L’Idf chiede ai civili di evacuare 25 località nel Sud del Libano
Le forze di difesa israeliane hanno reso noto di aver sequestrato armi di fabbricazione russa presso le postazioni di Hezbollah durante un'operazione nel Libano meridionale. Si allunga l'ombra di Vladimir Putin sul conflitto in Medio Oriente.
Durante la notte, l'aviazione militare israeliana (Iaf) ha abbattuto una serie di droni diretti verso il centro di Israele, come riportato dall'IDF e citato dal Times of Israel. Il giornale riferisce, inoltre, che gli Huthi dello Yemen hanno rivendicato il lancio dei droni. I terroristi yemeniti hanno affermato «di aver colpito un obiettivo vitale a Tel Aviv con diversi droni»; tuttavia, la notizia è priva di fondamento, secondo quanto riportato dal Times of Israel. Successivamente, le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno dichiarato che la notte scorsa due droni hanno fatto scattare le sirene d'allarme a Bat Yam, una città situata immediatamente a sud di Tel Aviv. Secondo quanto riferito dalle Idf, uno dei droni è stato intercettato dall'aeronautica israeliana, mentre l'altro è caduto in un'area aperta e non sono stati riportati feriti né danni significativi.
Questa mattina, l'esercito israeliano e lo Shin Bet hanno annunciato l'uccisione di Rawhi Mushtaha, un importante leader di Hamas nella Striscia di Gaza, «che ricopriva il ruolo di capo del governo del gruppo nell'area». L'attacco, risalente a tre mesi fa, ha colpito anche altri due alti funzionari di Hamas: Sameh al-Siraj, responsabile della sicurezza nell'ufficio politico del gruppo, e Sami Odeh, «capo del meccanismo di sicurezza generale». I tre erano nascosti in un tunnel situato nel nord della Striscia di Gaza, descritto dalle IDF come un complesso sotterraneo fortificato, utilizzato come centro di comando di Hamas. Questo sistema permetteva ai militanti di rimanere nascosti per lunghi periodi. Hamas non ha ancora confermato la morte di questi leader, ed è evidente che il gruppo jihadista nasconde le proprie perdite per evitare un crollo del morale e dell'operatività tra i suoi militanti. Sempre a proposito dei raid israeliani, un consigliere militare delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Majid Divani, è deceduto a causa delle ferite subite durante un raid aereo israeliano su Damasco avvenuto due giorni fa, come riportato dall'agenzia di stampa iraniana SNN. Divani è l'ultima vittima aggiunta al bilancio dell'attacco, che ha provocato la morte di quattro persone in un edificio nel quartiere residenziale di Mazzeh, nella capitale siriana. Tra i morti c’è anche Hassan Jaafar Qassir, genero dell'ex leader di Hezbollah Hassan Nasrallah e fratello di Jaafar Qassir, figura chiave nel traffico di armi e droga dall'Iran al Libano.
A proposito di Hezbollah, mentre scriviamo, l'agenzia di stampa statale iraniana Irna pubblica la notizia citando Sabereen News, secondo la quale i funerali di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah ucciso durante un raid israeliano il 27 settembre nella periferia sud di Beirut, si terranno venerdì. Irna precisa che Sabereen News non ha specificato il luogo esatto delle esequie, che sono ad altissimo rischio per ciò che resta dell’organizzazione terroristica libanese e per gli iraniani, dato che i droni e i missili israeliani sono sempre in agguato. Gli attacchi aerei israeliani, che sono in corso anche oggi (tanto che l’Idf ha chiesto ai civili di evacuare 25 località nel Sud del Libano), hanno annientato i vertici di Hezbollah e messo a repentaglio la sua sicurezza interna, rappresentano un durissimo colpo per il progetto decennale dell'Iran di esercitare il potere in Medio Oriente attraverso agenti delegati, affermano ex funzionari dell'intelligence statunitense e analisti. Nel giro di poche settimane, l'Iran e il suo più importante rappresentante, Hezbollah, hanno subito catastrofici fallimenti nella sicurezza. Israele ha completamente sabotato le comunicazioni del gruppo, al punto che le figure chiave sono dovute uscire allo scoperto per parlarsi, ha eliminato numerose figure di spicco e ha ucciso il potente e influente leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, che non può essere facilmente sostituito, e di sicuro non con una figura carismatica e di pari statura criminale. Secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib, citato dall'agenzia di stampa turca Anadolu, Hassan Nasrallah aveva accettato un cessate il fuoco con Israele poco prima di essere ucciso in un raid su Beirut. Bou Habib ha affermato che «la parte libanese aveva accettato» e che il presidente del parlamento, Nabih Berri, «si era consultato con Hezbollah», informando poi i rappresentanti di Stati Uniti e Francia della decisione. Vero o falso? Difficilmente lo sapremo; tuttavia, pare più un maldestro tentativo di mistificare i fatti.
