L'occidente in fuga anche dal Mali
La Rubrica - Appuntamento in Piazza
Roma Criminale
Lo scorso 17 febbraio 2022 la Dda di Roma ha arrestato 65 persone delle quali 39 sono finite in carcere e 26 agli arresti domiciliari. Le indagini hanno consentito di provare di come gli arrestati tutti collegati alle 'ndrine attive tra Anzio e Nettuno si occupassero di traffico internazionale di cocaina, traffico illegale di rifiuti e di riciclaggio del denaro sporco. Tra gli arrestati ci sono personalità con buoni agganci nei palazzi comunali in particolare nel settore degli appalti pubblici delle due città e membri infedeli delle forze dell’ordine. L’operazione è avvenuta proprio nelle ore in cui il sindaco di Roma Roberto Gualtieri annunciava di aver ingaggiato, come consulente per la legalità in Campidoglio, l’ex pm di Mani Pulite Francesco Greco che svolgerà il suo compito gratuitamente. Lo attende un lavoro durissimo.
Mali
Più volte evocato e minacciato oggi il ritiro è cosa fatta. La Francia e l’Occidente hanno deciso di andarsene dal Mali dopo nove anni trascorsi a combattere il terrorismo islamico con alterne fortune e ora toccherà solo agli uomini della milizia privata di Vladimir Putin denominata Wagner Group di occuparsi dei jihadisti che colpiscono ogni giorno nel Mali e in tutto il Sahel. Il tutto alla modica cifra di dieci milioni di dollari al mese che sono soldi che il Mali che è uno Stato poverissimo non ha. Non poteva finire altrimenti visto il rapporto tempestoso tra la giunta militare (filorussa) guidata dal colonnello Assimi Goita, che nel 2020 ha rovesciato il presidente Ibrahim Boubacar Keita, e la Francia. Un rapporto il cui culmine è stato la cacciata dell’ambasciatore francese dalla capitale maliana come ritorsione nei confronti di Parigi dopo che il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian aveva definito il governo di Bamako <<illegittimo>>. La decisione del presidente francese Emmanuel Macron, arriva in un momento molto delicato visto l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali del prossimo 10 aprile. La fine dell’operazione francese Barkhane e Takuba condotta dalle forze speciali dell’Unione europea potrebbe causare anche il ritiro dei contingenti di Germania e Inghilterra impegnati nella forza Onu MINUSMA. Per contro non si sa ancora nulla della missione europea EUTM Mali. Con il ritiro occidentale Russia e Cina saranno libere di aumentare la loro influenza nel Sahel. Vedremo nel tempo con quali risultati.
Svizzera l’imam costato 650.000 euro ai contribuenti verrà processato
L'imam libico Abu Ramadan-Salah ben Salmen, che ha predicato a lungo in una moschea di Bienne, è accusato di aver incitato l’odio con sermoni nei quali diceva: «Oh Allah, ti chiedo di distruggere i nemici della nostra religione, di distruggere gli ebrei, i cristiani, gli indù, i russi e gli sciiti. Dio, ti chiedo di distruggerli tutti e di riportare l'Islam al suo antico splendore». Abu Ramadan è arrivato in Svizzera nel 1998 e tre anni dopo ha ottenuto lo status di rifugiato politico perché disse «di essere perseguitato da Gheddafi». Grazie a questo ha avuto accesso al generoso sistema di previdenza sociale (AVS) che gli ha consentito di incassare una cifra pari a 650.000 euro. L’uomo che non ha mai lavorato non si è mai integrato in Svizzera parla a malapena francese e non comprende lo svizzero tedesco tanto che saluta le persone con il Salam Alaykoum. Nel 2017 la Segreteria di Stato per le Migrazioni ha deciso di revocare l'asilo al presunto imam e di revocare anche il suo status di rifugiato perché si scoprì che «si è recato dieci o dodici volte in Libia e si dice che sia in possesso di passaporto libico», inoltre è stato accertato «che abbia accompagnato dieci volte pellegrini alla Mecca e in altri siti islamici». L'anno scorso, il giornalista e deputato bernese Mohamed Hamdaoui (Le Centre) ha chiesto al governo bernese di intervenire nei confronti predicatore. Un'indagine di Matin Dimanche ha mostrato che all'epoca l'Imam Abu Ramadan ha continuato a denigrare i non musulmani e giustificare le lapidazioni. E la rendita ? «Non possiamo tagliare l'assistenza sociale a un rifugiato, anche se condanniamo le sue dichiarazioni», ha spiegato un responsabile. Se condannato Abu Ramadan verrà espulso dalla Svizzera. Finalmente.
India: se la cravatta è Haram
La Darul Uloom Deoband è un’università islamica che si trova a Deoband, una città nel distretto di Saharanpur, nell'Uttar Pradesh che è il luogo di nascita del movimento islamico sunnita estremista Deobandi. L’università nel corso degli anni è finita spesso al centro di polemiche a causa delle sue Fatwa a dir poco controverse. Tra gli ultimi pareri espressi stavolta online c’è la riposta data ad un allievo di una scuola superiore della città di Deoband che ha formulato la seguente domanda: «Nella mia scuola la cravatta è obbligatoria e vorrei sapere se la cravatta è haram (proibita) o halal (consentita)». Gli imam della Darul Uloom Deoband hanno così risposto: «La cravatta è haram!La cravatta è un emblema dei cristiani; quindi, gli studenti musulmani non dovrebbero adottarla in quanto illegale e contraria allo spirito islamico».