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(Ansa)
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Joe Biden è sempre più solo

Anziché rilanciare la sua candidatura, la conferenza stampa che ha tenuto a Washington rischia di azzopparla definitivamente

Doveva servire a fugare i dubbi sulla sua candidatura. E invece la conferenza stampa, che Joe Biden ha tenuto alcune ore fa in conclusione del summit Nato di Washington, ha finito col rafforzarli. Innanzitutto ha confuso Kamala Harris con Donald Trump. “Guardate, non avrei scelto il vicepresidente Trump come vicepresidente se non avessi pensato che non fosse qualificata per essere presidente”, ha dichiarato. Poco prima, sempre nella cornice del vertice Nato, l’inquilino della Casa Bianca aveva chiamato Volodymyr Zelensky “presidente Putin”. Biden ha comunque escluso di volersi ritirare dalla campagna elettorale. “Credo di essere il più qualificato per governare e penso di essere il più qualificato per vincere”, ha detto. Il problema è che difficilmente, a questo punto, sarà in grado di reggere la pressione di chi sta invocando un suo passo indietro.

Dopo la conferenza stampa, tre nuovi deputati dem – Jim Himes, Scott Peters ed Eric Sorensen – hanno chiesto al presidente di farsi da parte. Al momento, sono in tutto 16 i deputati dell’Asinello che hanno apertamente invocato un ritiro di Biden. Altrettanto ha fatto il senatore dem, Peter Welch, mentre alcuni suoi colleghi hanno espresso forti dubbi sul presidente a porte chiuse. Non solo. Il famoso giornalista Carl Bernstein ha rivelato che il leader dei dem al Senato, Chuck Schumer, sarebbe “frustrato” nei confronti di Biden.



Tutto questo, mentre ormai da giorni il presidente subisce il bombardamento quotidiano da parte della cerchia di Barack Obama: da David Axelrod a Van Jones, passando per lo stesso George Clooney. Addirittura, poche ore prima della conferenza stampa, il New York Times aveva riportato che alcuni consiglieri di Biden starebbero discutendo su come convincere l’inquilino della Casa Bianca a ritirarsi dalla campagna elettorale. A peggiorare la situazione per Biden sta il fatto che alcuni esponenti dem, come il deputato Adam Schiff e la governatrice Gretchen Whitmer, gli hanno di fatto chiesto di sottoporsi a un test cognitivo: esattamente quanto l’attuale presidente si rifiuta di fare dal 2020.

Ben difficilmente la conferenza stampa tenuta a Washington riuscirà a contrastare tutte queste pressioni. Anche perché, secondo la Cnn, una parte dei finanziatori dem avrebbe sospeso le donazioni in attesa di comprendere i prossimi sviluppi. Il che non rappresenta certo un segnale incoraggiante per Biden. Il presidente, spinto soprattutto dalla moglie Jill e dal figlio Hunter, continua a cercare di resistere. Il nodo vero, da questo punto di vista, è che il Partito democratico si sta spaccando sempre di più non solo in termini di truppe parlamentari ma anche di base elettorale. Più questa lotta intestina prosegue, più l’Asinello – indipendentemente da chi sarà il candidato finale – rischia di arrivare frantumato alla Convention nazionale democratica di agosto. E questa non è certo la situazione ottimale per prepararsi alle elezioni di novembre.

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Stefano Graziosi