L'Isis ha un nuovo capo, ma spaventa indipendentemente dalla guida
Abu al-Hussein al-Quraishi nuovo numero uno in un periodo in cui di guide se ne sono succedute diverse. Segno che alla fine quello che conta non è il leader
Lo Stato islamico ha un nuovo leader identificato come Abu al-Hussein al-Quraishi, nominato a tempo di record dopo l’annuncio della fondazione al-Furqan prima e della rivista ufficiale dell’Isis Al-Naba poi della morte avvenuta lo scorso 30 novembre a Daraa (Siria) del califfo Abu al-Hassan al-Hashimi al-Quraishi, morto secondo il gruppo jihadista «combattendo contro i nemici dopo averne uccisi alcuni». È quindi durata pochissimo (circa otto mesi) la sua avventura ai vertici del gruppo terroristico visto che era stato nominato nel marzo scorso dopo la morte di Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurashi avvenuta lo scorso febbraio ad Atme, una città nel nord della Siria dove gli uomini della Delta Force lo avevano scovato in un’anonima palazzina.
Chi lo ucciso e quando? Secondo il CentCom, il Comando del Pentagono che si occupa delle operazioni in Medio Oriente, il capo dell’Isis «è stato ucciso nel sud della Siria dall'Esercito siriano libero». Ma chi sono esattamente i membri di questo gruppo armato? Al loro interno ci sono ribelli delle diverse fazioni che oggi hanno smesso di combattere il regime di Bashar al-Assad in cambio del controllo di alcune aree di territorio. Sul quando sia morto è bene essere prudenti perché al-Quraishi potrebbe essere morto alcune settimane fa sempre a Daraa, teatro di violenti scontri con decine di morti, e l’annuncio della sua morte sarebbe arrivato dopo la scelta del suo successore. Che qualcosa di grosso fosse successo lo si era capito durante la mattina di mercoledì scorso dopo che sui canali Telegram che fanno riferimento all’Isis si parlava di «una notizia scioccante» che sarebbe stata pubblicata a breve: «Presto a Dio piacendo». Puntualmente tutto questo è avvenuto con l’audio messaggio della durata di circa nove minuti del portavoce dell’Isis Abi Omar al-Muhajirin titolato «Così uccidono e vengono uccisi», che nel confermare la morte di Abu al-Hassan al-Hashimi al-Quraishi, ha ufficializzato la nomina di Abu al-Hussain al-Husseini al-Quraishi (clan Hashim della tribù dei Quraysh, quindi un discendente diretto del Profeta Maometto come tutti coloro che lo hanno preceduto), come nuovo leader. Ma chi è il nuovo califfo? Secondo quanto afferma l’organizzazione terroristica sarebbe come i suoi predecessori «un veterano del jihad» e non potrebbe essere altrimenti ma a parte questo non ci sono altri elementi sulla sua identità, anche se da più parti si afferma che potrebbe essere Juma al-Badri fratello di Abu Bakr al-Baghdadi.
In ogni caso sui canali di riferimento dell’organizzazione terroristica da ore vengono pubblicate le fotografie dei miliziani dell’Isis in Africa, India, Sahel, nel cosiddetto Khorasan (Afghanistan Pakistan, Tagikistan), e India dove i gruppi locali si fanno riprendere nell’atto di giurare fedeltà al nuovo califfo che è iracheno come da tradizione, eccezion fatta per il giordano Abu Musab al-Zarqawi, primo leader riconosciuto dello Stato islamico. Il segretario stampa della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha negato qualsiasi coinvolgimento degli Stati Uniti nell'operazione che ha portato alla morte di Abu al-Hassan al-Hashimi al-Quraishi limitandosi alla seguente dichiarazione: «Siamo lieti di vedere la rimozione dei leader dell'Isis in così rapida successione. Gli Stati Uniti rimangono impegnati a contrastare la minaccia globale dell'Isis e sono pronti a collaborare con i partner internazionali».
Secondo il portavoce del CentCom, il colonnello Joe Buccino, «la leadership del gruppo Isis ha subito ripetuti colpi da varie parti quest'anno, ma, rimane una minaccia per la regione. CentCom e i nostri partner rimangono concentrati sulla duratura sconfitta dell'Isis». Nell’ottobre scorso durante un raid degli americani era stato ucciso Rakkaern Wahid al-Shammari, un funzionario dell'Isis noto per essere un contrabbandiere di armi e combattenti mentre nel settembre scorso la Turchia aveva fatto sapere che le forze di sicurezza avevano arrestato un alto dirigente dello Stato islamico noto come Abu Zeyd, il cui vero nome era Bashar Khattab Ghazal al-Sumaidai, inizialmente scambiato per il califfo. Al nuovo califfo il difficile compito di rilanciare le attività terroristiche del gruppo nel «Siraq» anche se appare sempre più evidente che l’Isis guarda all’Africa ed in particolare al Mozambico e al Mali come luoghi dove poter annunciare la nascita del nuovo califfato.