Tokyo incidente aereo
(Ansa)
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Incidente aereo di Tokyo, si indaga sul coordinamento aeroportuale

Idue velivoli erano in contatto radio con la torre su canali differenti, non è chiaro se gli equipaggi sapessero della presenza e della posizione dei colleghi

L'incidente aereo avvenuto ieri a Tokyo riapre la discussione sul controllo dei movimenti a terra degli aeromobili nei grandi aeroporti. L'inchiesta tecnica che è stata aperta da parte del Jtsb (l'organo giapponese per la sicurezza dei trasporti), dovrà infatti stabilire perché l'aeroplano della Guardia Costiera travolto dall'Airbus si trovava in quella posizione mentre il volo JL-516 da Sapporo a Tokyo stava atterrando. Inoltre, nel pomeriggio del 2 gennaio (ora europea) l'autorità per la sicurezza aerea francese Bea (in quanto nazione di costruzione dello Airbus), ha riferito di aver inviato quattro investigatori e cinque consulenti tecnici a Tokyo per unirsi alla squadra giapponese che sta indagando sull'incidente, e il team dovrebbe essere sul posto entro oggi. E sperando che il pilota del Dash-8 possa guarire dalle gravi ferite riportate, stavolta sarà possibile raccogliere una testimonianza diretta.

I fatti: alle 17.47 locali, le 9.47 italiane, un Airbus A350-941 della Japan Airlines, marche JA13XJ, in volo con 367 passeggeri e 12 membri dell'equipaggio, è atterrato sulla pista 34R (significa quella destra tra le due parallele orientate per 340°, quindi quasi verso nord), dell'aeroporto Haneda. A quell'ora è buio ma dalle telecamere che hanno ripreso la scena le condizioni meteo erano buone, è dunque impossibile che l'equipaggio dello Airbus non abbia potuto scorgere il Dash-8 della Guardia Costiera giapponese (con registrazione JA722A e codice volo MA722 ormai sulla pista. L'urto è stato violentissimo, L'A350 si è fermato, incendiato, sul bordo destro della pista, a circa 1.680 metri dalla testata ed è stato evacuato da tutti gli occupanti. Con soltanto 17 feriti lievi. Il Dash-8, con a bordo 6 persone, ha anch'esso preso fuoco, cinque dei sei occupanti sono deceduti mentre il capitano del Dash 8 è rimasto gravemente ferito.

Le considerazioni: l'equipaggio dello Airbus non aveva riscontrato alcuna anomalia sull'aeroplano, aveva ricevuto e confermato sia le informazioni per l'atterraggio, sia, poco prima, l'autorizzazione per terminare l'avvicinamento. La Guardia Costiera giapponese ha riferito che il loro Dash 8-300 trasportava rifornimenti diretti alla base di Niigata, dove si è verificato il terremoto di Capodanno. Dalle prime interviste fatte ai passeggeri dell'Airbus è emerso che l'atterraggio era avvenuto normalmente fino a quando si è sentito un tonfo e il lato sinistro dell'aereo e si sono subito viste le fiamme. Dagli altoparlanti è stato fatto un primo annuncio: “per favore calmatevi” seguito da “non prendete i bagagli e non alzatevi”. Quindi ad aereo fermo è iniziata l'evacuazione attraverso tre scivoli del lato destro. Per qualche ora il Ministero dei trasporti giapponese ha dichiarato chiuso l'aeroporto, per poi ripristinare le operazione mantenendo però chiusa la pista 16-34R, quella sulla quale è avvenuto l'incidente, che serve il Terminal 2, dedicato a voli nazionali e internazionali.In una conferenza stampa indetta poche ore dopo i fatti, il Ministero dei Trasporti giapponese ha dichiarato che è in fase di indagine se il velivolo JL-516 fosse stato autorizzato all'atterraggio e se quello della Guardia Costiera autorizzato a occupare la pista. Di fatto l'urto è avvenuto all'altezza del quarto raccordo di immissione alla pista, che avviene da sinistra rispetto alla direzione di decollo e atterraggio in uso in quel momento, quindi in una posizione avanzata rispetto a quella naturale di ingresso in pista del Dash-8, all'inizio della pista. Bisognerà anche stabilire se fosse stata accordata una priorità di manovra la Guardia Costiera, oppure se l'equipaggio è entrato in pista senza sapere dell'arrivo dello Airbus.

Le possibili cause: secondo le registrazioni dei canali radio aeroportuali, l'Airbus e un certo numero di altri aerei in partenza dalla pista 34R erano stati trasferiti sulla frequenza secondaria della torre (118.725 Mhz), dove al volo JL-516, dopo essere stato passato dalla frequenza radio dell'avvicinamento, sarebbe stato detto di “continuare l'avvicinamento” e, circa 90 secondi dopo, la torre avrebbe autorizzato l'aeroplano ad atterrare. Invece, il velivolo DH-8C della Guardia Costiera era in contatto radio con la torre su una frequenza differente, 124.350 Mhz. Quindi nessuno dei due equipaggi poteva udire le comunicazioni rivolte all'altro aeroplano, sentendo le quali avrebbero potuto comprendere che la pista era occupata e che un aeroplano stava per atterrare. Inoltre, l'organizzazione dell'assistenza ai voli avviene con frequenze e controllori diversi per ciascun complesso di piste, suddivise in occidentali e orientali, e l'incidente è accaduto proprio quando l'aeroporto è passato dalle operazioni per settore a quelle delle operazioni su piste parallele, quindi è ipotizzabile un problema di coordinamento accaduto mentre il Dash-8 entrava in pista negli ultimi istanti prima dell'atterraggio dell'A350. L'equipaggio della Guardia Costiera potrebbe aver avuto una visibilità nulla verso la traiettoria di avvicinamento del volo passeggeri, in quanto la prua era orientata per il decollo. Inoltre, la natura emergenziale del loro volo avrebbe potuto esercitare ulteriore pressione e generare una sensazione di fretta, anche perché il Dash-8 della Guardia Costiera proveniva dalla sua base situata nella parte più occidentale dell'aeroporto, praticamente il punto più lontano dalla pista 34R, quindi aveva compiuto un lungo e articolato percorso di rullaggio e di attese, avendo acceso i motori quasi un'ora prima dell'incidente. Sarà necessario stabilire se gli equipaggi avessero potuto vedersi reciprocamente, ed anche se l'Airbus avesse avuto, o meno, il tempo per riattaccare, ovvero interrompere l'atterraggio e risalire. L'aeroporto Haneda, tra i più grandi della regione, dispone di quattro piste gestite mediante cinque canali radio, otto frequenze per le partenze e ulteriori cinque per il servizio di terra. Dalle foto pubblicate sui media giapponesi, il danno evidente al muso dell'A350 sembra indicare una collisione con la coda a “T” del Dash-8. Probabilmente almeno una delle ali dell'aereo della Guardia Costiera è stata tagliata di netto dall'impatto perdendo carburante sulla pista e contribuendo all'inizio dell'incendio. Infine, i passeggeri e l'equipaggio del volo Japan Air Lines hanno dimostrato ammirevole compostezza, nessun bagaglio a mano è stato portato via, come non paiono esserci state scene di panico.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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