L'illusoria vittoria di Biden alle primarie del South Carolina
Il presidente in carica ha ottenuto il 96% dei consensi a fronte di un'affluenza bassissima. E i dati complessivi sulle primarie certificano la sua debolezza
Con le primarie del South Carolina, ha preso ieri ufficialmente il via la competizione per la conquista della nomination presidenziale democratica. Joe Biden ha trionfato con il 96%: una vittoria netta, che era assolutamente scontata. Eppure, nonostante questo risultato, la situazione per il presidente potrebbe rivelarsi più scricchiolante del previsto.
Innanzitutto, l’affluenza complessiva è stata bassissima: secondo il Greenville News, si è attestata attorno al 4%. “L’affluenza alle urne tra i democratici sabato è stata solo il 24% circa dell’affluenza alle urne del 2020”, ha aggiunto Usa Today. È pur vero che anche al caucus repubblicano dell’Iowa quest’anno si è rivelata bassa. Tuttavia va rammentato che, in quel caso, si registravano delle temperature polari. Al contrario, secondo l’Associated Press, alle primarie repubblicane del New Hampshire dello scorso 23 gennaio, “hanno votato più persone che in qualsiasi precedente primaria presidenziale di entrambi i partiti nella storia del New Hampshire”.
In secondo luogo, va ricordato che quest’anno il Comitato nazionale del Partito democratico ha stravolto il tradizionale calendario delle primarie: anziché iniziare con Iowa e New Hampshire, ha preferito dare il via con il South Carolina. La motivazione ufficiale è stata quella di voler dare sin da subito voce a uno Stato ricco di elettori afroamericani, contrariamente all’elettorato quasi totalmente bianco di Iowa e New Hampshire. Tuttavia, secondo molti, la ragione reale di questo cambiamento risiede nel fatto che si temeva la debolezza di Biden in questi due Stati: non dimentichiamo infatti che, alle primarie presidenziali democratiche del 2020, l’attuale presidente arrivò quarto nel primo e addirittura quinto nel secondo. Quell’anno, Biden andò male anche al caucus del Nevada e soltanto il South Carolina gli permise di riprendersi, evitando il tracollo definitivo. È pur vero che, per quanto ufficiosamente, l’attuale presidente ha comunque preso parte alle primarie del New Hampshire, tenutesi il mese scorso. Ed è anche vero che le ha vinte. Tuttavia attenzione ai numeri.
In New Hampshire, Biden ha preso il 64% dei voti contro il 20% del deputato Dean Phillips. Ora, nonostante lo stacco sia notevole, il numero è preoccupante: non dobbiamo infatti dimenticare che Biden è un presidente in carica in cerca di riconferma. I candidati in questa situazione fanno generalmente molto meglio. Alle primarie del New Hampshire, Donald Trump prese l’84% nel 2020, Barack Obama l’81% nel 2012, George W. Bush l’80% nel 2004 e Bill Clinton l’84% nel 1996. Venendo alle primarie del South Carolina, Obama, nel 2012, non aveva rivali e sfiorò addirittura il 100%.
Per Biden la situazione delle primarie non migliora a livello nazionale. La media sondaggistica di Real Clear Politics gli attribuisce oggi il 72,2% dei consensi: una cifra molto più bassa di quella registrata dagli ultimi presidenti in carica in cerca di riconferma. Trump vinse le primarie del 2020 col 94%, Obama quelle del 2012 con l’89%, Bush jr quelle del 2004 col 98% e Clinton quelle del 1996 con l’89%. E qui abbiamo il campanello d’allarme: George H. W. Bush vinse le primarie del 1992 con il 72,8%. Quello stesso George H. W. Bush che, alle presidenziali di quell’anno, venne defenestrato da Clinton.
Certo, il comitato di Biden sta cercando di enfatizzare il fatto che il voto a favore del presidente ieri in South Carolina è stato sostenuto soprattutto dall'elettorato afroamericano. Tuttavia, appena un mese fa, un sondaggio della Suffolk University ha registrato che un numero crescente di afroamericani e ispanici sta abbandonando il Partito democratico. Non dimentichiamo d’altronde che, con Donald Trump, il Gop è tornato a crescere tra le minoranze etniche. Insomma, che Biden ieri abbia trionfato in termini percentuali è fuori discussione. Il rischio tuttavia per lui è che, dietro questa vittoria, si celi un gigante dai piedi d'argilla.