I presidenti della Knesset alla conferenza sull'antisemitismo che si chiude oggi a Vienna
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I presidenti della Knesset alla conferenza sull'antisemitismo che si chiude oggi a Vienna

Tra i partecipanti c'è la parlamentare italiana Sara Kelany (Fdi) che ha ricordato come « radici europee giudaico cristiane rappresentano un base valoriale imprescindibile che hanno contribuito a rendere mature, pluraliste e libere le nostre democrazie».

Martedì, il presidente del Consiglio nazionale austricaco, Wolfgang Sobotka (ÖVP), ha accolto il presidente del Parlamento israeliano, Amir Ohana, in occasione di una conferenza internazionale sull'antisemitismo tenutasi presso il Parlamento di Vienna. Ohana, facendo riferimento ai recenti attentati terroristici sventati a Monaco e Vienna, ha avvertito che il gruppo islamico radicale Hamas sta guadagnando sempre più sostenitori anche in Europa. «Quello che accade in Israele non si fermerà in Israele», ha dichiarato in un comunicato stampa congiunto. Il presidente della Knesset, ex ministro del partito Likud del premier Benjamin Netanyahu, ha parlato di una «intifada globalizzata». In merito alla guerra a Gaza, ha affermato che « Hamas non cerca un accordo, ma vuole vedere più ebrei morti». La conferenza, che termina oggi a Vienna, è incentrata sul tema « della difesa della vita e della libertà contro la doppia minaccia dell'antisemitismo e del terrorismo» , ha dichiarato Ohana.

Alla conferenza di martedì e mercoledì hanno partecipato parlamentari, esperti e rappresentanti di comunità e organizzazioni ebraiche in Europa, tra cui il presidente della Conferenza rabbinica europea, Pinchas Goldschmidt. L'evento si svolge con rigorose misure di sicurezza e tutto il parlamento è stato sottoposto a divieti. Tra i partecipanti alla conferenza internazionale sull'antisemitismo in rappresentanza della prima commissione affari costituzionali della Camera, c’è la parlamentare di Fratelli d’Italia Sara Kelany che ha pronunciato un discorso nel quale ha ricordato come «Le radici europee giudaico cristiane rappresentano un base valoriale imprescindibile, ed hanno contribuito a rendere mature, pluraliste e libere le nostre democrazie. In questo contesto non possiamo non rilevare che dal 7 ottobre 2023, data del sanguinario attacco di Hamas ai danni della popolazione civile israeliana, stiano esponenzialmente aumentando esecrabili episodi di antisemitismo: in Italia dal 7 ottobre al 30 giungo 2024 gli episodi di antisemitismo sono passati dai 98 dello stesso periodo dell’anno precedente a 406. Ebbene, è evidente che tutto ciò si riflette negativamente sulla sicurezza non solo degli italiani ebrei, ma di tutta la Nazione. Minacce alla sicurezza, alle nostre libertà e dunque alle nostre democrazie».

Kelany ha anche ricordato come l’antisionismo in Italia rappresenti un grave problema: «Dopo il 7 ottobre, le manifestazioni in chiave antisionista sono state oltre mille, per la stragrande maggioranza dei casi organizzate da associazioni pro pal, collettivi di sinistra, sigle dell’antagonismo, gruppi di ispirazione marxista leninista. Per il tramite di questi stessi gruppi, vicini alle sigle dell’associazionismo palestinese, l’antisionismo ha fatto ingresso nelle università, chiedendo e ottenendo la sospensione di protocolli di collaborazione con le università israeliane. Ed è alle università e alla capacità di alcune sigle del multiforme mondo della estrema sinistra di mobilitarsi che occorre prestare più attenzione». Evidente prosegue nel suo intervento Sara Kelany come «l’antisionismo che spesso nasconde veri e propri atteggiamenti antisemiti e tende a colpevolizzare tutti gli ebrei per le posizioni espresse dal governo israeliano a concreta riprova di ciò, il fatto che all’alba del 7 ottobre, quando ancora la reazione di Israele all’attacco di Hamas non si era concretizzata, alcune sigle manifestavano già nelle piazze al grido di “intifada”. Una sigla non nota ai più, inoltre, il c.d. Nuovo Partito Comunista, ha compilato e pubblicato una lista di proscrizione, composta da politici, giornalisti, professori, che avrebbero la colpa di essere “spie sioniste”. E di questo abbiamo chiesto conto in ogni sede. Ebbene questi episodi, di tutta evidenza minano la stabilità delle nostre democrazie, comprimendo in modo inaccettabile la nostra sicurezza». Infine, la parlamentare di Fratelli d’Italia ha ricordato che «occorre comprendere che nel rispetto delle posizioni politiche di chiunque, oggi, attaccare indiscriminatamente Israele e il popolo ebraico, significa cedere irrimediabilmente e nuovamente all’antisemitismo e che la difesa degli ebrei d’Italia, d’Europa e del mondo passa per una consapevolezza: il diritto degli ebrei di Israele di vivere in uno spazio di pace e democrazia».

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Stefano Piazza