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(Ansa)
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Ingerenze straniere sulle elezioni in occidente: una commissione per contrastarle

A proporla è stato il senatore leghista Marco Dreosto. Dai servizi americani all'intelligence italiana si temono le attività di Russia, Cina e Iran

Le elezioni che si terranno quest’anno nell’Unione europea e negli Stati Uniti hanno messo nuovamente al centro dell’attenzione il rischio di interferenze da parte di Paesi avversari. Preoccupazione, da questo punto di vista, è stata espressa sia a Washington sia nel Vecchio continente.

“Secondo quanto riferito, gli account TikTok gestiti da un braccio di propaganda della Repubblica popolare cinese hanno preso di mira candidati di entrambi i partiti politici durante il ciclo elettorale di medio termine degli Stati Uniti nel 2022”, ha sottolineato un rapporto dell’ufficio della Direttrice dell’intelligence nazionale statunitense, Avril Haines. È in questo quadro che un alto funzionario dei servizi d’Oltreatlantico ha riferito alla Cnn che “la comunità dell’intelligence non può escludere che la Cina utilizzi TikTok per cercare di influenzare le elezioni americane del 2024, sebbene la comunità d’intelligence non ha alcuna indicazione che intenda farlo”. Non è d’altronde un caso che, pochi giorni fa, la Camera dei rappresentanti abbia approvato un disegno di legge che, se finalizzato, potrebbe portare al divieto della piattaforma social cinese negli Stati Uniti. Infine, secondo la Cnn, i servizi americani starebbero vigilando anche su possibili ingerenze da parte dell’Iran, che intrattiene notoriamente solidi rapporti sia con Mosca sia con Pechino.

Del resto, a lanciare l’allarme sulle ingerenze straniere è stata anche l’ultima relazione della nostra intelligence. “Anche nel 2023 la Federazione russa e la Repubblica popolare cinese si sono confermate tra i principali attori della minaccia ibrida, in grado di condurre campagne in danno dei Paesi occidentali sfruttando alcune delle caratteristiche sistemiche che connotano le nostre società, quali l’apertura dei mercati e le garanzie di libertà e indipendenza dei media”, si legge nel documento, secondo cui tra i due attori Mosca risulta essere al momento “il più attivo”. La relazione ha inoltre sottolineato che “sul fronte economico-finanziario, Pechino ha perseverato nella sua strategia finalizzata all’acquisizione di know-how e all’ottenimento di un vantaggio competitivo basato sull’innovazione attraverso diversi strumenti, dallo spionaggio all’attuazione di joint venture, dai contatti commerciali attraverso la cooperazione scientifica promossa dalle imprese cinesi agli accordi bilaterali a livello accademico”.

È dunque a fronte di questa preoccupante situazione che il senatore leghista, Marco Dreosto, ha recentemente avanzato una proposta volta a istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sulle ingerenze straniere. “In un contesto di competizione globale sempre più accesa, dove settori della nostra economia sono sotto attacco, diventa sempre più necessario tutelare i nostri asset strategici dall'interferenza di potenze autocratiche straniere, che minano alla stabilità dell'Occidente, anche a seguito degli allarmi dell'intelligence, contenuti nel report 2023”, ha affermato il senatore, che, da europarlamentare, fece parte della commissione Inge. “Il parlamento italiano può e deve essere protagonista della difesa dei nostri interessi strategici: su esempio di quello che già accade al parlamento europeo con la commissione Inge, l'Italia può essere precursore di iniziative di questo genere, per una maggiore collaborazione tra parlamenti nazionali dell'Occidente e per creare un fronte di resistenza all'allineamento in corso delle potenze autocratiche, come quelle cinesi e russe”, ha aggiunto Dreosto.

Il tema delle ingerenze straniere - soprattutto da parte di Russia, Cina e Iran - risulta, insomma, particolarmente urgente. E' quindi bene non farsi trovare impreparati.

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Stefano Graziosi