Elezioni in Catalogna: vincerà il Covid
Più che la politica sarà la pandemia a determinare il risultato del voto
di Costantino Pistilli
Il prossimo 14 febbraio in Catalogna si svolgeranno le elezioni legislative e potranno andare a votare anche le persone affette da Covid, in quarantena. Una follia. Infatti, come rivelato da un sondaggio di Sigma Dos per Antena 3 Noticias, quasi il 70% dei catalani vuole il rinvio delle votazioni: hanno il terrore di contrarre il Covid. In tutti i segmenti della popolazione e tra gli elettori di tutti i partiti: l'opinione della maggioranza è che le elezioni dovevano essere rinviate, almeno fino a quando non si inizierà a vedere la luce in fondo questo tunnel chiamato Covid; questa settimana i numeri della pandemia sono scesi sotto i 2.000 contagi giornalieri, meno dei 3.000 previsti dal Governo spagnolo nelle sue previsioni più ottimistiche e 4.000 nei suoi calcoli peggiori. Nonostante ciò, le unità di terapia intensiva continuano ad avere un'occupazione elevata. E non bastano i dati favorevoli previsti dal Governo per tranquillizzare i catalani che tengono bene in mente il monito del Dipartimento della Salute che stima che nel giorno delle elezioni saranno 14mila le persone contagiate dal coronavirus.
Anche il Consiglio delle associazioni mediche della Catalogna (CCMC), ha chiesto alle autorità "politiche ed elettorali" di prolungare con un "periodo straordinario" il voto per corrispondenza per le persone in quarantena che "non dovrebbero uscire di casa " –il condizionale non è d'obbligo.
I positivi al Covid, infatti, potranno interrompere in quel giorno la quarantena per andare a votare di persona. O rivolgendosi a un notaio. Oppure per posta ordinaria, ma recandosi personalmente ad un ufficio postale –le Poste catalane ringraziano! Mentre le persone che per obbligo gestiranno i seggi elettorali (presidenti di seggio, scrutatori…) se non partecipano saranno punite con sanzioni finanziarie, arresti domiciliari e persino col carcere: dai 6 ai 24 mesi di reclusione. Così, circa più di 25.000 persone scelte per presidiare i seggi hanno chiesto per vie legali al Defensor del Pueblo (difensore civico) di essere sollevate dall'incarico.
Intanto, il Dipartimento della Salute catalano ha rifiutato la vaccinazione dei membri dei seggi elettorali. Sostengono che non c'è tempo per loro di essere immunizzati contro il coronavirus, e a questa siruazione si aggiunge la carenza di vaccini. Saranno sottoposti a un test dell'antigene giorni prima della data delle elezioni. Su base volontaria, i presidenti e i supplenti dei tavoli saranno convocati nei rispettivi centri di assistenza primaria. Inoltre, gli verranno fornite maschere tipo FFP2 per tutta la giornata e dispositivo di protezione individuale. Ma negli orari stabiliti affinché le persone in quarantena o isolate possano votare, cioè tra le 19:00 e le 20:00.
Basterà tutto questo? No. Almeno secondo medici e infermieri che ascoltati dal quotidiano spagnolo El Pais avvertono che indossare e rimuovere i dispositivi di protezione individuale (DPI) non è per nulla facile. Soprattutto toglierli.
Carmen Torres, membro del comitato infermieristico del Collegio Ufficiale di Infermieri di Barcellona intervistata da El Pais, dice: "Sai quanto è difficile indossare e togliere uno dei DPI che i membri del seggio dovranno indossare? Devi sapere come farlo con le garanzie adeguate ", avverte. Torres sostiene infatti che prima devi proteggere l'intero ambiente e infine utilizzare i DPI. "La persona che lo indossa non può essere toccata. Dà calore e provoca prurito. Inoltre, indossarlo è delicato ma toglierli molto di più, poiché è lì che può verificarsi il contagio. Siamo professionisti e tecnici della prevenzione spesso richiamano la nostra attenzione perché facciamo qualcosa di sbagliato ".
Inoltre, vengono riportate altre gravi testimonianze di persone selezionate per gestire i seggi (sono circa 80.000 persone tra scrutatori, presidenti di seggio, eccetera). El País ha contattato 10 membri del Consiglio designati ad svolgere questo compito. Tutti rifiutano lo svolgimento delle elezioni alla data prevista e condividono la paura di prendere o portare il virus dalle urne alle proprie case. Mercedes Ridruejo, 57 anni, di El Vendrell (Tarragona) dichiara: "Ho firmato la ricevuta di ritorno al funzionario che me l'ha portata e ho aggiunto sul foglio: 'È un pericolo e un'incoscienza farci partecipare a queste elezioni'. Vivo da sola. Se sono malata dipendo esclusivamente da me stessa", denuncia. Ridruejo lavora presso un distributore di bevande che ora vende il 30% di ciò che produceva prima della pandemia. "Sono spaventata. Questo è quello che ho. E nessun medico certificherà che non posso andare al seggio elettorale per paura ". Mentre per Mónica González di Vilafranca del Penedés (Barcellona) non è stato assegnato un seggio . Ma è successo a sua figlia Ainoa Mariner, 19 anni. "Il problema è che ho un altro figlio di 13 anni affetto da una malattia rara - la distrofia muscolare di Duchenne - e disabile al 75%. Se mia figlia lo prende, potrebbe essere fatale per suo fratello. Stiamo presentando referti medici e tutti i tipi di documentazione, ma ci dicono che non abbiamo molto da fare perché la persona vulnerabile vive solo con Ainoa ", lamenta González. Queste solo alcune delle testimonianze riportate da El Pais.
E Sánchez cosa fa?
Appoggia le elezioni e promuove un candidato di eccezione, il recente ex ministro della Salute, Salvador Illa, che ha abbandonato questo ruolo fondamentale per candidarsi alle elezioni del 14 p.v. ed ha avuto anche la faccia tosta di dichiarare "Non siamo mai andati contro la scienza come hanno fatto altri. Fin dall'inizio, il Governo spagnolo è stato a favore della scienza, ascoltando gli scienziati, e penso che abbiamo agito nel modo migliore che potevamo e sapevamo fare in ogni momento". Peccato che gli stessi scienziati stiano chiedendo di usare un po' di buon senso.
Le stesse autorità che chiedevano di evitare assembramenti li promuovono. Mettendo a rischio la vita di migliaia di connazionali. Oltre che la stessa democrazia spagnola: c'è il pericolo che vincano gli indipendentisti catalani come dimostrano differenti sondaggi, uno su tutti quello riportato dal quotidiano scozzese The National; l'ultimo sondaggio pubblicato martedì prima delle 00:00, in cui era vietata la pubblicazione dei sondaggi in Spagna, ha prodotto il seguente risultato: Esquerra Republicana de Catalunya (indipendentisti), con 32 seggi, ha intrappolato il Partit dels Socialistes de Catalunya, guidato da Illa (31-32) e Junts per Catalunya (31-32 ), indipendentisti anch'essi, il partito dell' esiliato Carles Puigdemont considerato dagli indipendentisti il presidente dell'autoproclamata "Repubblica Catalana".
Ma il risultato più facile da prevedere è solamente uno: vincerà il Covid. Così, mentre ai politici toccherà di contare i voti a medici e infermieri resterà di calcolare il numero dei malati delle terapie intensive.