L'India compra caccia dalla Russia per lo scontro con la Cina in Ladakh
La tensione tra i due paesi sale alle stelle; guerra vicina?
Nulla di pacifico all'orizzonte nella vicenda degli scontri armati tra Cina e India per il controllo di una fetta del territorio Himalayano noto come Ladakh. L'India sta perfezionando l'acquisto di altri 21 caccia MiG-29 e di 12 Su-30MKI dalla Russia, un contratto che vale l'equivalente di 780 milioni di dollari, per poter attaccare con prospettive di successo le forze cinesi schierate nella prefettura di Hotan, circa cento chilometri a nord del confine.
La Difesa indiana si è vista approvare la spesa da Nuova Dheli dopo che il 6 luglio le forze cinesi hanno ucciso venti soldati indiani in una scaramuccia lungo il confine. Negli scontro sono rimasti feriti 43 soldati cinesi, almeno secondo i rapporti della stampa locale, anche se altre fonti non allineate con Pechino riportano che tra questi ci sarebbero stati anche 16 morti. L'ordine dei nuovi aeroplani tuttavia non convince gli analisti per la scelta fatta, in particolare per i Sukhoi 30, poco adatti ad operare in quel tipo di territorio.
L'aviazione indiana sta da tempo rafforzando i propri reparti anche con l'acquisizione di velivoli leggeri di produzione nazionale del tipo Tejas, cercando di organizzare almeno 40 reparti al posto dei 28 dei quali dispone oggi, numero che secondo la Difesa nazionale sarebbe adeguato per contrastare le velleità e le minacce pakistane e cinesi. Ma lo sta facendo ricomprendendo un'eccessiva varietà di mezzi, tra i quali ci sono ancora Mirage 2000, Jaguar e alcuni Dassault Rafale di costruzione francese, mentre sono in corso trattative anche con gli americani per acquistare alcuni F-16 ed F-18.Di fatto per colpire guerriglieri e unità militari all'interno di territori impervi i Mirage, seppure quarantenni, restano i velivoli più adatti, mentre i Su-30, sebbene abbiano prestazioni ottime in alta quota, non sono in grado di manovrare stretto e portare carichi pesanti per colpire obiettivi a terra in modo capillare, caratteristiche fondamentali degli aerei da usare, come dimostrarono gli scontri in Kashmir avvenuti nel 1999 e nel 2019 proprio tra indiani e pakistani.
Quella volta i pakistani mandarono in volo i loro F-16 di costruzione americana e gli indiani persero soltanto un vecchio MiG-21, ma con i Mirage armati di bombe a guida laser distrussero il quartier generale pakistano sganciando da quasi 20 chilometri di distanza e abbatterono tre F-16 sempre con questi vetusti caccia francesi, che liberati dalle bombe manovrarono e colpirono con i cannoncini e i missili a guida infrarosso.
Se gli indiani dimostrassero la stessa preparazione con il più moderno Rafale per i cinesi non ci sarebbe possibilità, anche perché i loro caccia di quinta generazione a bassa quota possono ben poco, oltre al fatto che sono in servizio in numero esiguo e con autonomia limitata.
La linea del fronte oggi è ancora quella tracciata dopo la guerra del 1962, quindi la base militare strategica di Nuova Dheli è l'aeroporto Kushok Bakula Rimpochee nella città di Leh, che ha una pista lunga oltre tre chilometri ma si trova a 3.300 metri di quota. Un luogo che i militari indiani stanno rafforzando realizzando strade migliori per collegarla al resto del Paese; una base che se può ospitare gli aeroplani di costruzione francese altrettanto non si può dire per i Su-30, che a quelle quote non riuscirebbero a trasportare altro che due missili aria-aria e finite le incursioni poi dovrebbero cambiare pneumatici ad ogni atterraggio.
La motivazione di tale scelta sbagliata è in realtà politica, perché a costruire su licenza russa i Su-30 è la società indiana Hal e questo acquisto porta denaro alle casse indiane azzerate dalle spese conseguenti la pandemia. Ma rischia di segnare il capovolgimento di fronte a favore dei cinesi.