La firma dell'Isis sulla strage di cristiani in Mozambico
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La firma dell'Isis sulla strage di cristiani in Mozambico

Lo Stato Islamico ha rivendicato l'attacco in cui è stata uccisa suor Maria De Coppi

Questa notte lo Stato islamico ha ufficialmente rivendicato attraverso la sua rivista ufficiale Al-Naba, l’omicidio di suor Maria De Coppi, avvenuto nel corso di un attacco terroristico compiuto nella notte tra martedì e mercoledì a Chipene, in Mozambico. Della suora hanno scritto: ‹‹É stata colpita anche la religiosa di origine italiana, perché ha trascorso la sua vita a diffondere il cristianesimo e combattendo l'Islam». Contrariamente a quanto si potrebbe pensare l’assalto nella missione dove suor Maria prestava servizio, barrio Muatala, nella provincia di Nampula, è parte di una strategia che mira all’uccisione del maggior numero di cristiani nell’area e alla distruzione di chiese e missioni.

Prima di raggiungere la missione dei comboniani i jihadisti del gruppo chiamato al-Sunna wa Jama’a (Aswj) anche noti come al-Shabaab (i giovani) hanno attaccato secondo quanto da loro rivendicato, due caserme dell'esercito e i villaggi di Allu Maltali, Ruqayya (Onari) Ruqayyah (Chebin) Tebestos (Nampula), Mimba a (Nampula). Il bilancio parla di 17 morti e 18 chiese distrutte e date alla fiamme. Nonostante si facciano chiamare come i jihadisti somali (fedeli ad al-Qaeda) gli al-Shabaab mozambicani hanno sempre ostentato lo loro fedeltà all’Isis, tanto che nella loro produzione mediatica si sono sempre fatti riprendere con le bandiere nere tipiche dello Stato islamico che a sua volta non li hai mai smentiti. Nonostante questo, l'Isis non sembra controllare effettivamente gli insorti mozambicani anche se ci sono prove che in passato abbia inviato istruttori per aiutarli nell’addestramento. Chi sono i leader di questo gruppo terroristico avvolto nel mistero? Il Dipartimento di Stato americano il 6 agosto 2021 ha indicato due dei leader come terroristi islamisti che operano nella provincia di Cabo Delgado, nel Mozambico settentrionale.

Si tratta di Bonomade Machude Omar, noto anche come Abu Sulafya Muhammad e come Ibn Omar, e di Abu Yasir Hassan. Il segretario di Stato americano Antony Blinken, descrive Hassan come «il leader di Isis-Mozambico», mentre Omar come «capo dei Dipartimenti militari e degli affari esteri per Isis-Mozambico». Secondo il Mozambican Center of Investigative Journalism (CJI) «Omar è un mozambicano nato nel distretto di Palma. Ha completato gli studi secondari nella città di Mocímboa da Praia, quindi ha studiato l'Islam all'estero. Al ritorno in Mozambico, è stato assunto dall'Africa Muslim Agency, con sede in Sudan, a Pemba, capoluogo di provincia di Cabo Delgado». Le fonti di CJI affermano che «Omar è uno studioso islamico molto intelligente. Come allievo ha ottenuto voti alti ed è stato considerato laborioso e devoto. Nessuno sospettava che si sarebbe rivolto al terrorismo». Insieme ai due mozambicani vennero designati terroristi globali anche Sidan Hitta e Salem Ould al-Hasan, alti dirigenti di Jama'at Nusrat al-Islam wal-Muslimin con sede in Mali, collegata ad al-Qaeda, così come Ali Mohamed Rage e Abdikadir Mohamed Abdikadir, leader di al-Shabaab della Somalia. Gli Stati Uniti hanno descritto l'ASWJ -così come le Forze democratiche alleate (ADF), che operano principalmente nella Repubblica Democratica del Congo ma anche in Uganda - come affiliato all'Isis attraverso lo Stato islamico - Provincia dell'Africa centrale.

Quanto accaduto negli scorsi giorni in Mozambico non è che l’ennesimo episodio dell’insorgenza in corso dal 2017, anno nel quale i jihadisti hanno iniziato a mettere a ferro e fuoco la penisola di Afungi, dove si trova il più importante bacino di estrazione di gas naturale dell’intera Africa che fa gola ai jihadisti: l’estrazione di idrocarburi in quest’area vale qualcosa come 150 miliardi di dollari e la prima produzione di gas naturale liquefatto (prevista per il 2024) è stimata in non meno di 43 milioni di tonnellate l’anno. Il Presidente della Repubblica del Mozambico Filipe Nyusi ha confermato gli attentati terroristici degli ultimi giorni e ha spiegato che «gli attacchi sono stati effettuati da gruppi di tre/cinque elementi in fuga da Cabo Delgado, a causa dell'inasprimento dell'assedio da parte delle Forze di difesa e sicurezza mozambicane e delle loro controparti della SADC e del Ruanda».