Funzionari statunitensi hanno affermato ad ABC News che gli attacchi aerei israeliani hanno eliminato gran parte della leadership di Hezbollah e distrutto numerosi depositi di armi, causando danni senza precedenti, sia fisici che psicologici, al gruppo miliziano.Il regime iraniano considerava Hezbollah il pilastro di una strategia volta a superare gli avversari militarmente superiori con truppe armate, finanziate e addestrate dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche di Teheran, soprannominato da Teheran "l'asse della resistenza". Dotando Hezbollah di un arsenale di razzi e missili, insieme ad altri gruppi a Gaza, Iraq, Siria e Yemen, l'Iran ha scommesso che avrebbe potuto indebolire gradualmente Israele e gli Stati Uniti e mostrare i muscoli, evitando al contempo uno scontro diretto che non avrebbe potuto vincere. Ma la strategia dell'Iran ha completamente sottovalutato e non ha tenuto conto del modo in cui Israele avrebbe risposto all'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre e al successivo lancio di razzi transfrontalieri da parte di Hezbollah. Teheran ha anche sopravvalutato la forza della sua rete proxy, hanno affermato ex ufficiali dell'intelligence e analisti dell'antiterrorismo. L'esperto di terrorismo Bruce Hoffman, professore alla School of Foreign Service della Georgetown University, ha affermato ad ABC News: «In pratica, l'intero calcolo è stato fatto a pezzi. Per Israele, si tratta di una sorprendente inversione di tendenza rispetto agli eventi di quasi un anno fa», riferendosi all'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha colto di sorpresa le agenzie di intelligence israeliane, uccidendo 1.200 israeliani e prendendo in ostaggio 250 persone. «L'intelligence israeliana ha ripristinato la sua aura di deterrenza che aveva perso dopo il disastro del 7/10».
Infine, le forze di difesa israeliane hanno reso noto lo scorso 1° ottobre di aver sequestrato armi di fabbricazione russa presso le postazioni di Hezbollah durante un'operazione nel Libano meridionale. Lo ha riferito l'emittente televisiva locale Canale 13. Durante la conferenza stampa sono stati esposti anche il sistema missilistico di difesa aerea portatile 9K32M Strela-2 e i lanciagranate RPG-29 Vampire e RPG-27 Tavolga, destinati alla fanteria. In altre immagini pubblicate dalle Forze di Difesa Israeliane si può vedere un lanciafiamme antiuomo a propulsione a razzo MRO-A. Queste armi di fabbricazione russa potrebbero essere arrivate negli arsenali di Hezbollah attraverso paesi terzi, con la Siria come probabile fonte. Non si esclude, inoltre, la possibilità di forniture provenienti dalla Russia tramite esportazioni attraverso paesi intermedi. Recentemente, è stato segnalato che Hezbollah utilizza droni da ricognizione Tu-143 Reis di fabbricazione sovietica, convertiti in armi offensive. I terroristi posizionano i lanciatori di Reis in edifici residenziali modificati a tale scopo. A conferma di ciò, le autorità israeliane hanno diffuso un video che mostra il momento in cui il muro di un edificio viene aperto per consentire il lancio di un Reis. L'unico paese della regione che ha utilizzato ufficialmente i Tu-143 Reis è la Siria.
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