Non solo armi, l’Esercito di Berlino non trova giovani
(Bundeswehr)
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Non solo armi, l’Esercito di Berlino non trova giovani

Paghe da fame, incertezze sugli impieghi, ritardi nell’aggiornamento di mezzi e materiali. Dopo decenni di tagli, il Bundeswehr deve correre ai ripari.

Secondo la maggioranza dei siti web occidentali che si occupano di analisi militare, nel2024 l'esercito tedesco avrebbe continuato il suo processo di ammodernamento e riarmo ma restando comunque in uno stato tale da mostrare gravi carenze di personale. E ora che tale stato è documentato anche da un rapporto presentato al Parlamento martedì scorso 11 marzo e presentato dal Commissario parlamentare per le forze armate Eva Högel, tale relazione, con cadenza annuale, delinea lo status quo dell'Esercito evidenziando al contempo le principali necessità emerse dall'invasione dell'Ucraina del2022. Da allora, le Forze Armate hanno subito una profonda trasformazione ricevendo un’importante iniezione di finanziamenti, centinaia di miliardi di euro, unitamente a occupare un ruolo più importante a livello internazionale. Per esempio, lo scorso autunno il Paese ha ratificato un accordo per posizionare la sua prima brigata in modo permanente all'estero, una forza di 5.000 uomini e le cui strutture sono attualmente in costruzione in Lituania.

Nel frattempo, dai tempi della Seconda guerra mondiale, la Marina Militare della Bundeswehr si è trovata a sparare per la prima volta in assoluto proiettili veri in un contesto di combattimento, e ciò è accaduto alla fregata Hessen durante la missione dell'Unione Europea in corso nel Mar Rosso per proteggere le rotte di navigazione dagli attacchi dei ribelli Houthi yemeniti. Tali interventi, sempre secondo il rapporto Högel, hanno portato la Germania nel 2024 a raggiungere una spesa militare di oltre il 2% del Pil con oltre 69 miliardi di euro. Circa un quarto di questa cifra è stata finanziata dall'iniezione di denaro una tantum annunciata dal cancelliere Scholz sotto forma di "Sondervermögen", un fondo speciale del valore di 100 miliardi di euro creato subito dopo l'invasione russa dell'Ucraina ma ormai speso per quasi l’80% poiché, lo scorso anno, la Commissione di bilancio del governo ha approvato un record di 97 importanti commesse di acquisto rispetto alle 55 dell'anno precedente.

Ma si è trattato di un intervento tardivo dopo decenni di riduzioni di spesa dovuti ai governi guidati da Angela Merkel. Molte di queste “nuove commesse” rientravano nel campo della difesa aerea, che è di per sé una priorità fondamentale evidenziata nel rapporto di quest'anno; per esempio, sul fronte dei blindati, nel 2024, la Germania ha deciso di acquistare sia lo Skyranger 30 da Rheinmetall, sia l'Arrow 3 da Israele. Il paese ha anche ordinato nuovi carri armati da combattimento Leopard e 22 obici semoventi per sostituire quelli inviati in Ucraina. Tutto risolto? Affatto, perché i soldi, da soli, non possono risolvere alcuni problemi come lo stato del personale militare. Nonostante il reclutamento sia aumentato dell'8%, portando i nuovi effettivi a più di 20.000 l'anno scorso, oltre il 25% di questi militari ha lasciato l’incarico dopo il periodo di prova della durata di sei mesi, principalmente per motivi economici, in quanto la paga di un soldato oscilla tra 1.500 e 1.900 euro al mese. Così la Bundeswehr conta ora 21.826 unità su un obiettivo, praticamente irraggiungibile, di 203.000. Che non sarebbero tutti combattenti, bensì anche parte della forza che deve essere riservata alla guerra cibernetica e informatica.

Lo stesso rapporto descrive anche una situazione allarmante che deriverebbe dalla presenza nei ranghi della forza armata di una minoranza di soldati con opinioni estremiste di destra. E ora che la coalizione di governo entrante, composta da conservatori e socialdemocratici. ha promesso di continuare sulla strada della rivitalizzazione e del rafforzamento della potenza militare del paese, il cancelliere entrante Friedrich Merz ha suggerito di esentare la spesa per la Difesa dal tetto del debito sancito dalla Costituzione del Paese, una manovra che sarebbe stata impensabile nella rigida Germania degli ultimi anni. Ora il piano Rearm Europe potrà senza dubbio risolvere eventuali dissensi interni, nutrire l’industria militare e sbloccare forniture di mezzi moderni, ma non potrà convincere i giovani tedeschi ad arruolarsi.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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