi della sinistra americana. Un neo-puritanesimo in cui fanatismo e strumentalizzazione consapevole si mescolano spesso in modo difficilmente scindibile. E che non c'entra nulla con una riflessione doverosa, onesta e razionale sulle origini della storia americana. Quando ci si lamenta della crescete polarizzazione che attraversa il panorama politico statunitense, bisognerebbe quindi forse pensare anche a questo tipo di condotte. Condotte che non hanno nulla a che fare con la ricerca della verità storica . E che hanno come unico effetto quello di esacerbare tensioni già notevolmente esasperate.
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