Filipe Nyusi ha assicurato che «i combattimenti continueranno fino alla completa espulsione dei terroristi nei due distretti e a Nampula». In verità le autorità del Mozambico hanno più volte detto di aver vinto la guerra contro i fondamentalisti specie dopo le dure offensive contro il gruppo terroristico. In realtà i successi sono stati molto limitati, visto che i territori occupati dai jihadisti che erano stati riconquistati dopo poco tempo sono ritornati nelle mani degli insorti. E così, vista l’impossibilità di sconfiggerli a Maputo, hanno pensato bene di ingaggiare a peso d’oro dei mercenari provenienti dall’estero: i russi della Compagnia privata Wagner e dei mercenari provenienti dal Sudafrica. Risultati? Come avvenuto in Mali zero. Anche i mercenari hanno fallito e ora il governo aldilà delle dichiarazioni non pare essere in grado di contrastare la minaccia. Un problema enorme per la popolazione ma anche per tutte quelle multinazionali che in Mozambico hanno investito decine di miliardi di dollari per l’estrazione del gas e che ora che hanno dovuto fermarsi vista la situazione. Per loro le perdite sono milionarie e si sta montando la rabbia contro le autorità che non riescono a proteggere i loro investimenti. Ora a Maputo hanno archiviato la fase dei mercenari tanto che il governo ha chiesto aiuto ai Paesi vicini ma tutto questo non sarà né facile, né gratis. Intanto in Mozambico si muore ogni giorno al grido di ‹‹Allah è Grande›› e i cristiani nel silenzio generale, sono il bersaglio preferito dei jihadisti.

Designazioni dei leader ISIS-Mozambico, JNIM e al-Shabaab (Dipartimento di Stato USA)

Bonomade Machude Omar, noto anche come Abu Sulayfa Muhammad e Ibn Omar, guida i dipartimenti militari e degli affari esteri per ISIS-Mozambico e funge da comandante senior e coordinatore principale per tutti gli attacchi condotti dal gruppo nel Mozambico settentrionale, nonché capofila facilitatore e canale di comunicazione per il gruppo. Durante l'attacco del marzo 2021 a Palma, Omar ha guidato un gruppo di combattenti mentre Abu Yasir Hassan, il leader di ISIS-Mozambico, ha guidato un altro gruppo di combattenti e Omar ha anche guidato l'attacco all'Amarula Hotel di Palma. Omar è stato responsabile degli attacchi nella provincia di Cabo Delgado, in Mozambico, e nella regione di Mtwara, in Tanzania.

Sidan Ag Hitta, noto anche come Abu Qarwani e Abu Abdelhakim al-Kidali, è un alto leader e comandante responsabile della regione di Kidal in Mali all'interno di Jama'at Nasr al-Islam wal Muslimin (JNIM). Hitta era tra i responsabili dell'attacco del 20 gennaio 2019 alla base della MINUSMA ad Aguelhoc, nella regione di Kidal, in Mali. Era anche responsabile degli ostaggi nella regione di Kidal.

Salem ould Breihmatt, noto anche come Abu Hamza al-Shanqiti e Hamza al-Mauritani, è un leader senior del JNIM ed emiro di Arbinda e Serma nella regione di Mopti in Mali. È anche incaricato della supervisione del JNIM in Burkina Faso ed è un esperto e istruttore di esplosivi.

Ali Mohamed Rage, noto anche come Ali Dheere, è il portavoce di al-Shabaab e uno dei leader del gruppo. Ha sostituito il principale portavoce dello sceicco Mukhtar Robowas al-Shabaab nel maggio 2009. Rage è stato coinvolto nella pianificazione di attacchi che hanno preso di mira aree in Kenya e Somalia.

Abdikadir Mohamed Abdikadir, noto anche come Ikrima, è un facilitatore e pianificatore operativo. A novembre 2019, Abdikadir era un leader senior di al-Shabaab e ha ricoperto il ruolo di capo delle operazioni e della logistica. Abdikadir aveva anche diretto la pianificazione degli attacchi precedenti per al-Shabaab.

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Stefano Piazza