Il patto invisibile: Russia, Corea del Nord e il petrolio che alimenta la guerra in Ucraina
(Ansa)
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Il patto invisibile: Russia, Corea del Nord e il petrolio che alimenta la guerra in Ucraina

Seul denuncia, Mosca e Pyongyang negano. Tuttavia, le prove raccontano una storia ben diversa: oltre un milione di barili di petrolio, missili antiaerei e migliaia di soldati nordcoreani inviati in Russia

Un milione di barili di petrolio trasferiti in silenzio, soldati schierati al fronte e scambi militari che sfidano le sanzioni internazionali. Questo è il cuore di un’alleanza invisibile, ma potente e operativa, tra Russia e Corea del Nord. Un patto che alimenta la guerra in Ucraina e preoccupa profondamente la comunità internazionale.

Secondo un rapporto pubblicato da Reuters, tra marzo e novembre 2024, la Russia ha fornito oltre un milione di barili di petrolio alla Corea del Nord, violando le sanzioni imposte dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che limitano Pyongyang a un massimo di 500.000 barili di prodotti raffinati all’anno. Questo flusso massiccio è stato tracciato e documentato dal British Open Source Centre, che ha analizzato 43 viaggi effettuati da petroliere nordcoreane tra il porto russo di Vostochny e i porti della Corea del Nord.

Le operazioni, catturate da immagini satellitari e registrate attraverso il sistema AIS (Automatic Identification System), mostrano uno schema preciso: le navi arrivavano vuote in Russia e ripartivano cariche verso Pyongyang. La frequenza e la regolarità dei trasporti, con una media di quasi un viaggio a settimana, evidenziano un flusso ben organizzato, spesso realizzato con i tracciatori spenti per eludere i controlli internazionali.

“Dal mese di marzo, osserviamo un flusso costante. Le petroliere raggiungono la Russia quasi ogni settimana, in silenzio”, ha dichiarato Joe Byrne, analista senior del British Open Source Centre, citato dalla BBC. Byrne ha anche sottolineato come queste forniture rappresentino un elemento cruciale per Pyongyang, garantendole una stabilità economica che il Paese non vedeva dai tempi dell’introduzione delle sanzioni.

Questi numeri includono viaggi avvenuti con i tracciatori spenti, un metodo utilizzato per eludere i controlli internazionali. Il rapporto sottolinea che le forniture di petrolio rappresentano una risorsa cruciale per la Corea del Nord, garantendo stabilità economica e il supporto necessario per alimentare il suo apparato militare e governativo. Nonostante le prove schiaccianti, il Ministero degli Esteri russo e un portavoce delle Nazioni Unite non hanno risposto alle richieste di commento, stando a quanto riportato da Reuters.

Come già evidenziato in precedenza, la collaborazione tra Mosca e Pyongyang non si limita al petrolio, ma include una significativa cooperazione militare. La Corea del Nord ha messo a disposizione oltre 12.000 soldati, impiegati a sostegno delle operazioni russe in Ucraina. Questi contingenti, stanziati nella regione di Kursk, vicino al confine ucraino, hanno ricoperto un ruolo chiave, offrendo supporto logistico e, in diverse circostanze, prendendo parte attiva ai combattimenti. Un coinvolgimento che conferma il contributo crescente di Pyongyang nello scenario del conflitto.

Il patto tra i due regimi autoritari ha trovato ulteriore conferma lo scorso giugno, durante la visita di Vladimir Putin in Corea del Nord, quando è stato siglato un accordo di mutua difesa, successivamente ratificato dalla Duma. Vassilij Nebenzja, ambasciatore russo all’ONU, ha dichiarato in proposito: “Le interazioni militari tra Russia e Corea del Nord non violano il diritto internazionale”.

Shin Won Sik, capo della sicurezza nazionale sudcoreana, ha rivelato ai media che la Russia ha compensato Pyongyang con missili antiaerei e tecnologia militare avanzata. “Ci sono prove di un supporto tecnologico per il programma satellitare nordcoreano”, ha dichiarato Shin, riferendosi ai recenti tentativi falliti di Pyongyang di lanciare un satellite spia.

La crescente collaborazione tra Mosca e Pyongyang ha generato allarme su scala internazionale. David Lammy, Ministro degli Esteri britannico, intervistato dalla BBC, ha sottolineato: “Questo flusso illegale di petrolio e armi sostiene un regime già pericoloso e rappresenta una minaccia per la stabilità globale”. Sulla stessa linea, il presidente ucraino Vladimir Zelenskij, in un’intervista al New York Times, ha definito il coinvolgimento nordcoreano “una pericolosa escalation”, aggiungendo: “Non possiamo sottovalutare le conseguenze di questa alleanza, che dimostra fino a che punto la Russia sia disposta ad arrivare pur di mantenere la sua guerra contro l’Ucraina”.

L’aspetto più preoccupante riguarda le tecnologie militari e nucleari. Katarzyna Zysk, professoressa di Relazioni Internazionali e Storia Contemporanea presso l’Istituto Norvegese di Studi sulla Difesa, ha dichiarato a TV2 Norway: “Questo patto rafforza le ambizioni nucleari della Corea del Nord e mette a rischio decenni di sforzi per la non proliferazione”. Washington teme che Pyongyang utilizzi queste tecnologie per sviluppare missili balistici più precisi e testate multiple indipendenti (MIRV), aumentando la minaccia per la regione Asia-Pacifico.

Gli Stati Uniti e la Corea del Sud hanno istituito una task force congiunta per monitorare e contrastare il traffico illegale di petrolio verso Pyongyang. Tuttavia, come riportato dalla BBC, l’efficacia di queste misure dipende dalla capacità della comunità internazionale di rispondere in modo coordinato. “Questo non è solo un problema regionale, ma una minaccia globale che richiede una risposta unitaria”, ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato americano.

L’alleanza tra Russia e Corea del Nord rappresenta una sfida diretta all’ordine internazionale. Il flusso di petrolio, soldati e tecnologie militari forma un intreccio di interessi che non solo alimenta la guerra in Ucraina, ma rischia di destabilizzare anche l’Asia-Pacifico. La comunità internazionale si trova davanti a una scelta critica: agire con fermezza o rischiare che questa collaborazione tra regimi autoritari rafforzi ulteriormente i loro arsenali, con conseguenze potenzialmente devastanti per la stabilità globale.

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Lara Ballurio

Giornalista, Esperta in comunicazione, Analista geopolitica, Ghostwriter

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