Kamala Harris, Tim Walz e la “questione cinese”
I repubblicani attaccano il candidato vicepresidente democratico per le sue relazioni “ambigue” con Pechino: dagli oltre 30 viaggi nella Repubblica popolare, al periodo trascorso in Cina come insegnante ai grandi investimenti della comunità cinese nel Minnesota, di cui Walz è Governatore, fino al dubbio che possa essere una “spia” del Dragone
Il ticket democratico ha ottenuto l’incoronazione ufficiale da parte del congresso, ora non resta che affrontare le poche settimane che dividono dal voto presidenziale del 5 novembre. Due mesi scarsi durante i quali l’obiettivo è cercare di convincere gli americani indecisi ad andare alle urne e soprattutto strappare il consenso di chi pensava di appoggiare Donald Trump. Intanto proprio i repubblicani hanno ridisegnato la campagna elettorale, dopo l’uscita di scena di Joe Biden, puntando sulle “debolezze” del duo Harris-Walz.
Ed è su quest’ultimo che si sono concentrare le attenzioni degli ultimi giorni, soprattutto legate ai rapporti che l’attuale Governatore del Minnesota ha con la Cina, non certo considerata un alleato anche da buona parte degli elettori dem. Il GOP (Grand Old Party), infatti, accusa Tim Walz di avere relazioni “ambigue” con Pechino. Il Presidente della Commissione di controllo della Camera USA, James Comer, ha anche dato avvio formalmente a un’indagine sul candidato democratico alla vicepresidenza citando i rapporti che Walz ha avuto in passato con il Paese del Dragone. Comer, esponente del partito repubblicano e originario del Kentucky, ha sottolineato i “legami di lunga data del governatore del Minnesota con entità e funzionari del Partito comunista cinese”. Poi ha chiesto al direttore dell’FBI, Christopher Wray, “informazioni, documenti e comunicazioni relative a entità e funzionari legati al PCC” con cui Walz potrebbe essersi “impegnato e aver collaborato”.
I sospetti di Comer, resi pubblici davanti alla Commissione che presiede, riguardano quella che è stata definita una “relazione intima” con Pechino, dove nel 2007 Walz è stato anche borsista presso l’Università Politecnica cinese di Macao, sottolineando che tutt’oggi il Governatore che mantiene una “devozione al PCC”. I rapporti con la Cina, però, risalgono agli anni ’80 e ’90. Walt, infatti, ha trascorso circa un anno nella Repubblica popolare, insegnando in una scuola superiore grazie al programma WorldTeach dell’Università di Harvard. Al suo ritorno e dopo le nozze con la collega Gwen Whipple, docente presso una high school del Nebraska, i due hanno dato vita nel 1994 a una società chiamata Educational Travel Adventures, specializzata in viaggi di studio estivi per studenti americani, proprio in territorio cinese.
Comer ha citato le 30 visite di Walz in Cina effettuate a partire dal 1989, spiegando che “Il popolo americano merita di comprendere appieno quanto sia profondo il rapporto del governatore Walz con la Cina”. Il repubblicano Ron Johnson, originario del Wisconsin, si è spinto oltre, sottolineando la coincidenza della data di matrimonio scelta proprio da Walz, ossia il 4 giugno del 1989, giorno della strage di Tienanmen, come se si trattasse di un “omaggio” al popolo cinese. Immediata la risposta dei democratici, che hanno bollato come “complottiste” le tesi di Johnson e hanno invece ricordato come Walz nei suoi viaggi abbia anche incontrato il Dalai Lama. Era il 2016 e in quella occasione il Governatore del Minnesota aveva anche votuto parlare con alcuni attivisti per i diritti umani di Hong Kong.
Resta il fatto che il Minnesota di Walz “dispone di uffici internazionali in sei località, Canada, Giappone, Unione Europea, Regno Unito, ASEAN e Cina, oltre a sette rappresentanze di partner in cinque continenti”, come spiega la Camera di Commercio locale. L’elenco potrebbe non stupire, ma viene associato alla forte presenza di investimenti cinese nello Stato. Nel complesso quella cinese rappresenta la terza comunità più numerosa di non native Americans, con circa 43mila persone sui 240mila asiatici che vivono nello Stato. Ma a preoccupare è l’espansione delle imprese cinesi, soprattutto in campo agricolo, con una massiccia campagna di acquisto dei terreni.
Non a caso la scorsa primavera il quotidiano locale MinnPost dedicava a questo argomento un articolo nel quale veniva citata anche una proposta legge, a firma del repubblicano Pete Stauber, che prevede il divieto di acquisizione delle terre a uso agricolo per i cittadini della Repubblica popolare cinese. A conferma delle strette relazioni tra Walz e la Cina, inoltre, è stato ancora Comer a citare la partecipazione del Governatore e oggi candidato vicepresidente Walz a un evento dell’ente no profit US-China Peoples Friendship Association nel 2019. La presenza di Walz, pur non citata nel comunicato stampa dell’ambasciata cinese, sarebbe stata “provata” da una foto in cui compare con il console generale Zhao Jian, della missione di Pechino a Chicago, commentata dallo stesso Walz come un’occasione “scambio di opinioni” sulle relazioni sino-americane e sulla cooperazione subnazionale.
Caso chiuso? Nient’affatto: Fox News, tradizionalmente vicina al GOP, ha intitolato un articolo recente con la domanda inquietante: Tim Walz è un agente segreto dormiente per conto della Cina?Per tutta la durata del congresso democratico, inoltre, non sono mancati interventi sul canale tv da parte di presentatori e supporter di Trump che hanno discusso della “integrità” di Walz e se sia “istruito” da Pechino. Ci sono stati anche coloro che si sono interrogati sulla possibilità che il governo cinese abbia informazioni personali riservate sul candidato vicepresidente scelto da Kamala Harris. Al momento si tratta di pure supposizioni e speculazioni, perché non esistono prove concrete, ma tanto basta ad alimentare il dibattito in attesa dei confronti tv in programma a ottobre, primo tra tutti quello tra JD Vance e Walz, durante il quale la “questione cinese” è molto probabile che tenga banco.