Lavoro, famiglia indipendenza. Cosa sognano le donne di Amman
Abbiamo incontrato nella capitale della Giordania diverse donne alla ricerca di lavoro, ingrediente fondamentale per avere indipendenza e libertà
Da Amman
“Ho comprato la prima casa della mia vita con i miei soldi e oggi, grazie al mio lavoro, sono totalmente indipendente”. Iustra Abbadi dice di essere fortunata. Vive in Giordania, a Iraq, uno dei sobborghi di Amman. Ha 55 anni e dal 1996 ha smesso di lavorare la terra per dedicarsi completamente alla cooperativa sociale Iraq Al Ameer Women’s Association, di cui è presidente. Nessuna storia personale è semplice da raccontare, ma le donne di Amman sono gentili e forti, dolci e determinate. Sono unite tra loro, proteggono le più giovani e parlano della loro vita con disinvoltura. Non hanno paura della guerra “per vivere in questi luoghi se hai paura, allora devi solamente andartee”. Gli occhioni neri di Iustra non mostrano alcun timore e nemmeno rimpianto. Il suo sogno? E’ quello di continuare a lavorare per permettere ad altre donne di potersi emancipare.
Che cosa rappresenta il lavoro per lei?
Il lavoro è importante per stare bene. Se vuoi emanciparti davvero, allora devi lavorare. Ecco, penso che il lavoro sia come il sangue per le vene. Fondamentale.
E’ stato facile trovare lavoro?
Non è stato facile. Io sono fortunata. La cooperativa è nata nel 1993 ed io sono entrata nel 1996. La Regina Nur di Giordania è venuta qui personalmente, ha partecipato all’apertura della cooperativa. E’ lei che ha voluto che andassimo avanti. Non è stato facile, ma credo nei sogni e so che possiamo farcela. Quando ho cominciato a lavorare nella cooperativa Iraq Al Ameer ero giovane. Mi sono specializzata nella lavorazione della ceramica. Le altre colleghe si dedicano alla tessitura e alla lavorazione della carta. Insieme stiamo cercando di avviare anche altre attività, come per esempio la lavorazione del sapone naturale e la ristorazione che, comunque, è già a un buon punto.
Quante siete a lavorare nella cooperativa e qual è il fatturato?
Siamo 25 donne. Solo 20 sono fisse, le altre 5 lavorano quando c’è bisogno. L’anno scorso abbiamo fatturato 75.000 Dinari, circa 100.000 Euro. Quest’anno le cose sono diverse, il fatturato sarà più basso. Ma non ci arrendiamo.
Le ragazze vengono qui a chiedere lavoro?
Sempre meno. Le ragazze di oggi studiano. Per emanciparsi hanno bisogno di essere istruite, laureate e poi essere capaci di diventare indipendenti economicamente attraverso il lavoro. Per noi era diverso. Bastava l’indipendenza economica.
Quali sono i suoi prossimi obiettivi?
Io ho scelto il lavoro e i miei prossimi obiettivi riguardano l’ampliamento delle attività. Dobbiamo inserire il ricamo, la sartoria per realizzare gli abiti.
Lei ha famiglia?
Mi sono sposata a dicembre. Esattamente lo scorso anno. Ho conosciuto mio marito tramite una mia collega, sono cugini. Ci siamo sposati, per questo ho dovuto lasciare la mia casa di proprietà e andare a vivere insieme a mio marito. Ci tengo a collaborare con lui, proprio come fanno tutte le donne indipendenti economicamente.
E un figlio?
Purtroppo non posso tornare indietro.
Qual è il suo sogno?
I sogni sono frutto della nostra creatività e delle nostre piccole azioni quotidiane. Sogno di comprare i locali in cui siamo adesso. Vorrei che la cooperativa diventasse proprietaria di questi spazi. L’affitto annuale è di 8.000 Dinari quindi circa 10.000 Euro, se comprassi adesso spenderemmo 100.000 Dinari, quindi 130.000 Euro, dunque è troppo. Se avessimo pensato all’acquisto lo scorso anno avremmo risparmiato. Ma sono fiduciosa, credo in questo sogni.