Corea del Sud: Legge marziale revocata
La mossa scellerata del presidente Yoon Suk Yeol si è trasformata in boomerang tanto che sabato il Parlamento si pronuncerà attraverso un voto per decidere se procedere con l'impeachment del presidente. Per Donald Trump un altro fuoco da spegnere non appena sarà seduto nel suo ufficio alla Casa Bianca.
Questa mattina il governo sudcoreano ha ufficialmente revocato la legge marziale, dopo una notte drammatica in cui il presidente Yoon Suk Yeol ha imposto la misura con le truppe che hanno circondato il parlamento e i legislatori hanno votato rapidamente per respingere il regime militare. Dopo il voto bipartisan, la polizia e le forze militari hanno iniziato a ritirarsi dall'Assemblea nazionale e la dichiarazione di legge marziale è stata formalmente revocata durante una riunione del Consiglio dei ministri intorno alle 4:30 del mattino, ora locale. La votazione per l'abolizione della legge marziale è stata unanime tra i 190 legislatori partecipanti.
Il Partito Democratico ha avviato immediatamente le procedure per l'impeachment, che obbligherebbe Yoon a rassegnare le dimissioni e sabato il Parlamento si pronuncerà attraverso un voto per decidere se procedere. Per approvare l'impeachment è necessaria una maggioranza qualificata di due terzi, pari a 200 seggi su 300. Una volta approvata dal Parlamento, la questione passa alla Corte Costituzionale, il massimo organo giudiziario della Corea del Sud, composta da nove giudici Per confermare l'impeachment, è richiesto il consenso di almeno sei giudici, sempre con una maggioranza di due terzi. In tal caso, il presidente sarebbe obbligato a dimettersi immediatamente. Mentre annunciava la revoca della legge marziale, Yoon ha continuato a criticare il parlamento, accusando i legislatori di essere coinvolti in «atti senza scrupoli di manipolazione legislativa e di bilancio che stanno paralizzando le funzioni dello Stato».
Fuori dall'Assemblea, centinaia di dimostranti si sono radunati, tenendo striscioni e chiedendo l'impeachment di Yoon. Sono scoppiati tafferugli tra alcuni dimostranti e le truppe, ma non ci sono state segnalazioni di feriti gravi o danni alla proprietà. Secondo la costituzione della Corea del Sud, la legge marziale può essere dichiarata solo «durante situazioni di guerra, simili a quelle di guerra o altri stati di emergenza nazionale comparabili che richiedono un intervento militare per mantenere l'ordine». La Costituzione prevede inoltre che il presidente debba revocare la legge marziale se l'Assemblea nazionale vota a maggioranza per la sua rimozione. Evidente che il presidente Yoon Suk Yeol abbia commesso un errore madornale dato che la situazione non è mai stata tale da richiedere una misura come quella che prevede la legge marziale.
A Washington, la Casa Bianca ha espresso «seria preoccupazione» per la situazione a Seul. Un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale ha affermato che l'amministrazione Biden non è stata informata in anticipo della decisione di Yoon ed è stata in contatto con funzionari sudcoreani. La dichiarazione di Yoon ha segnato il primo utilizzo della legge marziale in Corea del Sud dalla democratizzazione del 1987. L'ultima volta che è stata dichiarata è stata nell'ottobre 1979, in seguito all'assassinio del dittatore militare Park Chung-hee.
La Corea del Nord, la Russia e la Cina osservano attentamente gli sviluppi della crisi sudcoreana, vedendola come un'opportunità per indebolire il fronte filo-occidentale in Asia. Mosca ha recentemente rafforzato i legami con Pyongyang, che ha inviato piu’ di 10.000 soldati a combattere al fianco delle truppe russe in Ucraina. Pechino, invece, mira a estendere la propria influenza nel Pacifico, in linea con le sue ambizioni di lungo termine, inclusa l'annessione di Taiwan 30.000 militari in Corea del Sud e rappresentano l'alleato principale di Seul, sono stati colti di sorpresa dalla crisi. Solo lo scorso anno, il presidente Joe Biden aveva ospitato il presidente sudcoreano Yoon a Washington per un summit con il primo ministro giapponese a Camp. David, un incontro pensato per inaugurare una nuova fase di cooperazione tra la Corea del Sud e il Giappone, storicamente rivali. Per Donald Trump un altro fuoco da spegnere non appena sarà seduto nel suo ufficio alla Casa Bianca.
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