isis siria
(Ansa)
Dal Mondo

L'Isis alla riconquista di Iraq e Siria

Continua, sotto il clamoroso e colpevole silenzio dell'occidente, l'avanzata dello Stato Islamico, dall'Afghanistan ad altri paesi del Medio-Oriente

Mentre in Afghanistan quasi ogni giorno lo Stato Islamico Khorasan (Isis-K) mette a segno attentati che dimostrano come i Talebani non abbiano più il controllo del territorio e a tal proposito va sottolineato come l'organizzazione sia riuscita a colpire Maulvi Hamdullah, il suo primo obiettivo di alto valore, detto Mokhlis carismatico membro del braccio armato della rete Haqqani e ufficiale delle Forze speciali (Badri Corps) ucciso nel corso dell'assalto all'ospedale militare "Sardar Daud Khan" (Kabul), si parla pochissimo di quello che l'organizzazione centrale dello Stato islamico sta facendo in Iraq e in Siria.

Come descritto in recente report del The Soufan Group ‹‹tra gennaio 2020 e settembre 2021, lo Stato islamico ha sostenuto una media di 90 operazioni al mese in Iraq, con una forte concentrazione nei governatorati di Salah ad-Din, Kirkuk e Diyala››. Gli attacchi dell'Isis in Siria avvengono quasi esclusivamente nel lato orientale della valle del fiume Eufrate. Dopo la sconfitta militare avvenuta nella primavera del 2019 e la morte del suo leader Abu Bakr Al Baghdadi (27.10.2019) l'organizzazione ha vissuto qualche momento di sbandamento poi il nuovo capo dell'Isis Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi, colui che si rese protagonista del genocidio degli Yazidi iniziato la mattina del 3 agosto 2014 e dove morirono almeno 3.100 persone e altri 6.800 – per lo più donne e bambini – vennero rapiti, l'Isis ha adottato una nuova strategia.

Le mosse del nuovo Califfo

Innanzitutto il leader non è mai apparso in video di propaganda e riserva poca attenzione ai media anche per il timore di essere localizzato dagli analisti del Pentagono; inoltre ha privilegiato l'attività sul campo essendo uomo d'armi piuttosto che di dottrina religiosa. Così al-Quraishi che si muove con grande cautela sul territorio, visto che i droni americani gli danno la caccia e sono pronti a colpirlo, ha puntato tutto su piccole cellule dormienti «per lanciare attacchi pur mantenendo un efficace comando e controllo utile a condurre un'insurrezione di guerriglia di basso livello e mobilitare nuovo sostegno da parte della popolazione». Così l'Isis oggi è in grado di condurre attacchi asimmetrici contro civili e Forze di sicurezza, ma può anche schierare le sue risorse per lanciare attacchi spettacolari che servono a destabilizzare il già fragile governo iracheno.

Così, nel silenzio o quasi dei media, negli ultimi mesi c'è stato un susseguirsi di assassini, imboscate e attacchi con esplosivi come accaduto il 26 ottobre sorso dove quindici persone sono state uccise e altre ferite, in seguito ad un attacco dell'Isis contro il villaggio di al-Hawasha che si trova vicino alla città di Muqdadiya. Qui, secondo fonti locali, le persone sono state uccise perché non erano in grado o si rifiutavano di pagare il riscatto per tre abitanti del villaggio che erano stati rapiti in precedenza dall'Isis. Due giorni dopo, il 28 ottobre, lo Stato Islamico ha effettuato un attacco contro un posto di blocco delle forze di polizia irachena nel governatorato di Kirkuk, nel Nord dell'Iraq.

I numeri dell'Isis nel "Siraq"

Secondo l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite pubblicato all'inizio di quest'anno, sono circa 10.000 (numero per difetto) i combattenti dell'Isis tutt'ora attivi in Iraq e Siria e tra loro ci sono anche molti degli irriducibili foreign fighters europei sfuggiti alla battaglia finale di Al-Baghuz Fawqani, un villaggio della Siria, situato nel distretto di Abu Kamal (Deir ez-Zor) conclusasi il 23 marzo 2019 con la definitiva caduta dell'ultimo bastione dell'Isis in Siria. Tra gli attacchi che sono sempre più spettacolari c'è sicuramente quello avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 settembre 2021 nella regione di al-Rashad a sud di Kirkuk, che ha provocato la morte di una dozzina di agenti di polizia. Qualche giorno prima tre soldati iracheni erano stati uccisi a Mosul durante un controllo ad un posto di blocco.

Lo Stato Islamico che ha approfittato in lungo e in largo del fatto che i media internazionali si sono focalizzati sulla pandemia, continua ad aumentare la propria capacità di condurre attacchi spettacolari come fatto nel popolare mercato di al-Woheilat che si trova nel sobborgo di Sadr City (Baghdad) dove il 19 luglio scorso un kamikaze su sedia a rotelle si fece esplodere tra la folla causando 30 morti e dozzine di feriti.

Sempre a proposito di numeri lo scorso 20 ottobre a Mosul è stato scoperto l'ennesimo tesoro nascosto dell'Isis: in una buca scavata sotto il pavimento che portava alle casse di una filiale della Banca centrale irachena sono stati rinvenuti centinaia di sacchi contenenti pacchi di banconote arrotolate in sacchetti di plastica secondo quanto riportato da South China Morning Post che ha pubblicato un video, il denaro è solo una piccola parte delle diverse centinaia di milioni di dollari rubati dai caveau della Banca Centrale dai militanti dello Stato Islamico quando presero il controllo della città nel 2014.

Mentre scriviamo è in corso una complessa operazione iniziata lo scorso 3 novembre 2021 delle forze di sicurezza irachene nel cosiddetto "Triangolo della morte" che comprende le regioni di Diyala, Salah al-Din e Kirkuk dove la presenza dell'Isis è massiccia e dove (forse) potrebbe nascondersi il nuovo califfo Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi che nelle scorse settimane ha perso il "Ministro delle Finanze" dell'Isis Sami Jassem al-Ajuz, catturato dalle Forze speciali di Baghdad in ‹‹una grande azione delle nostre forze nel Servizio di intelligence nazionale e un'operazione speciale al di fuori dei nostri confini (in Siria n.d.r)›› .

In ogni caso con decine di milioni di dollari ancora a disposizione e la capacità di attrarre nuove reclute sul territorio i rapporti mostrano che l'Isis è sempre attivo nei campi profughi nel nord-est della Siria, dove radicalizza e intimidisce coloro che ci vivono, l'Isis resta una minaccia non solo per il "Siraq" e l'intera Regione, ma continua ad essere l'elemento centrale di quella costellazione globale di sigle affiliate in lotta con i rivali di Al-Qaeda. E qui c'è un altro elemento delle rinnovata strategia di al-Quraishi che ha investito molte delle sue energie nella promozione delle sue filiali in tutta l'Africa subsahariana e ora, in seguito alla conquista dell'Afghanistan da parte dei Talebani, anche in varie parti dell'Asia meridionale. Infine se il prossimo 31 dicembre gli Stati Uniti completeranno il ritiro di quel che resta del loro contingente (circa 2.500 uomini) dopo l'Afghanistan servito su un piatto d'argento ai Talebani, sarà la volta dell'Iraq. L'Isis sentitamente ringrazia e non mancherà certo di dimostrarlo anche in Europa.

From Your Site Articles

I più letti

avatar-icon

Stefano Piazza