La Corte Suprema si è espressa: Trump è candidabile
Ribaltata la sentenza del Colorado che aveva interdetto l'ex inquilino della Casa Bianca dalle locali primarie presidenziali
Donald Trump è stato dichiarato candidabile. Con una decisione presa all’unanimità, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha bocciato la sentenza della Corte Suprema del Colorado, che a dicembre aveva bloccato la corsa elettorale dell’ex presidente alle locali primarie presidenziali. Una sentenza, quest’ultima, che aveva fatto appello alla sezione terza del Quattordicesimo emendamento, secondo cui non possono ricoprire incarichi pubblici coloro che abbiano partecipato a un’insurrezione (il riferimento era all’irruzione in Campidoglio del 6 gennaio 2021).
“Concludiamo che gli Stati possono interdire le persone che ricoprono o tentano di ricoprire cariche statali. Ma gli Stati non hanno il potere, ai sensi della Costituzione, di far rispettare la sezione terza rispetto agli uffici federali, in particolare alla presidenza”, si legge nella sentenza uscita poche ore fa. “I ricorrenti sostengono tuttavia che gli Stati possono applicare la sezione terza contro i candidati a una carica federale. Ma il testo del Quattordicesimo emendamento, a prima vista, non delega affermativamente tale potere agli Stati. I termini dell'emendamento riguardano solo l'applicazione da parte del Congresso, che gode del potere di far rispettare l'emendamento attraverso una legge ai sensi della quinta sezione”, prosegue la sentenza.
Un certo dissenso tra i togati è emerso sulla possibilità che esistano o meno altri modi per applicare la clausola del Quattordicesimo emendamento oltre a un intervento legislativo del Congresso. Tuttavia, come detto, a favore del ribaltamento della sentenza del Colorado si sono espressi tutti i membri della Corte Suprema.
“E’ una grande vittoria per l’America”, ha esultato Trump. “Oggi la Corte Suprema degli Stati Uniti ha affermato ciò che tutti sapevamo: la Corte Suprema del Colorado ha intrapreso un attacco puramente di parte contro il favorito delle primarie presidenziali repubblicane”, ha dichiarato lo Speaker della Camera, Mike Johnson. “Gli Stati che adottano gli stessi comportamenti attivisti e antidemocratici dovrebbero prenderne atto e lasciare al popolo americano la decisione su chi sarà presidente”, ha proseguito. Per il momento, la Casa Bianca e il team elettorale di Joe Biden hanno scelto di non commentare, mentre i ricorrenti contro la candidatura dell’ex presidente hanno espresso delusione.
Va da sé che la sentenza rappresenta una vittoria politica ed elettorale significativa per l'attuale frontrunner repubblicano. Proprio la questione della candidabilità rappresentava infatti la principale spada di Damocle sospesa sul suo futuro. È anche possibile che adesso Trump si rafforzi ulteriormente in vista del Super Tuesday di domani. Si tratta, in particolare, di un colpo abbastanza duro per Nikki Haley, che - pur avendo finora perso in tutti gli appuntamenti elettorali a eccezione delle primarie di Washington Dc - ha continuato a restare in corsa, facendo leva anche sui guai giudiziari del rivale.